R. – Siamo molto preoccupati di questo enorme ritardo, perché questo danneggia anzitutto i nostri giovani, specialmente nei territori più svantaggiati. In questo modo, invece di contrastare l’evasione scolastica e la dispersione scolastica, si contribuisce ad incrementarla.
D. – Di fronte a questo immobilismo da parte delle istituzioni, come vivono i giovani?
R. – I giovani si sentono senza futuro. Il nostro compito è quello di aiutare i giovani a restare in Sicilia per avere un futuro.
D. – In questa situazione di paralisi, l’attuazione del federalismo fiscale potrebbe favorire uno sblocco?
R. – Ci sarebbe da disperare se venisse attuato immediatamente il federalismo fiscale. E questo perché la Sicilia in questo momento non ha né un progetto a lunga scadenza né le risorse economiche né le risorse umane per attivare questo federalismo fiscale, che pure va attivato affinché ci sia una maggiore responsabilità. E’ necessario riuscire a prepararsi a questo, attraverso una cultura della responsabilità che, purtroppo, non è molto diffusa.
D. – Chi ha responsabilità, sia a livello nazionale che a livello locale, come può invertire la rotta?
R. – Può invertire la rotta mettendo la scuola e l’educazione al centro dell’agenda politica: in Sicilia ci accorgiamo, invece, che al centro dell’agenda politica ci sono problemi troppo spesso di natura clientelare. Le faccio un esempio: in questo momento l’Assemblea Regionale sta discutendo su quali direttori generali nominare, dividendoli per i vari partiti che appoggiano il governo, mentre c’è una legge sul diritto allo studio che è ferma da alcuni anni… E questo a nessuno interessa!.
Paolo Ondarza – Radio Vaticana