Piazza Armerina. Convegno: “L’identità in pericolo: le credenze religiose nella Sicilia orientale”

Presso la Chiesa della Commenda a Piazza Armerina a cura del Centro Studi sulle Nuove Religioni in collaborazione con la Diocesi di Piazza Armerina e l’ISSR “Mario Sturzo”, giovedì 24 febbraio alle ore 16, è organizzato un convegno di presentazione dell’indagine “L’identita’ in pericolo: le credenze religiose nella Sicilia orientale” e del relativo volume edito da Edizioni Lussografica con la partecipazione del prof. Massimo Introvigne Rappresentante dell’OCSE (Organizazzione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa per la lotta contro il razzismo e la discriminazione religiosa, del prof. PierLuigi Zoccatelli vicedirettore del CESNUR, S.E. Mons. Michele Pennisi Vescovo di Piazza Armerina e il dr. Alberto Maira.

A distanza di meno di un anno dalla pubblicazione del volume La Messa è finita? Pratica cattolica e minoranze religiose nella Sicilia Centrale, frutto di un’indagine sociologica curata dai professori Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli, gli stessi autori pubblicano i risultati di un’altra ricerca in questo volume dal titolo: L’identità in pericolo. Le credenze religiose nella Sicilia Centrale”. La ricerca del CENSUR che viene presentata in questo volume, coordinata in loco dal dottor Alberto Maira, è stata effettuata nel 2010 sulla base di un campione considerato rappresentativo dell’intera popolazione della Diocesi, compresi i non cattolici, i fedeli di altre religioni e quanti non si riconoscono in nessuna religione.
Questa ricerca, che si occupa della componente cognitiva delle credenze religiose, ne ha selezionato sette tipiche del credo cristiano, tenendo presenti come indicatori oltre che il sesso, anche l’età e il grado di scolarità degli intervistati. Lo scopo dell’inchiesta non era, ovviamente, di realizzare un test di quante e quali formule del catechismo gli inchiestati avessero conservato nella memoria anche a distanza di anni, ma il tentativo di fare emergere l’accettazione, o il rifiuto, di alcune credenze fondamentali della fede cristiana, con l’implicita attesa di dover delineare, al termine del percorso statistico, un quadro complesso fatto di luci e di ombre.
Dalla ricerca risulta che l’identità religiosa, che rientra nell’ambito della religione cristiana e cattolica, è ancora forte e radicata come componente importante della cultura centrosicula, e siciliana per estensione, se la si paragona ad altre regioni italiane ed europee nelle quali il processo di secolarizzazione ha intaccato molto l’identità cristiana. A livello di credenze la grande maggioranza s’identifica ancora con alcune verità fondamentali del quadro della fede cattolica. Ma le tabelle statistiche documentano anche un’ampia oscillazione, testimone probabilmente di influssi educativi eterogenei rispetto al monolitico sistema del passato, o frutto di una crescente soggettivizzazione-razionalizzazione della fede, entrata per molti fra i beni di consumo e del benessere personale, il “fai-da-te” delle credenze religiose. Meraviglia, ad esempio, che solo il 76,9% dichiari di credere che «Dio esiste ed è una persona» mentre il 90,7% crede alla resurrezione di Gesù Cristo, l’84,0% alla sua divinità, l’84,2% ai miracoli, l’81,1% al Paradiso e il 75,5% all’Inferno. Probabilmente la domanda sull’esistenza di Dio unita a quella della sua personalità, se ha evitato che potessero rispondere positivamente coloro che professano un vago deismo, ha provocato una certa confusione evidenziando una scarsa coerenza logica fra le varie credenze e un divario nella loro gerarchizzazione con il sistema ufficiale. La specificazione delle varie concezioni su Dio, distinte dal punto qualificante della fede cristiana, e cioè il dogma della Trinità delle Persone nell’Unità della Natura in Dio, avrebbe potuto fare emergere un quadro diverso, più preciso, da quello delineato. Ma questa, è materia per un’ulteriore ricerca. È significativo, inoltre, che la credenza meno condivisa (73,2%) sia quella secondo cui «La Chiesa cattolica è un’organizzazione voluta e assistita da Dio». Si ha la conferma della diffusione soprattutto fra le giovani generazioni dello slogan “Cristo sì, Chiesa no!”, che mostra come la Chiesa non è vista come la mediazione necessaria per il rapporto con Cristo, ma in qualche caso come un ostacolo per incontrare con Cristo.
Non mancano, quindi, le ombre. I dati, più bassi, relativi alla credenza nella Chiesa Cattolica debbono creare una certa preoccupazione pastorale. Si costata un’erosione dell’identità cattolica, soprattutto nelle generazioni più giovani: la fiducia nella Chiesa cattolica diminuisce fra i giovani, fra la popolazione di sesso maschile e fra chi è diplomato. Molti che si allontanano dalle verità della fede cattolica, soprattutto fra i giovani, e non sostituiscono la fede con altre credenze ma cadono in una sorta di agnosticismo pratico e di relativismo che non si teorizza come ateismo. Desta meraviglia, ancora, il fatto che crede negli oroscopi l’8,6% del campione generale e il 9,7% tra i giovani, certamente influenzati da certe trasmissioni televisive. Degna di rilievo, infine, è la documentata credenza negli UFO e gli extra-terrestri, che tra i giovani raggiunge la percentuale del 37,4%, collocandosi a livelli record. Confermando il noto paradosso di Gilbert Keith Chesterton, che recita: “Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente, perché comincia a credere a tutto”. Nel nostro popolo, anche se sono presenti tendenze secolariste, la religione continua ad essere una agenzia primaria di produzione di senso della vita e di appartenenza comunitaria, che si esprime nelle varie forme della pietà popolare, nella quale però tende a prevalere il sentimento sulla ragione e sulla coerenza di vita . Bisogna chiedersi se il cattolicesimo, ridotto a fatto culturale tradizionale, non manifesti solo una religiosità di facciata frutto del controllo sociale piuttosto che scaturire da una adesione di fede convinta e coerente. Si assiste all’evolversi di una tendenza allo sfaldamento dell’unità delle credenze; pare che, anche nel nostro territorio, ci si avvii ad una perdita della specificità cattolica.
Mentre ci complimentiamo per lo sforzo d’indagine sostenuto dagli autori, auspichiamo che si possano affiancarsi alle tecniche di ricerca sociale quantitative utilizzate altre che integrino anche i “reagametodi qualitativi”, che includessero altri preziosi indicatori della religiosità vissuta oggettivamente, come: la partecipazione alle feste religiose, l’associazionismo religioso e la sua consistenza, la diffusione della stampa di ispirazione cristiana, la scelta dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, le firme per l’otto per mille.
Questa ricerca, in ultima analisi, è sommamente preziosa perché ci aiuta a prendere coscienza della realtà religiosa del nostro territorio verificando il rapporto fra credenza, appartenenza e pratica religiosa, e a programmare, nella riflessione pastorale, gli interventi adeguati nella prospettiva della nuova evangelizzazione, che abbia come destinatari privilegiati i giovani, gli uomini, le persone colte.
Un lavoro, quello di Introvigne e Zoccatelli, che trova eco negli Orientamenti della Conferenza Episcopale Italiana per il decennio 2010-2020 “Educare alla vita buona del Vangelo” e nelle iniziative promosse dal nuovo Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Una risposta al quadro problematico delineato dall’opera, saranno certamente le indicazioni che emergeranno dal prossimo Sinodo dei Vescovi nel 2012 su ”La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”.

+ Michele Pennisi

Vescovo di Piazza Armerina