Enna, inanellati 70 uccelli a Pergusa

Enna. Il 27 e il 28 dicembre si sono svolte le operazioni di inanellamento presso la Riserva Naturale Speciale del Lago di Pergusa.
La stazione di inanellamento presso la Riserva è attiva periodicamente dal 2003; è un’iniziativa che si inquadra nell’ambito dello studio sull’ornitofauna di Pergusa coordinata dal prof. Bruno Massa, docente di Zooecologia e Biodiversità dell’Università di Palermo e promossa dalla Provincia Regionale di Enna, ente gestore della Riserva. Le operazioni sono state svolte dal prof. Natalino Cuti, inanellatore della Stazione di Palermo, dal Dr. Camillo Cusimano dell’Università di Palermo e dalla dott.ssa Rosa Termine, biologo dell’Università Kore di Enna.
Sono stati inanellati 70 uccelli appartenenti a varie specie; tra questi il Luì piccolo, minuscolo passeriforme che a Pergusa lo si osserva soprattutto in inverno, la Cinciallegra, la Cinciarella, l’Occhiocotto, il Pendolino, l’Usignolo di Fiume, il Martin pescatore, il Fringuello, il Cardellino, il Pettirosso, lo Storno nero e lo Storno comune. Quest’ultimo è un uccello molto gregario e si riunisce in stormi che possono contare migliaia di individui. Dopo aver trascorso l’intera giornata nei campi alla ricerca di cibo, la sera i gruppi di Storni si dirigono verso i “dormitori”, costituiti dai canneti di Pergusa dove all’imbrunire, a partire da settembre per tutto l’inverno, prima di posarsi sulle canne si fanno ammirare in migliaia per le loro molteplici evoluzioni. Talvolta gli stormi di questi uccelli vengono attaccati dal Falco pellegrino dal quale si difendono con straordinarie evoluzioni di gruppo che disorientano il predatore e che curiosamente ricordano le strategie difensive dei banchi di pesci.
L’inanellamento è una tecnica basata sul marcaggio individuale dei volatili con l’apposizione di una anello metallico alla zampa. La successiva ricattura di un uccello inanellato fornisce delle indicazioni sulla sua vita e permette, inoltre, di definirne le rotte di migrazione degli uccelli, di identificarne le aree di sosta e fornisce, altresì, delle informazioni cruciali per la pianificazione di sistemi integrati delle aree protette utili a varie specie. La cattura e il successivo rilascio degli uccelli marcati avviene mediante l’utilizzo di reti speciali, chiamate reti-nebbia; nello spazio di tempo che intercorre tra cattura e rilascio vengono prelevati una serie di dati riguardanti lo stato di salute dell’uccello (condizioni del grasso e dei muscoli pettorali, peso) e misure che consentiranno di poter migliorare le conoscenze riguardo le singole specie (misura delle ali, età, sesso, ecc…); sono tutte informazioni utili ad aumentare le conoscenze su etologia e fisiologia delle specie catturate.
L’inanellamento, oltre all’importante valore scientifico nello studio della fauna ornitica, ha anche un ruolo significativo nell’educazione ambientale. Infatti i ragazzi (nella foto di Rosa Termine), assistendo alle attività di inanellamento, possono avere l’occasione, ormai rara, di una vicinanza stretta con la vita animale selvatica e consolidare le nozioni apprese preventivamente tra i banchi di scuola attraverso l’esperienza diretta; tutto ciò, infatti, trasmette loro emozioni speciali e, partendo dagli uccelli, sviluppa la loro capacità di osservare e studiare l’ambiente e la biodiversità in esso presente, analizzando, sintetizzando, collegando e rielaborando ciò che viene osservato. Sono numerosi i ragazzini, ma anche gli adulti, che chiedono di partecipare e, quando possibile, viene data loro questa disponibilità.
Diverse sono le specie di uccelli presenti al momento a Pergusa: in questi giorni sono stati censiti oltre mille Folaghe, 55 Tuffetti, 150 Cormorani, 132 Gabbiani reali e diverse anatre tra cui: 300 Mestoloni, 100 Moriglioni, 50 Canapiglie, 60 Germani reali e oltre 100 Fischioni. Inoltre sono stati osservati l’Airone cenerino, l’Airone bianco, il Falco di palude, il Pollo sultano e il Porciglione.