Due rumeni aggrediscono e rapinano anziana di Piazza Armerina

Erano le 16.00 circa di lunedì 14 marzo 2011, quando una anziana signora, ultra ottantenne, vedova, di Piazza Armerina è stata aggredita e rapinata all’interno della propria abitazione, dove vive da sola.

I due malviventi si erano presentati alla porta della vittima designata, con la scusa di consegnare una confezione d’acqua minerale.

La signora, incuriosita poiché non aveva richiesto tale consegna a domicilio, per verificare se vi fosse stato un errore e senza sospettare alcunché, apriva la porta di casa, rimanendo vittima degli aggressori.

Uno dei due, infatti, dopo averla scaraventata a terra, con le mani, serrava il volto della vittima, verosimilmente anche con lo scopo di tapparle gli occhi e non consentirle di vedere il volto del malavitoso, mentre l’altro si addentrava all’interno dell’appartamento da dove, dopo avere frugato in alcuni cassetti, asportava il portamonete contenente poche decine di euro. Non soddisfatto del misero bottino, uno dei due rapinatori strappava da dosso un bracciale e la fede.

Tale ultimo gesto violento provocava una estesa ferita al braccio causata dallo strappo del gioiello, che necessitava di numerosi punti di sutura, così come una ferita al volto, provocata dalla violenta con la quale il volto della vittima è stato stretto nella morsa dei malviventi, per evitare che potesse chiedere aiuto.

Nella concitazione, uno dei due malviventi, poi risultato essere minorenne, perdeva gli occhiali, che venivano poi raccolti dagli investigatori.

Una volta liberatasi dai suoi aguzzini, l’anziana dolorante riusciva a trascinarsi fuori dalla propria abitazione, per chiedere aiuto ai vicini di casa che immediatamente allertavano la Polizia di Stato.

Numerose le pattuglie intervenute, sia del Commissariato di P. S. di Piazza Armerina, che della Squadra Mobile di Enna, che si mettevano immediatamente alla ricerca dei malviventi.

Contestualmente, alcuni degli investigatori intervenuti, procedevano a raccogliere la denuncia della vittima direttamente presso l’ospedale Chiello, dove la donna veniva medicata e sottoposta a cure ed esami clinici, riportando una prognosi di giorni 30 s. c. per le ferite riportate, tra cui una frattura ad una vertebra.

Venivano pertanto avviate immediate indagini da parte degli investigatori del Commissariato e della Squadra Mobile, che si rivelavano sin dall’inizio particolarmente complesse.

Si poteva, così, accertare che, la confezione d’acqua, utilizzata quale scusa per farsi aprire la porta, era stata acquistata presso un supermercato di Piazza Armerina, dal cui impianto di videosorveglianza era possibile accertare che pochi attimi prima della commissione del delitto, un giovane, giunto a bordo di una utilitaria, acquistava una singola confezione di acqua, per poi allontanarsi repentinamente a bordo della vettura con la quale era stato ripreso poco prima.

Lo stesso giovane veniva notato aggirarsi per il centro di Piazza Armerina nel pomeriggio di giovedì 17 marzo, momento in cui veniva fermato e controllato dei Poliziotti.

Lo stesso, minore degli anni 18, veniva identificato in N. D. C., di nazionalità romena, con precedenti per reati contro il patrimonio, all’atto del controllo portava indosso un coltello, per cui veniva denunciato anche per l’ulteriore reato di possesso ingiustificato di armi da taglio.

Condotto presso gli uffici di Polizia ed interrogato alla presenza del legale, confermava di essere l’autore della rapina, riconoscendo, altresì, come suoi, anche gli occhiali raccolti sulla scena del delitto dai poliziotti.

Il prosieguo delle indagini, svoltesi nella notte e nella mattina successiva, focalizzate a ricostruire i contatti del minore con l’altro autore del delitto, consentiva di identificare il complice in Mihail Gabriel Mitala, romeno, del 1985, incensurato operaio, ed al momento convivente con il minore, in quanto compagno della sorella della convivente del minore, il quale, in passato, aveva effettuato delle consegne della spesa presso la casa della vittima, conoscendo, dunque, le abitudini dell’anziana donna.

In considerazione degli innumerevoli elementi raccolti a carico degli indagati, gli stessi venivano sottoposti dai poliziotti a fermo di polizia giudiziaria e ristretti rispettivamente presso l’istituto per minori di Caltanissetta e la casa circondariale di Enna a disposizione rispettivamente, dell’Autorità Giudiziaria presso la Procura della Repubblica operante presso il Tribunale dei minori di Caltanissetta, e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Enna