FIT CISL Sicilia: Nasce l’osservatorio sul trasporto regionale ferroviario

Dodici treni regionali cancellati in quattro giorni, 285 quelli che hanno fatto registrare un significativo ritardo. Le tratte maggiormente “martoriate” dai ritardi sono la Palermo-Messina e viceversa, in ritardo per ben 20 volte, e la Palermo-Termini Imerese dove i ritardi sono stati ben 29 in soli 5 giorni. Disagi si sono verificati fra lunedì 22 e giovedì 25 novembre, anche per i pendolari che da Catania si sono spostati a Messina e Palermo, da Castelvetrano a Trapani e viceversa, da Caltanissetta ad Agrigento e Catania e per i viaggiatori che dal capoluogo siciliano dovevano raggiungere l’aeroporto di Palermo, la fermata di Punta Raisi, treno in ritardo in 24 casi. Sono i primi dati dell’Osservatorio sul trasporto regionale ferrato, annunciato sabato scorso durante la tavola rotonda sulle strategie di rilancio delle ferrovie nell’isola e immediatamente istituito dalla Fit Cisl. Il collegamento che ha subito il ritardo maggiore nell’arrivo del convoglio a destinazione è il Palermo-Messina ben 50 minuti, seguono il Caltanissetta-Acate con 48 minuti stesso ritardo per il Trapani-Palermo, mentre il Gela-Catania è giunto con 42 minuti di ritardo. Secondo i dati dell’Osservatorio della Fit Cisl,la giornata più difficile per i passeggeri è stata martedì 23 con ben 92 treni in ritardo, seguita da mercoledì 24 con 68, e lunedì 22 con 59. Nei primi giorni di monitoraggio tanti i disagi sofferti dai viaggiatori che devono spostarsi all‘interno della regione, lamenta il sindacato della Fit. “Il traffico regionale ferroviario – spiega Amedeo Benigno Segretario Fit Cisl Sicilia – come dimostrano i primi dati rilevati dal nostro Osservatorio, viene penalizzato ogni giorno, i viaggiatori si disaffezionano così al treno a causa di un servizio carente e, in molte occasioni, del tutto insufficiente a coprire le lunghe distanze. Sono parecchi i viaggiatori siciliani che, per esigenze di lavoro, devono quotidianamente spostarsi da una città all’altra all’interno della nostra regione”. Fra i treni soppressi spiccano, il Palermo-Termini Imerese, il Catania -Gela e il Palermo-Catania cancellati per mancanza di mezzi, mentre si ferma per ben due volte il Palermo-Cefalù in entrambi i casi per mancanza di personale nello specifico del capo treno. Sette i treni che il 25 novembre si sono fermati per mancanza di mezzi, due per problemi di personale. Dieci invece, quelli cancellati il 25 per la protesta degli studenti che hanno occupato i binari. “Da tempo ormai denunciamo i continui disservizi nel traffico regionale delle ferrovie – spiega Mimmo Perrone Segretario Fit Cisl Ferrovie – causati dalle gravi carenze strutturali, dalla mancanza dunque di mezzi e di personale”. Attualmente sono 205 i capitreno in servizio in Sicilia a fronte di una esigenza di 238 unità, ma con il periodo delle ferie natalizie e contando anche le malattie sarebbero necessari almeno altri 50 capitreno per assicurare un efficiente servizio di collegamento regionale in Sicilia. La chiusura degli uffici del personale capotreno a Catania, Messina, Caltanissetta e Castelvetrano di fatto ha peggiorato la gestione del personale compromettendo la regolarità dei treni. A pesare aggiungono dalla Fit è dunque la mancanza di strategia organizzativa del Responsabile della produzione, che mantenendo gli impianti sotto pianta organica (esodi incentivati e trasferte fuori regione ), è costretto a ricorrere a prestazioni straordinarie, che comportano un aumento del costo del lavoro a fronte però di un servizio, spiegano dalla Federazione Trasporti , che resta carente. “Siamo contenti di essere riusciti nel far rimettere in servizio i treni a lunga percorrenza che le Ferrovie avevano deciso di tagliare – spiega Maurizio Bernava Segretario Generale Cisl Sicilia – abbiamo infatti evitato, grazie alle denunce ed alle proposte del sindacato, una grave ingiustizia. Ma questo risultato non ci rassicura e non può bastare ai siciliani. Per questo non ci rassegneremo al fatto che la Sicilia debba essere ‘vittima sacrificale’ dalla carenza di investimenti e dell’assenza di progetto di qualificazione del sistema del trasporto ferroviario. Prova ne sia – aggiunge Bernava – la scarsa qualità del trasporto regionale dedicato ai cittadini siciliani che soffrono di una continua irregolarità dei collegamenti e subiscono numerosi disservizi. Tutte questioni – conclude Bernava – che devono trovare risposta nel contratto di servizio. Un documento che deve anche guardare al futuro del trasporto locale nell’isola”.