Enna. Dimissioni Presidente Grippaldi da Confindustria

Enna. L’avvocato Nino Grippaldi, con uno scarno comunicato di Confindustria, ha rassegnato le dimissioni da presidente, sei mesi prima della scadenza del mandato. Dimissioni improvvise che vengono fuori proprio nel momento in cui il territorio ennese sta crescendo con una serie di iniziative nell’agroalimentare, nel momento in cui Outlet Sicilia si sta sviluppando in maniera esponenziale, nel momento in cui ci sono investimenti per 250 milioni di euro. Nino Grippaldi ha preferito rimanere a difendere il suo territorio dall’attacco continuo dei “poteri forti” e in questo contesto sicuramente un ruolo importante lo ha avuto, qualche mese, quando l’imprenditoria ennese, costituendo un comitato spontaneo, ha difeso a spada tratta, la zona agricola di Dittaino dalla possibile realizzazione di una mega discarica, che avrebbe condizionato tutta l’attività di un’area industriale in progresso.
«In questi 5 anni e mezzo – ha esordito Grippaldi – ho potuto portare avanti un percorso grazie alla collaborazione dei tanti colleghi che mi hanno consigliato e sostenuto nelle diverse iniziative. Insieme ai colleghi individuammo da subito nella valorizzazione delle peculiarità del territorio e delle nostre produzioni un terreno su cui valeva la pena di cimentarsi. Individuammo nell’apparato politico-istituzionale-burocratico il maggior freno alla crescita della provincia e su questi ambiti cominciammo a lavorare».

Vocazioni e burocrazia. Due temi sempre al centro delle posizioni di Confindustria. Nel concreto cosa resta?
«Proprio puntando sulle vocazioni – prosegue Nino Grippaldi – abbiamo promosso tre distretti produttivi di cui due – quello delle produzioni agroalimentari da cereali e quello della plastica hanno poi ottenuto il riconoscimento. La nostra provincia può avere uno sviluppo concreto e sostenibile se punta sulle sue produzioni agricole di qualità, se punta su fattori che da sempre permettono alle nostre produzioni di puntare su genuinità e tradizione».

Il mercato in che modo apprezza queste caratteristiche; non si rischia di restare un mercato di nicchia?
«Tutt’altro! Sulla qualità e sulla genuinità puntano anche i grandi gruppi industriali; tutto questo risponde alla domanda dei consumatori proprio chiedendo sempre maggiori garanzie su questi fattori. Non a caso le aziende agrolimentari hanno saputo reagire meglio alla crisi e senza alcun ricorso ad ammortizzatori sociali hanno mantenuto mercati e in alcuni casi sono cresciute soprattutto sui mercati che meglio apprezzano tali fattori».

La malaburocrazia? Questa è una nota dolente
«Su questo aspetto purtroppo le attività di denuncia e di pungolo per avere amministrazioni vicine ai territori sono state spesso vane. Il sistema istituzionale e politico sembra puntare spesso a perpetuare se medesimo senza nessuna aderenza con il territorio e le sue aspettative».

Quali aspettative ha dunque la nostra provincia?
«E’ una domanda cui non posso rispondere in modo esaustivo. Un territorio, una classe dirigente deve saper misurare le proprie aspettative in funzione delle proprie attitudini. Per me le nostre attitudini sono strettamente legate alle nostre radici, a quello che i nostri padri ci hanno lasciato e che abbiamo il dovere di lasciare ai nostri figli, migliorandole se possibile. Con queste convinzioni ho portato avanti la mia Presidenza in Confindustria. Da novello che ero all’inizio e da imprenditore che poco conosceva il sistema Confindustria».

Una Confindustria che, in questi anni, ha espresso momenti di grande impegno civile, con le iniziative sul fronte antiracket
«Quando nel 2007 il collega Vecchio fu ripetutamente vittima di minacce, nessuno esitò a prendere iniziative forti che non fossero di solo sostegno e solidarietà. Lo sdegno e la rabbia furono subito sostituiti dalla voglia di reagire e di prendere iniziative che potessero innescare un cambiamento. Sono orgoglioso di aver preso parte a quella stagione in modo attivo e anche da semplice imprenditore, da semplice cittadino, proseguirò su quei principi sicuro che un passo alla volta tutto si può cambiare».

Quali i motivi delle sue dimissioni a pochi mesi dalla naturale conclusione del mandato?
«Rispondo non senza un pò di reticenza. Conduco la mia attività e le mie azioni ispirandomi a valori strettamente legati al territorio. Così ho inteso tutte le azioni portate avanti anche nella qualità di presidente Confindustria. Posso dire solo che mi sono imposto di scegliere se ritenevo più importante la carica in Confindustria o il mio attaccamento al territorio. Ho preferito non esporre l’associazione, ove si fosse reso necessario prendere iniziative forti per difendere il territorio ed i suoi interessi, perlomeno quelli che i reputo importanti. In alcuni momenti è importante determinare che non vi sono interessi superiori che possano soggiogare quelli locali, di autodeterminazione dello sviluppo e di quale sviluppo è possibile».

Ci sono possibili riferimenti alla vicenda discarica a Dittaino, che i poteri forti volevano realizzare?
«No Comment».
Le sue dimissioni sono una scelta che le hanno chiesto o che ha determinato autonomamente?
«Mi è stato chiesto».

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redazione-vivienna