Il racconto della giovane presunta vittima è stato tragico, in aula la ragazza non ha avuto esitazioni nel puntare l’indice contro sua madre, accusandola di essere stata zitta pur sapendo degli abusi che stava subendo dal suo convivente, senza mai riuscire a difenderla, nonostante avesse, dodici anni. Le accuse erano già state rivolto all’uomo, ma soprattutto alla madre, che sostanzialmente l’aveva abbandonata, per suo interesse, nelle mani di un bruto. Un operaio dalla personalità contorta, dalla suggestioni perverse, che ha condizionato e minato la vita di una ragazza che, oggi, a diciotto anni, vive pensando a quello che ha sofferto per lunghissimi anni, non avendo il conforto ed il sostegno di una madre. In quella casa c’erano da celebrare riti esoterici, e lui che si sentiva il faraone egiziano Ramsete e la ragazzina non era altro che la sua moglie, quindi allucinazioni, fantasie sessuali, una tragedia vissuta per circa tre anni. Con questa scusa avrebbe costretto la ragazza a subire, con la complicità della madre, rapporti sessuali e morbosi riti satanici, con tanto di croci, formule astruse,utilizzazioni di unguenti, vesti sfarzose in un’atmosfera suggestivamente terribile, dove a dominare la scena era proprio lui, S.B., conquistare invitto. Un ritorno all’antico che aveva però una sola vittima, la ragazzine che era nelle mani di due sciagurati, pronti ad approfittarne, a condizionarla psicologicamente e fisicamente.