L’azione di questi sedicenti procacciatori di posti di lavoro da marzo ad oggi hanno truffato centinaio di persone, non solo di Piazza Armerina, ma anche di Mirabella Imbaccari e San Michele di Ganzeria con qualche puntata anche a Caltagirone. Le vittime di questa mega truffa che ha fruttato centinaia di migliaia di euro, venivano aggirate con la promessa un posto a tempo indeterminato in una grossa industria. In verità la grossa industria nissena esiste, solo che i titolari della stessa non sapevano che, attorno a lei ed al suo organico di personale, si stava sviluppando un truffa che coinvolgeva le speranze di centinaia di persone alla disperata ricerca di un posto di lavoro. Addirittura il gruppo di sedicenti procacciatori di lavoro effettuavano delle selezioni per rendere credibile la loro truffa. Le indagini svolte dai carabinieri sono state attente e precise tanto è vero che manca poco perché queste persone vengano identificate ed assicurate alla giustizia. Proprio in questo periodo di festività natalizie le indagini hanno preso consistenza e le prove sono diventate concrete. Al terzo piano del tribunale, dove si trovano gli uffici di Polizia Giudiziaria, i carabinieri stanno interrogando tantissime persone, molte delle quali sono cadute nel tranello ed hanno versato la somma di 10 o 20 mila euro per un posto che non esiste, quindi vanno a sporgere denuncia nella speranza di poter recuperare i soldi che hanno versato ed anche specificare le modalità con le quali sono state avvicinate e poi come si sono svolte le selezioni fasulle del gruppo di truffatori. La truffa è stata ben congegnata perché i truffatori avevano in affittato uno studio elegante, tappeti, quadri alle pareti, personale di segreteria elegante e gentile, grande disponibilità nell’offrire chiarimenti sino a quando i “disperati del lavoro” non versavano la somma pattuita, poi le risposte diventavano evasive, i tempi si allungavano e il miraggio del posto di lavoro diventava sempre più lontano e problematico. Ovviamente sono stati chiesti nel corso delle sedicenti selezioni certificati medici, diplomi con titolo di studio, curricula ed altri documenti per fare scena, il costo del lavoro era variabile, perché molto dipendeva dal livello del posto scelto che partiva da operaio semplice sino ad impiegato di concetto ed anche a manager con il miraggio di recuperare, in breve tempo, l’entità della somma consegnata ai selezionatori ed in qualche caso quella somma proveniva da un prestito di una banca o di parenti per arrivare a quanto richiesto dai presunti dirigenti dell’azienda nissena. Ce ne sarebbe stato davvero per tutti i titoli di studio. Alcune persone, pur di avere un lavoro, si sarebbero convinti di recuperare presto l’“investimento” iniziale. Molti hanno presentato denunzia ma ce ne sono altri che ancora non sanno che la promessa di lavoro era solo ed esclusivamente una truffa, puntava tutto sulla grande voglia di avere un posto di lavoro sicuro.