Poche settimane fa una parte del soffitto dell’abitazione dove Enzo Puzzanghera viveva con moglie e tre figli ha ceduto di schianto. Per fortuna il tutto è accaduto quando tutti gli occupanti erano fuori. Una casualità che, probabilmente, ha evitato una tragedia. “Abitare in quella casa era diventato un incubo – dice Enzo – Una preoccupazione continua, soprattutto per quanto potesse succedere ai miei bambini”.
Sono tante le famiglie che a Villarosa vivono nell’angoscia per non avere una casa decente. E’ il caso di Maria Cinzia, marito e tre figli, di cui uno down; di Rosa Maria, quattro figli, costretta a vivere con il marito in un piccolo ambiente, dove water e stanza da letto comunicano direttamente con una stanzetta che di giorno funge da cucina (l’unica che ha un balconcino) e di notte da cameretta per i bambini. L’illuminazione, con due lampadine, è limitata alle due stanze, mentre in una terza completamente al buio ci dorme il cognato. “Non ci riesco più a stare – ripete affranta – i miei figli sono sempre malati”.
Ma potremmo parlare anche di Vittorio Puzzanghera, che vive in un buco di 18 metri quadrati. “La mattina è soggiorno, a mezzogiorno cucina e la sera stanza da letto”, commenta laconico. Così come di Salvatore Sorbello e Alfonso Chierico. Potremmo raccontare di altre situazioni insostenibili, assurde ed impensabili, ma ci fermiamo qua. Intanto, nell’assurdità di questi disagi per tante famiglie (villarosane doc) c’è un paradosso. In contrada Zotta Caldaia, 24 alloggi popolari se ne stanno abbandonati e vandalizzati, perché le tre palazzine costruite circa sette anni fa non sono state ancora allacciate al collettore fognario principale urbano che dista poco più di 200 metri.