Enna. Il giorno più difficile per la famiglia di Roberto Fazzi, tecnico Telecom deceduto in incidente stradale

Enna. Il giorno più difficile. Quello del distacco del proprio caro. Una famiglia affranta, quella di Roberto Fazzi, l’assistente tecnico della Telecom morto in un incidente stradale avvenuto martedì mattina nei pressi dello svincolo di Piazza Armerina Nord, che ieri nel tardo pomeriggio ha salutato il proprio congiunto.

Un rito funebre, quello che alla “Sala del Regno dei Testimoni di Geova” hanno officiato il ministro del culto di Milano, Antonio Sangari, e il confratello Gianfranco Buscemi, caratterizzato da grande emotività e commozione. Tutta la Telecom di Enna, Caltanissetta e Agrigento ha voluto rendere omaggio a una persona “veramente amica” –come hanno sottolineato molti suoi colleghi- che “credeva nei valori della famiglia, del lavoro” e che “faceva della disponibilità e della lealtà la sua dote principale”. Centinaia gli ennesi che hanno affollato l’edificio della “Sala delle adunanze” di contrada Ferrante.

Incredulità, sgomento e tristezza sono i sentimenti che prevalgono in tutti coloro che ancora non riescono a darsi una spiegazione e poche parole ai familiari che, per tutta la celebrazione sono rimasti abbracciati. Il papà Sebastiano, la mamma Michelina e i fratelli Osvaldo, Eunice e Maria Pia. La moglie di Roberto, Graziella, a cercare di confortare il figlio più piccolo Giulio, ricevendo a sua volta il conforto del grande, Patrics. Scena di dramma senza fine, con una famiglia che da martedì mattina ha modificato la sua esistenza. Sperava fosse un incubo, invece col passare delle ore e soprattutto durante il funerale, ha avuto la certezza che tutto è tremendamente, assurdamente, vero. “In un momento triste come questo tutti ci chiediamo perchè succede tutto ciò. E riflettiamo come la morte sia orrenda. Roberto era una persona speciale, la fede dovrà darvi forza e coraggio. La morte lascia disperazione, ma i credenti conoscono la resurrezione”. Questo in sintesi il discorso del ministro Sangari rivolto ai familiari di Roberto. Alla fine del rito funebre, non sono mancati i ricordi dei colleghi di Roberto. “Un collega, un amico sempre col sorriso sulle labbra, un punto di riferimento”, sottolinea Ettore Paternicò. Non si da pace invece Enzo Sanfilippo:“Ci eravamo visti un’ora prima della tragedia –dice- e come al solito avevamo scambiato qualche battuta. Non meritava di morire così”.

Giacomo Lisacchi