Alla vigilia del confronto, a Milano, sul futuro dell’Irfis, la Cgil e la Fisac siciliane fanno sapere che non andranno a “vedere al buio”, il progetto del governo regionale, il passaggio cioe’ delle attivita’ non bancarie dell’istituto da Unicredit alla Regione siciliana,“senza che ci sia un piano industriale certo e condiviso che dia garanzie sulle condizioni di lavoro e sui livelli occupazionali”. “Al momento- scrivono un una nota Antonio Riolo, della segreteria regionale Cgil, Francesco Re e Francesca Artista della Fisac regionale- registriamo solo l’esistenza di un titolo senza contenuti, cosa che ci fa temere sia in rapporto ai lavorarori che all’efficacia del progetto stesso. Non vorremmo- sottolineano- che anziche’ costruire uno strumento di sostegno alla fragile economia dell’isola si pensi di costituire una sorta di bancomat elettorale permanente attraverso il quale erogare credito a prescindere dalla validita’ dei progetti e dei programmi per cui si richiede il finanziamento”. Riolo, Re e Artista rilevano che “mentre nulla si sa del piano industriale sono ben note invece le zavorre che rischiano di paralizzare l’attivita’ della nuova Irfis, come i 500 milioni di euro di sofferenze collegate al mancato ripianamento di una parte dei crediti erogati da Ircac, Crias, Irfis e Sviluppo Italia, istituti che si vorrebbe adesso fondere”. La proposta che Cgil e Fisac intendono sottoporre alle altre sigle sindacali e presentare al tavolo del negoziato comprende la richiesta di definizione del perimetro societario della nuova Irfis, della sua mission e del suo organico; la richiesta di chiarezza sulla nuova compagine societaria, possibilmente aperta ai privati, di tutele e garanze contrattuali per i lavoratori, prevedendo anche una struttura organizzativa che eviti la mobilita’ territoriale. “Chiediamo inoltre di sapere- affermano gli esponenti di Cgil e Fisac- come si intenda affrontare il problema delle sofferenze che rischiano di bloccare alla nascita la nuova Irfis”.