Gabin: una continua evoluzione – intervista di Greta Fiorito
Enna-Cronaca - 15/11/2010
Sonorità squisitamente ricercate e confluenza di vari stili ed artisti del panorama musicale internazionale danno voce e carattere ai Gabin. Quello creato nel 2001 dal dj Filippo Clary e dal bassista jazz Max Bottini è un progetto-laboratorio musicale
discograficamente avviato nel 2002 con un album dall’intensa sonorità “french touch”. Arrivati al terzo, il lavoro dei Gabin, in piena evoluzione, si consolida e sempre più si impone, con presenza costante, la voce bellissima, ricca di sfumature di Mia Cooper.
Ultima collaborazione è quella avuta con la voce potente della leggenda del Rock Chris Cornell che partecipa al nuovo singolo “Lies” (in programmazione radiofonica dal 15 Ottobre), terzo estratto dall’album “Third and Double”.
Noi abbiamo incontrato Mia e Filippo a Catania, seduti nel salotto dell’Hotel Novecento davanti ad un caffè ed è stato come chiacchierare con due amici.
Come mai la scelta del nome Gabin?
È nato per gioco. Stavamo lavorando in studio al primo brano “La maison”, sigla dell’omonimo Club lounge romano, in cui facevo il Disc Jockey, che diede il marchio ad una compilation. Il brano aveva un’ introduzione parlata in francese e scherzandoci su (imitando Alberto Sordi) abbiamo pensato che quelle atmosfere richiamavano un po’ i vecchi film di Jean Gabin. Quando i grafici che dovevano stampare i crediti di copertina ci hanno chiesto come ci chiamavamo, abbiamo risposto Gabin!
Com’è nata la collaborazione con Max Bottini?
Massimo era già un musicista affermato, io andai a vedere un concerto dove lui era il bassista di Mike Francis, compagno di classe di mio fratello che lavorava nel settore della musica e grazie al quale avvenne l’incontro. Massimo mi aveva commissionato un re-mix per il suo ultimo album e sin da subito c’è stato feeling. Al suo ritorno da Amsterdam, dove ha vissuto per qualche anno, abbiamo iniziato a collaborare insieme.
Il vostro successo è arrivato con “Doo uap doo uap doo uap”, una re-interpretazione “dance raffinata” del celebre “It don’t mean a thing ( if it ain’t got that swing)” di Duke Ellington, colonna sonora di uno spot di telecomunicazioni. Cosa Pensi del successo ottenuto attraverso la pubblicità?
C’è il rovescio della medaglia: siamo contenti che “Doo uap…” è stato lo strumento attraverso il quale é stato possibile farci conoscere nel mondo ma c’è il rischio d’essere etichettati. La Pubblicità, sicuramente, è un grande strumento per iniziare ad essere ascoltati.
Dal primo album “Gabin” al terzo ed ultimo “Third and Double” attraverso “Mr Freedom” cos’è rimasto e cos’è cambiato?
È rimasta l’onestà con cui ci approcciamo al nostro lavoro, c’è comunque la consapevolezza del cambiamento evolutivo della vita di ognuno di noi che inevitabilmente si riflette nelle composizioni, nella nostra arte. Personalmente nella mia Side di “Third an Double” volevo sperimentare focalizzando con i testi le mie sensazioni.
Quest’ultimo album vede il tuo lavoro disgiunto da quello di Max, com’è stato lavorare separatamente?
Abbiamo svelato l’ingrediente per restare uniti: ognuno di noi ha potuto esprimere la propria arte e i propri progetti, oggi ci conosciamo meglio. Abbiamo creduto che la diversità potesse essere un punto di forza reso ancora più saldo dalla presenza di Mia che ha saputo adattarsi con la sua inconfondibile voce a diversi stili ed è riuscita ad interpretare e rendere la personalità dei Gabin ancora più forte.
Mia, com’è stato lavorare con Filippo e Max nelle due diverse sides?
È stato un lavoro faticoso poiché mi sono approcciata a stili diversi mantenendo il mio, scrivendo su indicazioni per interpretare al meglio le emozioni, nel caso di Filippo anche per associazioni di immagini, ad esempio fragole e sangue, ma cantando con sincerità. La diversità l’ho vista come una sfida da affrontare positivamente. Ci accomuna il rispetto e l’amore per la musica.
Greta Fiorito
Alcuni scatti gentilmente concessi da @mariocicala_bigeyedfishphoto