Troina. Testimonianza di malasanità: 26 interventi al seno

Troina. In una delle grandi sale della parrocchia Santa Famiglia di Nazareth, sabato sera, 45 persone hanno ascoltato la testimonianza di Melania Tirenna (nella foto), una donna di 45 anni di Paternò dalle buone letture, che ha un aspetto gradevole ed è dotata di grande acume, la cui esperienza riassume il peggio dell’Italia di quest’ultimo decennio. Ne hanno parlato con lei: Angela Calabrese, Gaetana Bellummia, Doriana Graziano e Marcello Scorciapino. Sono intervenuti nella discussione anche Pino Scorciapino, Tania Privitera e padre Pietro Maccarrone.  La discussione è stata coordinata dal Silvano Privitera. 

Melania Tirenna ha parlato della sua vita e del suo dolore, vissuti con grande dignità e senza mai cedere di fronte alle avversità incontrate ed all’indifferenza della gente. Da quando nel 2000, le è stato diagnosticato il cancro al seno, Melania Tirenna ha dovuto subire ben 26 interventi chirurgici, molti dei quali non riusciti, che hanno trasformato la sua vita nell’ultimo decennio in uno vero e proprio calvario.  Alcuni di questi casi di malasanità, che ha dovuto subire, Melania li ha denunciati alla magistratura. Il cancro è una delle malattie peggiori che possano capitare perché modifica la percezione che si ha della vita, sconvolge le relazioni sociali ed amicali e complica anche i rapporti all’interno della famiglia. Senza contare le implicazioni economiche, per via delle cure costose, che tale malattia comporta. 

Non c’è dubbio che l’insorgenza di questa terribile malattia sia l’evento più temuto da ogni paziente. Se poi a tutto ciò si aggiungono la malasanità, l’indifferenza della gente e la lentezza della giustizia, si può capire quanta forza morale sia necessaria per non lasciarsi abbattere e scivolare nello sconforto ed in una sorta di pessimismo cosmico. Prima le fosse stata diagnosticata questa terribile malattia, Melania ha sperimentato cosa vuol dire malasanità, quando all’età di 28 anni, ha assistito all’ospedale, senza poter far nulla, alla morte della creatura che aveva data alla luce prematuramente. La sua forte fibra morale ed il suo attaccamento alla vita sono due formidabili risorse che consentono a Melania di vivere queste vicissitudini. A sostenere Melania in questo suo calvario è stata la famiglia, ed in particolare il marito, che l’è stato vicino sempre. L’esperienza di Melania, per la dignità con la quale l’ha vissuta, ha un alto valore civile ed umano nello stesso tempo.   

 

P.S.