Troina. Il triste ricordo del 5 dicembre del 1950

Troina. Il 5 dicembre del 1950 è un giorno di cui la memoria collettiva del paese conserva un triste ricordo. Erano le 21,15 di un martedì di 60 anni fa quando a 110 metri dall’imbocco della quarta finestra di contrada Candela, una galleria secondaria lunga 357 metri che si immette nella galleria centrale, una tremenda esplosione di grisù, una miscela micidiale di metano ed aria, investiva, colpendoli a morte, il capofinestra Gino Lorenzoni e l’operaio Armando Giannotti. I due lavoratori erano entrati nella quarta finestra per disperdere il metano, che si era accumulato nei due giorni di inattività: il 4 dicembre per la festa di Santa Barbara, protettrice dei minatori, ed il 5 dicembre per lo sciopero dei lavoratori che rivendicavano l’aumento dell’indennità di contingenza. Per disperdere il metano, Lorenzoni e Giannotti provarono ad incendiarlo con una lampada di acetilene pensando che ce ne fosse una quantità modesta. Si rivelò un calcolo sbagliato perché di metano se n’era accumulato in due giorni in grande quantità. Nel punto in cui avvenne l’esplosione la galleria crollò. Altri tratti della galleria subirono gravi lesioni. I corpi dei due operai furono carbonizzati e dilaniati in tanti pezzi dall’esplosione fino a confondersi con le macerie. Il boato dell’esplosione era talmente forte che si sentì anche in paese. L’ing. Giulio Panini, il direttore dei lavori, che era in paese, appena sentì la terribile esplosione, corse verso la quarta finestra ed entrò in galleria, senza la maschera antigas, nel generoso tentativo di portare aiuto ai due operai. Aveva percorso un centinaio di metri in galleria satura di metano, quando Panini cadde a terra asfissiato dal gas. Non vedendolo uscire dalla galleria, il tecnico Vito Colarossi entrò nella galleria per soccorre Panini. L’esalazione del gas era talmente intensa che anche Vito Colarossi cadde soffocato dal gas. Entrò, allora, in galleria Amabile Colarossi nel tentativo di portare fuori dalla galleria il corpo di suo fratello Vito. Ma anche lui cadde asfissiato dal gas. Per tentare di recuperare i corpi dei loro compagni, altri 7 operai entrarono nella galleria: Angelico Giovanni Tuccio, Giuseppe Staiti, Benedetto Vergari, Francesco Paolo Capasso, Antonio Muscarà, Luigi Pompeo e Carmelo Verducci. Anche loro morirono asfissiati dal gas. Sarebbero stati di più gli operai morti, nel tentativo di soccorre i loro compagni dentro la galleria, se Prevedini, un minatore di grande esperienza, che aveva capito che non c’era nulla da fare, non si fosse messo davanti l’ingresso della galleria per impedire, con modi molto energici e duri, di entrare ad altri soccorritori, che sarebbero andati incontro a morte sicura. Ai valorosi e generosi operai, che persero la vita nel tentativo recuperare i corpi dei loro compagni morti asfissiati, il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, il 15 dicembre 2008 ha conferito alla memoria la medaglia d’oro al merito civile.


Silvano Privitera