Laura Bisso a Palermo. Il cultore del sublimismo

In occasione della presentazione a maggio del libro”Per. corsi. Di versi“ di Balletti, esponente di spicco del sublimismo siciliano, è necessario vedere come l’autore abbia innovato l’idea del sublime.
Il concetto di sublime è antico e si può far risalire al famoso trattato” Del sublime”, opera di un anonimo del I sec. d. C., in cui si caratterizza il sublime in rapporto al fruitore dell’opera artistica; esso consiste essenzialmente in un effetto di “esaltazione” di un animo nobile di fronte alla bellezza evocata da un testo poetico o teatrale; l’uomo si sente innalzato, capace di abbracciare l’universo intero. Il sublime è l’eco di un alto sentire.
A livello poetico, come sottolinea Balletti, “l’infinito” leopardiano rappresenta perfettamente la dinamica del sublime: la vista è limitata dalla siepe, ma c’è un “buio oltre la siepe”, che sfugge, che costringe l’immaginazione a inseguire questo al di là. Allora il poeta si “finge” in questo scenario nel pensiero, ed arriva ad un punto “ove per poco il cor non si spaura”. Questa è esattamente la caratteristica del sublime: non è la paura allo stato puro, ma è il confine, il limite tra ragione e immaginazione. E il naufragare, “dolce in questo mare”, dipende dall’impossibilità di rappresentare in forme sensibili questa potenza infinita della natura.
“Per. corsi. Di .versi“ non tratta solo della tematica del sublime presente in Leopardi, ma, con grande maestria e abilità, analizza altri poeti che ci conducono, senza accorgercene, nel mondo del sublime, nel tempio della parola.
Si percorre un viaggio catartico, sublimato dai versi dello stesso Balletti, per immergerci nella grazia dell’umana coscienza. Addentrarci in questo libro è come abbandonarsi in un prato pieno di fiori, che emanano piacevoli profumi. La lettura del testo ci avvince facendoci vivere il passato, il presente, e ritrovando noi stessi per costruire un futuro migliore.
L’opera è un documento d’effetto, un documento attivo dell’autore che in un lirismo fluido, puro, nella grazia stilistica ed espressiva, trova la sua originalità.
Balletti è portavoce del sublimismo, del neo- umanesimo, è un poeta che si muove tra i sensi più veri della vita, facendo sussultare i nostri cuori, facendo vivere le emozioni dello spirito.
Per l’autore l’idea del sublime corrisponde ad un viaggio verso le vie interiori della propria anima, che cerca vere ed autentiche risposte piuttosto che aderire ad una semplice partecipazione al mondo e alle cose che lo circondano.
La poesia del sublime è quella pratica poetica, scevra da canoni, personale, autenticamente valida, in quanto capace di rinnovamento esistenziale, essa ha la prerogativa di far ritrovare la simbiosi tra uomo e cosmo.
In tal modo, l’uomo potrà essere sublimato e potrà iniziare un nuovo processo evolutivo, ovvero un nuovo umanesimo.

Laura Bisso

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