Troina: Riportata alla luce delibera Consiglio comunale del 19 novembre 1860

Troina. Come visse Troina, 150 anni fa, il passaggio dal Regno delle due Sicilie sotto i Borboni al Regno d’Italia sotto i Savoia? Non si hanno molti documenti a disposizione, se non quelli conservati nell’archivio storico comunale, che vengono compulsati dai cultori di storia locale. Ed è uno di questi cultori di storia locale, Basilio Arona, che ha riportato alla luce una delibera del consiglio comunale del 19 novembre 1860. L’ha trascritta al computer e di questa trascrizione ce ne ha dato una copia. L’oggetto della Delibera è: “Deputazione ad indirizzo pel Re e Garibaldi e Mordini”. Antonio Mordini fu il prodittatore al quale Garibaldi delegò il governo dell’Isola. E’ scritta in un italiano tabaccoso, aulico e tronfio, che ne non ne rende facile la lettura e la comprensione. A presiedere quella riunione del consiglio comunale di 150 anni fa c’era il canonico Gaetano Schillaci. Il consiglio comunale approvò “l’indirizzo di devozione al Re d’Italia Vittorio Emanuele II” e nominò la commissione che avrebbe dovuto presentarlo al Re. Furono chiamati a farne parte: Alvaro Bazan, Luigi Napoli e l’intendente del circondario di cui non è indicato il nome. Il 21 ottobre 1860 c’era stato il plebiscito per l’annessione della Sicilia all’Italia, che il consiglio comunale di Troina ricordava come il giorno in cui “con abnegazione singolare, la Sicilia sacrificò sul santo altare della Comune Patria gli aviti diritti propri del Regno Costituzionale secolare”. Il sacrificio non fu vano perché “si fu l’utilità di vedere l’Italia una, sotto lo scettro istituzionale della dinastia Sabauda”. Il consiglio comunale chiedeva al Re Vittorio Emanale II di convocare il Parlamento nazionale “per così firmare su solidale (sic) basi quanto interessa l’insieme dell’Italia”. Nell’indirizzo di devozione per Garibaldi, per il tramite del prodittatore Mordino, il consiglio comunale manifestava “la più viva e sentita gratitudine per aver liberato con il di lui insuperabile valor militare, e con la sagacità di mente che gli è propria, i popoli delle due Sicilie da quel giogo tirannico che li aveva per molti anni oppressi ed affranti”. Attestati di stima anche per Mordini “per la speciale abilità di cui avete date non dubbie prove nell’averci saputo ben governato durante la prodittatura da Voi onorevolmente esercitata”.

Silvano Privitera