Museo “Tommaso Campailla” di Modica: un viaggio fra storia e medicina
Enna-Cronaca - 16/02/2011
Fino ai primi decenni del Novecento, nei principali nodi ferroviari delle più importanti stazioni climatiche, grandi cartelli annunciavano: “A Modica le botti di Campailla per la cura della lue”.
La Città della Contea rappresentava, infatti, un centro di primaria importanza, unico nel suo genere, per la cura della lue, meglio nota come sifilide.
E’ pertanto inestimabile il valore custodito dal Museo “Tommaso Campailla” di Modica, inaugurato lo scorso settembre e restituito alla città grazie all’impegno profuso dall’Associazione Culturale “IngegniCulturaModica” e dal prof. Valentino Guccione. Una qualità comprovata anche dal recente encomio ricevuto lo scorso mese di dicembre alla GAM di Palermo dalla commissione scientifica dell’associazione “I world” che, in coerenza con l’art. 2 della Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, ha inserito la “Scuola Medica Modicana e Le Botti di Tommaso Campailla” all’interno del “Libro dei saperi” del R.E.I.L., il Registro delle Eredità Immateriali di Interesse Locale.
Il museo sorge all’interno di un antico stabile del XVII sec. edificato per accogliere il primo ospedale della città, il “Santa Maria della Pietà”, poi divenuto Sifilicomio Campailla e, infine, Ospedale Campailla. Centro di primaria importanza per il trattamento della sifilide sino agli anni Quaranta, la gente accorreva da ogni dove per beneficiare delle preziose terapie. In seguito alla scoperta della penicillina e al suo impiego per la cura della malattia, subì di conseguenza un progressivo declino fino alla definitiva chiusura negli anni Settanta del secolo appena trascorso.
L’itinerario all’interno della struttura si snoda lungo quattro sale espositive: la Stanza delle “Botti”, lo Studio Medico, il Teatro Anatomico e il Museo della Medicina.
La Stanza delle “Botti” è la parte più antica e preziosa di tutto il percorso, ove l’angoscia lasciava spazio alla speranza. Qui venivano sottoposti ai benefici della cura i sifilitici. Entrando, la sala appare subito lugubre e plumbea. A sinistra, coperte da un’intelaiatura di legno provvista di tre porte e risalente a un periodo successivo, emergono le tre stufe mercuriali, chiamate comunemente “botti”. Piccolissime, (appena 0,80 m base x 1,34 m altezza), il malato doveva entrarvi sedendosi su uno sgabello. Dopodichè veniva chiusa la piccola porticina che serviva per accedervi. Costruite con una varietà di legname ignoto dello spessore di 2 cm, le Botti sono ricoperte all’esterno da un impasto, anch’esso sconosciuto, spesso 20 cm.
Due piccoli fori, in alto e alla base, permettevano, rispettivamente, di monitorare il processo e il paziente durante la permanenza all’interno della “stufa”, e inserire la dose di cinabro e incenso dentro il braciere ardente contenuto nella botte, cosicché le fumigazioni esalassero nell’aria la sostanza curativa.
Oltrepassando un corridoio si giunge nello Studio Medico. Arredato in stile ottocentesco, è un vero e proprio cimelio che, grazie ai preziosi arredamenti e agli arnesi custoditi al suo interno, offre uno spaccato di ciò che doveva essere l’ambiente e le consuetudini mediche di allora. Inoltre, merita un cenno a parte, la preziosa libreria custodente una serie di volumi medici del ‘700 e ‘800.
Al piano inferiore, attraversando il cortile interno in cui è posto il busto del Campailla, si trova il Teatro Anatomico, uno dei pochi esempi in Italia. Situato in una stanza dalle volte a botte, è collocato ai piedi di due scalini che portano su un piano rialzato ove presumibilmente trovavano posizione gli studenti o i medici intenti a veder dissecare il cadavere di turno.
Chiude la visita il Museo della Medicina, una preziosa collezione di strumenti medici e chirurgici dell’Otto e Novecento, tra cui si menzionano un apparecchio per pneumotorace del prof. Morelli, un elettrocardiografo, un’apparecchiatura per Marconiterapia, un antico apparato “Gilardoni” per radioscopie, oltre ad altri importanti dispositivi e a svariati attrezzi medici.
Impreziosiscono il percorso alcune testimonianze fotografiche della malattia, scatti d’epoca che riprendono i danni inflitti dalla sifilide sui corpi dei malcapitati “amanti profani”.
L’associazione IngegniCulturaModica si sta muovendo su diversi fronti, museografico, museologico e divulgativo, al fine di migliorare, ampliare e diffondere l’offerta museale.
Sotto il profilo museografico, molteplici sono le migliorie apportate agli allestimenti e all’illuminazione, e altre ne sono in progetto. Per quanto riguarda l’aspetto museologico, si sta procedendo al lungo e complesso processo di catalogazione degli strumenti e a implementarne il nucleo originario per mezzo di donazioni, lasciti e acquisizioni. Infine, la divulgazione e la promozione è svolta attraverso una serie di attività collaterali a carattere formativo, culturale, turistico ed editoriale che vanno ad inserirsi nel più ampio progetto di promozione e valorizzazione dell’intero territorio del Val di Noto operata dall’Associazione Culturale IngegniCulturaModica.
Giovanni Scucces
INFORMAZIONI UTILI
Museo “Tommaso Campailla” Modica
Indirizzo: Ex Ospedale Campailla – Piazza Campailla – Modica (RG)
Orari: Da martedì a sabato ore 10,00 – 13,00 / 16,00 – 19,00. Domenica e festivi ore 10,00 – 13,00
Accoglienza del pubblico a cura della Società Cooperativa “Progresso Ibleo”.
Gestione a cura dell’Associazione Culturale “IngegniCulturaModica”.