Chiusura punti nascita a Piazza Armerina e Leonforte. Interrogazione on.li Galvagno e Termine (Pd)

Enna. “Il provvedimento di chiusura dei Punti nascita di Piazza Armerina e Leonforte va immediatamente sospeso”. Così Elio Galvagno e Salvatore Termine, deputati regionali del Pd, firmatari di un’interrogazione all’Assessore regionale alla Sanita’, Massimo Russo, e di una mozione “sulla quale chiederemo il voto dell’Assemblea regionale per una moratoria, almeno fino a quando non saranno attuati tutti i punti previsti dall’Accordo 16 dicembre 2010, ai sensi dell’articolo 9 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, le province, i comuni e le comunita’ montane”.

L’accordo, siglato sul documento concernente “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo”, individua una serie di obiettivi, da realizzare entro il 2012, “che sono preliminari alla rimodulazione dei Punti nascita, e vanno attivati tutti per garantire l’assistenza necessaria alle donne e ai nascituri”, dice l’on.Galvagno.

Tra i punti individuati  “l’attivazione, il completamento  e  la messa  a  regime  del  sistema  di trasposto assistito materno (STAM) e neonatale d’urgenza (STEN); l’adeguamento delle reti  consultoriali  regionali; l’integrazione territorio-ospedale, che garantisca la presa  in  carico,  la  continuità  assistenziale, l’umanizzazione della nascita attraverso l’integrazione  dei  servizi tra territorio ed ospedale; la definizione di protocolli diagnostico terapeutici per la partoanalgesia e la riduzione del dolore”. “La previsione di almeno 500 parti l’anno per ciascun punto nascita non può prescindere dalla realizzazione di questi obiettivi – continua il deputato del Pd –  e, comunque, se tale soglia va applicata, va applicata dappertutto e non solo a Piazza Armerina e Leonforte, dove altrimenti suonerebbe come discriminatoria. Per questo – conclude Elio Galvagno – è necessario che si lavori ad una proposta di riorganizzazione complessiva che, pur partendo dal Piano di rientro, ponga al centro la salute delle persone, che non può essere subordinata ad alcuna esigenza di riduzione della spesa”.