Rifiuti. Comune Enna: su ricorso contribuente a Commissione Tributaria ammette che tassa 2003 è l’unica regolarmente approvata

La Commissione Tributaria provinciale di Enna, sezione 1, Presidente Silvio Raffiotta, Antonino Maugeri e Flavio Rampello giudici, hanno emesso la seguente sentenza su un ricorso che impugnava l’avviso di pagamento emesso dal Comune di Enna, con il quale veniva richiesta la corresponsione della tassa di smaltimento rifiuti solidi urbani per l’anno 2010. Il ricorrente faceva presente che il tributo era stato determinato dalla Giunta Municipale, che era illegittima per incompetenza funzionale, appartenedosi il relativo poter nell’ambito della Regione siciliana al Consiglio comunale. Il Comune di Enna si costituiva, nel merito ribadiva la competenza della Giunta Municipale a deliberare l’ammontare del tributo sulla base dell’art.41 dello Statuto del Comune di Enna. Inoltre, rilevava che il Comune era stato dichiarato in dissesto in data 23.12.2005, per cui era tenuto per legge ad applicare le tariffe per i servizi locali sulla base della copertura integrale del costo degli stessi, a nulla rilevando per il contribuente l’organo che aveva determinato in tal modo la Tarsu 2010. Chiedeva, pertanto, il rigetto del ricorso e in subordine che si dichiarasse l’obbligo del contribuente di corrispondere la tassa nella misura determinata per l’anno 2003, che era l’ultima regolarmente approvata. Inoltre, il Comune di Enna chiedeva la sospensione del giudizio in attesa della decisione del TAR di Catania, investito dalla stessa questione con un ricorso dall’Associazione Consumatori Siciliani. Respinta la richiesta di rinvio in quanto la giurisdizione tributaria gode di autonomia rispetto a quella amministrativa. Quanto al merito, osserva la Commissione che in sede nazionale in materia di Tarsu vige dal 2000 in poi un chiaro sistema di ripartizione di competenze, appartenendosi al C.C. “l’istituzione e la disciplina generale delle tariffe per la friuzione dei beni e servizi” ed alla G.M. la “determinazione delle relative aliquote”. Ma tale sistema “nazionale” non si aplica in Sicilia, regione a Statuto speciale, alla quale è costituzionalmente garantita una competenza esclusiva in materia di Enti locali. E in detta materia, la Sicilia, non ha ancora recepito la legge statale, che continua a regolarsi con il “vecchio” TUEL (legge 8 giugno 1990 n.142), espressamente recepito in gran parte con L.R. 11.12.1991 n.48.
Nel regime di TUEL, secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale la competenza, non solo ad istituire, ma anche a determinare l’ammontare della Tarsu, appartiene al Consiglio comunale. Il comune di Enna dal 2004 al 2008 per la copertura finanziaria del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti si è servito in modo illegittimo del regima TIA, come definitivamente dichiarato con sentenza del CGA del 9.2.2009. Adeguandosi a detta decisione, il Comune, con delibera di Giunta del 24.4.2010, ha ripristinato la Tarsu vigente sino al 2003, adeguandone l’ammontare per il 2010 al costo integrale sostenuto dall’Ente gestore (ATO Enna Euno) nell’ultimo anno fissando i criteri per la ripartizione del tributo alle varie categorie di contribuenti. Per giustificare la propria competenza a determinare il tributo, la Giunta Municipale di Enna richiama nella motivazione dell’atto deliberativo sia la legge nazionale n.267/2000, che il regolamento comunale Tarsu del 1995, il quale all’art.8 radicava alla Giunta e non sul Consiglio il potere di “determinare la tariffa”. Con tale richiamo, però “sbaglia due volte”, in quanto, da una parte, la (nuova) legge nazionale sugli Enti locali non è stata recepita in Sicilia e, dall’altra, in quanto l’art.8 del Regolamento venne annullato dal CRC (Comitato regionale di Controllo) con decisione in data 16.11.1995 (in detta decisione la competenza veniva riconosciuta al Sindaco). Al momento dell’adozione, dunque, la delibera di Giunta non aveva a monte le fonti normative, primarie e/o secondarie in essa richiamate e che ne legittimassero la competenza. Probabilmente poiché conscia dall’errore commesso, la Giunta ennese ritorna sull’argomento con la recente deliberazione del 18.2.2011, nella quale correggendosi, richiama come fonte del suo potere in materia tariffaria l’art.41 dello Statuto comunale e non il Regolamento, né tanto meno la legge nazionale. A parte la discutibilità di una condotta dell’Amministrazione resistente, contrassegnata quantomeno da indecisione ed imprecisione, è appena il caso di rilevare che l’estremo tentativo di salvare a posteriori la legittimità, è appena il caso di rilevare che l’estremo tentativo di salvare a posteriore la legittimità di una deliberazione non coglie nel segno, per la semplice ragione che uno Statuto del 2004 non poteva derogare alla ripartizione delle competenze tra Giunta e Consiglio stabilite dalla legge regionale n.48 del 1991 in materia di tributi locali. Con la conseguenza che l’invocata norma statutaria, limitatamente ala Tarsu, è viziata da violazioni di legge e, come tale, va disapplicata dalla Commissione tributaria.
Per cui va dichiarata la nullità dell’avviso di pagamento, essendo illegittimo l’atto prodromico sulla base del quale esso venne emesso per incompetenza dell’organo deliberante. Non può essere accolta la richiesta subordinata della difesa del Comune di Enna di dichiarare dovuta nella misura stabilita nel 2003, in quanto: si ignora se detto tributo venne imposto nel rispetto della legge allora vigente, esula dalla competenza della Commissione tributaria una sentenza di natura meramente dichiarativa.


Diventa sempre più grave ed irta di pericoli la situazione dei rifiuti in provincia di Enna, tenuto conto che in molti comuni i lavoratori ecologici sono pronti allo sciopero perché non vengono pagate le spettanze arretrate, gli operatori della discarica di Cozzo Vuturo aspettano risposte concrete circa il pagamento degli stipendi, mentre ad Enna i lavoratori ecologici sono costretti ad incrociare le braccia perché hanno la disponibilità di un solo autocompattatore che di certo non può assolvere al difficile compito di raccogliere tutti i rifiuti, per cui sono molti i quartieri dove i rifiuti giacciono all’interno dei cassonetti o in mezzo alla strada da diversi giorni. Continua il braccio di ferro tra i sindaci, che insistono sul costo del servizio intorno ai 19 milioni, e la commissione di liquidazione, presieduta dall’ingegnere Giuseppe Margiotta, che sostiene, dopo avere elaborato un progetto di piano economico, che il costo può arrivare a 22/23 milioni di euro se si vuole avere un minimo di efficienza, senza contare che bisogna necessariamente iniziare la raccolta differenziata, che, in provincia di Enna è al minimo storico, intorno al 3 per cento. C’è anche la possibilità che molti sindaci potrebbero ricevere una diffida da parte dell’assessore regionale competente perché continuano ad ignorare le disposizioni impartite dal Dipartimento regionale. C’è anche il problema del comune di Enna, che ha inviato le bollette agli utenti con le tariffe approvate dalla giunta comunale, tariffe ritenute illegittime dalla commissione tributaria in quanto ad approvare le tariffe, per legge, devono essere i consigli comunali. Ancora c’è tempo, sostengono i componenti la commissione tributaria, per rivedere la situazione e, quindi, portare le tariffe al consiglio comunale per essere approvate. I rappresentanti sindacali, che, in questi giorni, sono in grande fermento per cercare di bloccare i tentativi di sciopero, sostengono che bisogna stabilire le priorità perché ci sono operai che aspettano da sette mesi il pagamento degli stipendi, a Valguarnera e Centuripe l’arretrato è di tre mesi. “Siamo disperati – hanno dichiarato due operatori di Valguarnera – non sappiamo come mantenere le nostre famiglie; siamo veramente allo stremo delle forze delle possibilità. Le richieste al sindaco sono rimaste senza risposta”. Qualcuno si è recato a parlare con l’attuale commissario regionale, l’ingegnere Eugenio Amato, per evidenziare che così non si può andare avanti, che bisogna fare qualcosa perché i sindaci versino delle anticipazioni e così ricevere qualcosa che consenta di mantenere le famiglie. In agguato c’è lo sciopero generale perché sono pochi i comuni come Villarosa che hanno pagato gli stipendi sino al mese di febbraio, ma per il resto i ritardi sono abissali.