Aidone. Cinque indagati per l’omicidio di Giuseppe Mililli, detto “u’ prosciuttaru”
Enna-Cronaca - 23/02/2011
Sono cinque gli iscritti nel registro degli indagati sull‘omicidio Giuseppe Mililli di Aidone da parte della Dda di Catania. L’uomo di punta della famiglia di Cosa Nostra scomparve il 10 febbraio del ’98 e dalle indagini sembra che lo stesso sia stato ucciso in territorio di Caltanissetta per cui la competenza territoriale potrebbe passare a Caltanissetta.
Giuseppe Mililli, detto “u’ prosciuttaru”, aveva creato qualche problema a Piddu Madonia cercando di imporsi nelle operazioni di estorsioni per cui la sua sorte fu decisa dai clan mafiosi di Niscemi, Mazzarino, Gela, San Michele di Ganzaria. Secondo una prima ricostruzione i killer gli avrebbero dato appuntamento, poi lo avrebbero strangolato ed il corpo messo in un fusto di nafta, dato alla fiamme nei pressi di una masseria in contrada Arcia a Niscemi. I presunti esecutori di questo omicidio sono il mazzarinese Francesco Ghianda, Sebastiano Montalto detto “Iano l’Americano”, difeso dall’avvocato Francesco Spataro; Massimo Carmelo Billizzi, difeso dall’avvocato Danilo Tipo; Salvatore Siciliano, difeso dall’avvocato Antonio Impellizzeri; e Gesualdo La Rocca di San Michele di Ganzaria, difeso dall’avvocato Marilena Facente. Francesco Ghianda, difeso dagli avvocati Tipo e Giampiero Russo, fu scarcerato dal tribunale del Riesame ma rimase in carcere per altri reati. Per gli altri quattro imputati ci sono, invece, possibili ricorsi in Cassazione. I cinque indagati furono arrestati dagli agenti delle squadre mobili di Enna e Caltanissetta, coordinati rispettivamente da Giovanni Cuciti e Giovanni Giudice, nell’operazione “Crimen silenti”. Il collaboratore di giustizia Antonino Pitrolo, mafioso di Niscemi, ha dichiarato che l’omicidio fu eseguito dagli arrestati dichiarando di aver trovato lui, per conto di Daniele Emmanuello, boss gelese poi morto, la masseria di contrada Arcia a Niscemi dove Mililli sarebbe stato ucciso e bruciato. Appena alcuni mesi fa è arrivata la dichiarazione di morte presunta, da parte del Presidente facente funzioni del tribunale di Enna David Salvucci. Ora chiusa l’inchiesta i difensori hanno 20 giorni per presentare memorie o chiedere nuovi atti investigativi.