Enna. Dott. Salvatore Minardi sui problemi di Pasquasia (bomba ecologica?)
Enna-city - 13/01/2011
Enna. I due atti di sabotaggio (incendi e sversamento di olio dielettrico) hanno evidenziato che su Pasquasia vi è il pericolo che si possa formare una bomba ecologica di notevole spessore. Abbiamo chiesto a Salvatore Minardi (nella foto), direttore del Laboratori di Sanità Pubblica ed uno dei maggiori esperti in problemi ambientali alcune considerazioni su questo delicato argomento.
“Intanto prima di dare una risposta – esordisce Salvatore Minardi – tengo a precisare che non sono il Direttore dell’Arpa, bensì il Direttore, da più di 10 anni del Laboratorio di Sanità Pubblica dell’ASP, Servizio Interareale del Dipartimento di Prevenzione. Mi occupo della miniera dismessa in quanto esperto a titolo gratuito della Commissione Speciale sul sito di Pasquasia, istituita dal presidente della Provincia regionale Giuseppe Monaco e presieduta dal consigliere provinciale Giuseppe Regalbuto – Dopo la chiusura del sito industriale di Pasquasia si è molto parlato della presenza, nelle discenderie, di un deposito di scorie radioattive, che ha creato grande allarme della popolazione dei comuni limitrofi. Il sito minerario di Pasquasia, così come altri siti dell’area dell’altipiano gessoso-solfifero siciliano, è stato oggetto di approfondite indagini tecniche, finalizzate alla realizzazione di un eventuale impianto di stoccaggio definitivo di scorie nucleari provenienti da lavorazioni energetiche nucleari. Ulteriori studi, sono stati effettuati mediante la realizzazione di una galleria sperimentale da parte dell’Enea. Da quanto sopra è emerso che nel sito minerario, non risultava inserito alcun materiale radioattivo di bassa, media o alta attività”.
“Il Comitato Regionale Tutela Ambiente (CRTA), organo dell’Assessorato Regionale Tutela Ambiente – spiega Salvatore Minardi – fu, allora, investito della problematica e fu contemporaneamente istituita presso il Comitato provinciale una commissione, di cui hanno fatto parte alcuni componenti della CRTA regionale”. I componenti erano il Direttore dell’Istituto d’igiene dell’Università di Catania Prof. Salvatore Sciacca; la Professoressa Maria Antonietta Toscano, docente di Microbiologia presso l’Università di Catania; il Dott. Salvatore Minardi Direttore del Laboratorio di Sanità Pubblica di Enna, nonchè i componenti pro tempore della CPTA di Enna.
L’indagine si concluse, che presso la miniera non esisteva alcun materiale fonte di radiattività se non alcune barre di Celsio 137, opportunamente schermato e utilizzato nelle bilance per la quantificazione delle masse di minerale estratto.
–Nel frattempo sono stati attenzionati i problemi che si ponevano con la chiusura del sito industriale per quanto riguarda i rischi per la salute pubblica e dell’ambiente?
“La storia del sito in questione – chiarisce il dottor Minardi – ha avuto un percorso particolare: è stata posta molta attenzione sull’eventuale presenza di scorie radioattive, di contro non è stata attenzionata sufficientemente la necessità di un intervento di messa in sicurezza, cosi come è dovuto per un sito industriale dimesso”.
– Vuole essere più esplicito?
Mi spiego meglio: dopo che la miniera è stata dismessa, non fu fatto alcun intervento di messa in sicurezza che di fatto si imponeva. I processi produttivi creano come fattore consequenziale della produzione rifiuti di varia natura, che sono stati allocati negli anni nello stesso sito, senza adeguati protocolli di confinamento in sicurezza. Grazie ai lavori della commissione, completata la stesura di un documento programmatico, si è intrapreso un percorso di fattibilità finalizzato al reintegro dei luoghi, la cui messa in sicurezza si impone per la prevenzione della salute pubblica, per la fruibilità ambientale nonchè per l’eventuale riattivazione dei processi di estrazione e produzione. Dal mese di agosto 2010, una ditta specializzata sta effettuando il monitoraggio del sito, in particolare delle fibre aerodisperse di cemento-amianto, costituente massivo delle strutture produttive (circa 20 milioni di Kg) presenti nel sito e oggi rifiuto depositato sui piazzali della miniera, così come documentato dai diversi sopralluoghi. Detta presenza costituisce un rischio ambientale e sanitario elevato, diventa assolutamente necessaria l’individuazione di una discarica che dovrà essere dedicata esclusivamente ai rifiuti di amianto presenti nel sito minerario di Pasquasia”.
– Questo intervento attiene a quali responsabilità oggettive ?
“Le responsabilità attengono a chi è proprietario del bene (quindi la Regione ndr) o lo ha avuto in concessione. Sicuramente non può essere disatteso un problema così grave per il territorio ennese tenuto conto che da quanto c’è stato detto da vari esperti minerari, compresa l’Italkali, il sito dopo la caratterizzazione e la bonifica potrebbe tornare altamente produttivo con potenzialità di resa concorrenziale a livello internazionale e per un lungo periodo”.