Troina. Qualificato dibattito sul video inchiesta sui rifiuti della CGIL

Troina. Una quarantina di persone, martedì pomeriggio, nell’aula magna dell’Iiss Ettore Majorana, ha visto il video-inchiesta sull’emergenza rifiuti in Sicilia curato dalla Cgil-Sicilia. Alla manifestazione promossa da Associazione Culturale Antonio Gramsci, Comitato Cittadino, Circolo Ancipa Legambiente, Camera del Lavoro e Cia avrebbero partecipato più persone, se si fosse svolta sabato pomeriggio, che è il giorno in cui la gente ha meno impegni di lavoro o di altro genere e quindi più tempo libero da dedicare ad iniziative culturali. Il video-inchiesta curato da Giuseppe Croce e Paolo Schembari, racconta in 35 minuti con immagini ed interviste come si è creata l’emergenza rifiuti in Sicilia dal 1999 ad oggi. Sono passati 11, tra piani, commissariamenti, gare annullate per la costruzione di 4 grandi termovalorizzatori e deroghe alle leggi, ma il problema dei rifiuti in Sicilia non è ancora risolto. Dopo la proiezione del video, si è aperto un dibattito, che, per i toni pacati e riflessivi dei ragionamenti, è sembrato uno di quei seminari di approfondimento che si fanno all’università. Intervenendo al dibattito, Michele Pagliaro, della segreteria regionale della Cgil, ha messo in evidenza la logica che ha ispirato tutti quei provvedimenti adottati dal governatore Cuffaro, che puntando alla realizzazione dei 4 grandi termovalorizzatori, ha sistematicamente ignorato la raccolta differenziata dei rifiuti. Ad avvantaggiarsi di questa emergenza rifiuti, nel corso di questi 11 anni, sono stati i gestori privati delle discariche. Quei 100 euro a tonnellata che i Comuni pagano per il conferimento in discarica è tutto guadagno, perché la gestione di una discarica non richiede grandi costi. Più spazzatura va in discarica, più alti sono i guadagni. Rita Magnano, segretaria provinciale della Cgil, ha parlato della gestione dei rifiuti in provincia di Enna, che sta mettendo a repentaglio centinaia di posti di lavoro. A tal proposito Magnano ha detto: “Siamo interessati al mantenimento dell’occupazione per tutti i lavoratori impegnati nel servizio di igiene ambientale in provincia di Enna, ma pensiamo di salvaguardare questi posti di lavoro con una diversa gestione del servizio che, partendo dalla raccolta differenziata fino al riciclo, realizzi una filiera dei rifiuti sostenibile sotto il profilo economico ed ambientale”. Nel dibattito sono intervenuti anche Luigi Bottita e Sebastiano Pruiti del Comitato Cittadino, che sugli aspetti più clamorosi della gestione dei rifiuti in provincia di Enna come le bollette dagli importi elevati, ha guidato la mobilitazione popolare di protesta. Il Comitato Cittadino estenderà la sua attenzione, d’ora in avanti, anche alla gestione del servizio. Che le bollette del servizio di igiene urbane si debbano pagare, nessuno lo mette in dubbio. Ma è irragionevole pensare che gli utenti abbiano la voglia di pagare queste bollette, se non vedono un netto miglioramento della qualità del servizio di igiene ambientale che è un obiettivo raggiungibile, come dimostrano gli esempi di altri Comuni non solo quelli del Nord, ma anche di alcune realtà del Meridione, purtroppo poche. Quello che ci vuole è un serio piano industriale di gestione dei che realizzi la filiera partendo dalla raccolta differenziata fino per arrivare al riciclo dei rifiuti. Se questo non è avvenuto, la colpa non è solo del ceto politico o dei partiti ridottisi a sterili conventicole che hanno fatto dell’ATO prevalentemente uno strumento di raccolta del consenso clientelare, ma è colpa anche della società civile che non ha reagito per impedire che tutto ciò accadesse.

Silvano Privitera