Barrafranca. Intitolata una via ad Angelo Ligotti

Barrafranca. Una via intitolata ad Angelo Ligotti e una conferenza per rimarcare la nobile figura di uomo sensibile alle arti e alla cultura, durante il centesimo anniversario dalla nascita. Questo in sintesi l’iniziativa organizzato dalla Pro Loco di Barrafranca del presidente, Filippo Cuda, in collaborazione con l’amministrazione comunale che in precedenza aveva approvato una delibera per dare luogo alle celebrazioni ufficiale ed istituzionale e ricordare questa figura soprattutto alle giovani generazioni. Erano presenti il sindaco Angelo Ferrigno, il vicesindaco Enzo Pace e diversi rappresentanti di associazioni del territorio. Dopo l’intitolazione della via allo storico e archeologo dott. Angelo Ligotti proprio attaccato all’edificio dove visse per lungo tempo, si è registrata la presenza della banda musicale che ha eseguito alcuni brani tra cui l’inno nazionale. Tutti i partecipanti si sono trasferiti nella sede del comune di piazza Fratelli Messina per assistere alla conferenza in ricordo di Angelo Ligotti. Ha partecipato un folto pubblico e relatori sono stati tre personalità del mondo locale con Renato Cannada, Salvatore Licata e Sebastiano Arena. “ Ricordare questo uomo a 100 anni dalla sua nascita – afferma il sindaco Ferrigno – in un periodo che ricorre il 150 anniversario dell’Unità D’Italia è un grande evento per cui la comunità barrese deve molto a chi si è speso per Barrafranca perché si e distinto nella ricerca, lasciando un segno chiaro e indiscutibile della sua presenza nel campo medico-scientifico, storiografico ed archeologico”. Durante l’iniziativa presenti alcuni alunni della scuola “San Giovanni Bosco” che ha intonato il “Nabucco” di Verdi. Piene di emozione, le parole del figlio Onofrio Ligotti, medico barrese, che oltre a ringraziare tutti gli intervenuti ha rimarcato come la sua famiglia abbia manifestato la volontà di poter istituire un museo archeologico proprio a Barrafranca utilizzando i numerosissimi reperti archeologici rinvenuti dal padre durante le campagne di scavi e conservati adesso presso la sovrintendenza di Enna.