Enna. Comunità alloggio: Processo “Quadrifoglio”

Enna. E’entrato nella sua fase cruciale il processo “Quadrifoglio”, che vede come imputati Olimpia Arangio, ex amministratrice della comunità alloggio, difesa dagli avvocati Antonio Impellizzeri, e dei dipendenti Stefania Cardaci e Fabrizio Russo, difesi dagli avvocati Michele Caruso e Sergio Chiarenza. Gli altri quattro imputati, tra i quali il più diretto collaboratore dell’amministratrice, l’ennese Mario Marasà, saranno, invece, processati col rito abbreviato a gennaio. E’ stato sentito come testimone il padre di una bambina, il quale ha dichiarato che “quando tornava a casa la bambina si lamentava dicendo di subire maltrattamenti; di aver ricevuto uno schiaffo, che le avevano fatto cadere gli occhiali e pare che additasse Fabrizio Russo”. Il padre si è costituito parte civile, in aula, assistito dall’avvocato Eleanna Parasiliti. Gli è stato chiesto se i locali della casa alloggio erano freddi, ma il testimone ha dichiarato che non lo facevano accedere alla zona dove si trovavano i bambini”; ha anche dichiarato di essersi lamentato dello scarso cibo ed anche dell’abbigliamento sempre uguale. Ma la Arangio e Marasà, ha riferito, negarono. L’avvocato Chiarenza, intervenendo ha chiesto al testimone perché non abbia sporto denuncia, invece di aspettare tre anni per lamentarsi, il testimone ha dichiarato che temeva ritorsioni nei confronti della bambina. L’avvocato Chiarenza ha fatto risaltare che esistevano delle incongruenze tra le dichiarazioni del padre e quelle della figlia, avvenute in un incidente probatorio. Il presidente del collegio, Elisabetta Mazza, ha chiesto perché tutto questo non lo avesse contestato alla Arangio e a Marasà, i maltrattamenti di cui gli aveva parlato la piccola, ma lui ha sostenuto ancora una volta che temeva delle ritorsioni. a deposto anche un contabile, sulle consulenze svolte per conto dell’accusa, relative alla presunta malversazione contestata all’Arangio. Il contabile ha parlato di acquisti di prodotti “non attinenti all’attività svolta nel centro”, ma per l’avvocato Impellizzeri questo non viene chiarito dall’esame della contabilità. Le imputazioni a carico dell’ex amministratrice sono tante, tra cui aver impiegato per scopi personali, o estranei alle finalità della casa-alloggio, una cospicua fetta delle decine di migliaia di euro che riceveva da vari enti, specie alcuni comuni della provincia.