A Palermo: Il sacro e l’arte insieme per educare

Si svolgeranno a Palermo dal 12 al 14 Novembre il Convegno nazionale e la Mostra di arti figurative dell’Unione Cattolica Artisti Italiani (UCAI), nel quadro delle iniziative organizzate dalla sezioneUCAI presieduta da Fulvia Reyes sul tema” Il sacro e l’arte insieme per educare”.

L’apertura è fissata per le 1530 di Venerdì 12 presso la sala della Chiesa di S.Cita, alla presenza di Mons.Bucaro,dei dirigenti nazionali e locali dell’UCAI, dell’arch.Mario Musso che ha curato il catalogo della mostra, delle rappresentanze politiche degli Enti locali e della Provincia Regionale.

Domenica 14 Novembre alle ore 9 la concelebrazione eucaristica presso la Chiesa di Santa Cita presieduta dal Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo, mentre Don Rino La Delfa terrà una riflessione sul percorso formativo dell’artista alla luce dell’incontro con Benedetto XVI e concluderà i lavori il presidente nazionale dell’UCAI Marco Arman.

La mostra U.C.A.I, presentata in catalogo da Fulvia Reyes, Mons.Bucaro, Ferdinando Russo, si apre a poche settimane dalla visita nel capoluogo della Sicilia di Benedetto XVI, effettuata alla vigilia della 46° Settimana sociale dei cattolici Italiani, celebrata nella vicina Reggio Calabria. Al Santo Padre, per quell’occasione, dall’Arcivescovo Metropolita, Cardinale Paolo Romeo, è stata donata la prima copia del Dizionario Enciclopedico dei teologi e dei pensatori di Sicilia dei secoli XIX e XX, curato dal prof.Franco Armetta segretario della Facoltà Teologica, di cui è Gran Cancelliere il Cardinale S.E.Romeo e preside il prof.Rosario La Delfa.

Scorgiamo, pertanto, nell’evento promosso e sostenuto dall’UCAI nazionale e nel Convegno che accompagna la mostra, una meravigliosa sintonia di tutta l’Unione degli artisti cattolici con la Chiesa Italiana e del suo associazionismo a favore del Sud e dei problemi sociali, culturali, religiosi, ancora presenti nel centocinquantesimo dell’Unità d’Italia.

Il tema” Il Sacro e l’arte insieme per educare “ Oltre la luce, trova, infatti, un appropriato riscontro nel Progetto culturale della Chiesa e nelle conclusioni della Settimana sociale dei cattolici.

“Insieme per educare “ è, infatti, il filo d’oro, che interseca le preoccupazioni e gli impegni dei laici credenti per una partecipazione creativa e, ad un tempo, educativa, unitaria, come quella da parte degli artisti italiani, che partecipano alla Mostra.

L’isola mediterranea non rifugge nella storia dei suoi artisti alla naturale nobile tradizione del culto del bello, del pensiero, della vita, della trascendenza,”oltre la luce”. L’impegno educativo, quasi naturale in ogni Uomo, che i Greci educarono a pensare ed onorare le divinità e che ha incontrato il Cristo, venuto per correlarsi con il prossimo, per salvarlo e incamminarlo verso la trascendenza al Padre, trova pronta la odierna cristianità.

I mosaici del Duomo di Monreale e delle altre cattedrali normanne di Sicilia, sono, al riguardo, espressioni esemplari di come dalla ricostruzione artistica degli episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento, artisti locali e d’Oriente, abbino tratto “luce” per ricordare la verità di fede e la storia della salvezza, come invito per tutti a vivere da buoni cristiani. Lo scrive Mons.Saverio Farina a proposito del monumento, che, per mons.Cataldo Naro, “esprime l’ammirazione, che sembra immettere chi vi entra nel mondo di Dio; e che, perciò non può essere stato pensato e voluto senza il determinante concorso del mondo di Dio… Anche il papa Alessandro III, scrivendo nel 1174 al re Guglielmo II, manifestò la convinzione che, nella realizzazione del monumento, il sovrano fosse ispirato da Dio e da Lui aiutato nel portare a compimento un’opera così imponente.

La mostra permette di ricordare il fondatore dell’UCAI di Monreale, il maestro Benedetto Messina ed il critico d’arte Giuseppe Mendola, così presenti nelle attività dell’UCAI di Palermo, è perchè in costoro ritroviamo come la loro vita per l’arte sia stata contagiata dal sacro e come essi abbiano operato, nel nostro tempo, per “educare insieme” ,”oltre la luce”, partendo dal presente, dal territorio, dalla città e trovare nella fede e nel sacro ispirazione e speranza, per vivere in maniera totalitaria la vita da cristiani, nella professione, nella famiglia, nelle istituzioni sociali e civili.
Vogliamo esternare un plauso formale all’UCAI di Palermo, che si è occupata dell’organizzazione della Mostra con i tanti personali contributi di artisti e soci, provenienti da tutta l’Italia, quasi un abbraccio solidaristico e conoscitivo della comunità degli artisti cattolici nell’anno dell’Unità d’Italia.

Constatiamo come gli eventi artistici, che costellano l’attività dell’associazione palermitana, siano stati promossi da una attenzione e da una alta propensione a visitare i quartieri della città, (cito la mostra nel Mandamento Castellammare), nel suo vasto patrimonio artistico, nelle sue Chiese, nel Museo Diocesano e nella sua vasta opera restauratrice di opere d’arte (dalla statuaria, alla pittura, alla scultura, alla fotografia), mostrando così una matura partecipazione al progetto culturale della Chiesa Italiana.

Le mete prefissate dalla pastorale diocesana, il piano decennale dell’educazione della CEI, tra i bisogni e le speranze di città cariche di storia, di luoghi, di artisti, di condizionamenti, di culti e di tradizioni, attraverso le arti, trovano la presenza associativa degli artisti laici, la concreta volontà di fare riemergere valori e tesori sotterrati, risorse dell’intelligenza creativa, i valori, che i colori e le lusinghe della sola luce naturale, soffocati spesso da quella effimera dei mass media, non riempiono di senso.

Il laicato credente della Sicilia e di Palermo, è grato agli artisti, che partecipano alla Mostra, e riconosce alla UCAI, una sperimentata e meritevole volontà di legare al territorio l’arte e così anche gli artisti, perché la loro mobilità o emigrazione non sia un’atto di costrizione, ma di ricerca delle diverse identità, di confronto emulativo, di crescita “assieme” con gli altri artisti del Paese, come la mostra conferma. In una grotta catacombale, che ospita la Mostra, recuperata accanto alla Chiesa di S.Giorgio dei Genovesi, l’UCAI ha saputo creare, sostenuta da parroci sensibili all’arte, nuovi spazi espositivi, in un quartiere ove negli Oratori hanno operato i Serpotta, i Gagini e ove si conservano i migliori presepi della tradizione isolana e celebri musicisti si incontrano per studiare, comporre e presentare le loro opere.

Traguardi generosi, impegnativi, per offrire ai giovani artisti del Sud le occasioni di sperimentazione della fantastica pluralità di temi, di tecniche, di stili, studiati e conosciuti nelle Accademie, nei licei artistici, ma spesso non facili ad emergere in tutta la loro varietà e ricchezza creativa. Sensibilità sociale, oltre che culturale, artistica e religiosa, quella dei promotori della mostra? Anche, ma sopratutto amore per l’arte, amore per la persona umana, per le cose che crea, con il lavoro, le tecniche, gli studi, per il bene delle città in cui viviamo.

Se ci si incontra nelle tante strade dell’Isola, talvolta popolate da violenti e bestemmiatori, poi, anche in Sicilia puoi imbatterti nella via per Damasco con fratelli che credono, che sono stati folgorati dalla luce “oltre”, dal sacro trasmesso, tante volte nelle e dalle famiglie, dalla fede e dalla testimonianza nella trascendenza, che si offre per accompagnarti, come è accaduto a Paolo di Tarso.

Sono i grandi artisti, che ci sono stati maestri, anche se apparentemente o temporaneamente increduli, lungo le strade del mondo meridionale, Dante o Francesco, ispirati il primo dal nostro parlare, il secondo perché fattosi animatore di spiritualità, Michelangelo e Raffaello, il Caravaggio, i Ferraro, Novelli, Rizzo, Guttuso, Mirabella, Giambecchina, Buttitta, Crifò, Pirandello, Lo Iacono, La Duca, Mazzamuto, Marcataio, Naro, Pappalardo, Puglisi, per citarne solo alcuni con tanta scuse per gli altri numerosi tralasciati.

Pensatori e letterati, teologi e poeti, folgorati dal sacro e dalla verità, che inondano e trasudano nelle loro opere, nella costruzione e nel lascito di una identità, che nobilita il Sud, con il suo carico di valori.

Li ha incontrati, alcuni, in Sicilia, quelli degli ultimi due secoli, che hanno lasciato scritti, Franco Armetta, curatore del citato Dizionario Enciclopedico, in un intreccio unitario di pensiero ed di opere d’arte. Teologi e letterati, che hanno vissuto, talvolta, senza alcuna preclusione ideologica e tematica, che non hanno negato la memoria, la creatività, la fede degli antenati, il loro passato, nei campi più diversi della ricerca della verità, del bello, del giusto e spesso, nel loro cammino, hanno scoperto il sacro, la luce “d’oltre” e l’hanno comunicata.

Lo scriveva il giovane Tolstoj: “l’arte non è né bellezza né piacere: è un mezzo per comunicare il pensiero e la vita nel modo più totale e fedele, affinché tutti possano comprendere e comprendersi”.

La mostra UCAI ha proposto un tema, che è stato interpretato dagli artisti partecipanti con una libertà espressiva, che connota la laicità della associazione, pur nella sfera della sua dichiarata ecclesialità.

Non è derivato un capovolgimento nella rappresentazione del sacro, del religioso rispetto alla tradizione, nelle opere visive, pitture, sculture, foto, poesia, ma un ampliamento creativo, legato alla contemporaneità degli artisti, al loro vissuto, al loro osservare, al loro presente esistenziale.

Ed i linguaggi utilizzati,”contemporanei”, con la loro forza espressiva, on la sempre nuova creatività, sembrano farsi carico dell’emergenza educativa ed etica che ci circonda, che convive con gli artisti partecipanti alla mostra.

A loro Giovanni Paolo II aveva scritto: “L’artista, immagine di Dio creatore“, quasi affidando loro tutta la potenzialità espressiva, che si libera nell’opera d’arte, da considerare diffusione del messaggio di Dio.

E bene hanno fatto gli artisti a non lasciarsi suggestionare, per il tema loro proposto, solo da una iconografia classica, pur essa essenziale e presente, opportunamente, quasi omaggio ai grandi predecessori, ispirati dal sacro e dagli inviti, provenienti dalle comunità locali, dalle gloriose confraternite, dai Santi padri della Chiesa, da credenti sponsorizzatori, non per mondani interessi, ma per partecipare all’azione educativa, che mai è mancata alla Chiesa, nella sua azione catechistica, culturale e sociale, ed ai battezzati divenuti, con tale sacramento, popolo di Dio.

Come i grandi artisti, che hanno parlato la lingua del tempo, in cui hanno vissuto fuori dalle regole, ma ispirati alla luce dell’”oltre“, dagli architetti delle antiche cattedrali a quelli delle nuove, per costruire comunità pensanti, oranti, educative, fraterne, ai pittori, da Giotto ad Antonello, da Caravaggio a Canova, da De Chirico a Rizzo, Guttuso, Gianbecchina, Messina, Greco, Madè, così i partecipanti alla mostra, sono mossi dalla speranza di contribuire a portare un raggio della luce d’oltre a tutti gli uomini del nostro tempo. Auguriamo agli artisti ogni meritato successo, a servizio dell’arte e dell’umanità.

Ferdinando Russo
onnandorusso@libero.it