“Il restauro – ha detto l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Sebastiano Missineo – ha portato alla luce una parte inedita della Villa che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità. La Basilica si presenta in tutta la sua bellezza e finalmente, tolto l’intonaco che l’ha mortificata per anni, si possono ammirare gli straordinari marmi, il pavimento, le pareti e la nuova struttura di copertura in legno. La Villa del Casale, la cui apertura definitiva dovrebbe avvenire tra pochi mesi, con l’intera l’area di Morgantina e dopo il rientro della Venere, degli argenti e degli acroliti al museo di Aidone, si avvia a diventare un polo di grande attrattiva e qualità per l’offerta culturale e turistica non solo della Sicilia ma dell’intero bacino del mediterraneo”.
Gli altri fondi saranno utilizzati, entro l’anno, per il completamento del tetto, per gli impianti, per un sistema di sicurezza all’avanguardia e per la sistemazione a verde dell’area circostante. L’ingresso attualmente costa 5 euro (la meta’ del biglietto intero, visto che il restauro e’ in corso e la visita non e’ ancora completa) ma l’assessorato regionale dei Beni Culturali sta pensando a un biglietto cumulativo con il museo che ospitera’ la Dea, ad Aidone, e il sito archeologico di Morgantina.
LA BASILICA LAICA DELLA VILLA DEL CASALE DI PIAZZA ARMERINA
Un ambiente straordinario, del tutto sconosciuto: la Basilica laica della Villa del Casale di Piazza Armerina, la stanza principale in cui il padrone della Villa riceveva i suoi ospiti. Sin dall’inizio esclusa dalla visita, visibile soltanto da lontano: è stata “consegnata” al pubblico, work in progress. La Basilica da oggi fa parte del circuito di visita, a maggio prevista l’apertura degli appartamenti Nord, in autunno il restauro della Villa sarà completato, di fatto tra i più importanti realizzati dalla Regione Siciliana.
Una scoperta: da oggi i turisti che visiteranno la Villa del Casale potranno ammirare la straordinaria Basilica laica, mostrata in assoluto per la prima volta, il luogo in cui il Dominus discuteva, siglava affari, amministrava il latifondo, riceveva i pari grado. Il restauro ha portato alla luce marmi policromi di straordinaria bellezza, di sicura manifattura africana, che Federico Guidobaldi, presidente dell’Aiscom e tra i massimi esperti di archeologia cristiana, indica come “provenienti da almeno 40 luoghi diversi del Mediterraneo, su questi pavimenti si legge la Storia”. Un ambiente straordinario quello della Basilica, la stanza principale in cui il padrone della Villa riceveva i suoi ospiti.
Il pavimento ha un avvallamento dovuto ad una falda sottostante ed antiche deformazioni, ma riesce lo stesso a mostrarsi in maniera compiuta, le pareti, anch’esse in origine coperte da marmi, saranno completate nei prossimi mesi. Sono state ridefinite le gerarchie spaziali della Villa, in particolare il tetto della Basilica, realizzato col sistema del tetto ventilato, è stato rialzato in maniera da sovrastare, come era in origine, gli altri ambienti, recuperando l’antica volumetria, che è stata dedotta seguendo il criterio della proporzione metrica applicata alle colonne sopravvissute. All’interno i turisti possono da oggi ammirare la struttura del soffitto a cassettoni, che allude alle coperture generalmente in uso in tali ambienti, la copertura nella zona absidale centrale interamente in legno, che ricostituisce la memoria dell’originaria calotta; ed il completo restauro del pavimento, in parte andato perduto per le spoliazioni e i dissesti, subiti dalla Villa fin dagli anni del suo abbandono (secolo XII). Un primo intervento di restituzione grafica di tutti gli insiemi geometrici era stato fatto già nel 1991, quando la Villa del Casale era stata investita da un’alluvione.
Negli appartamenti Nord i mosaici sono ritornati a splendere, liberi da alghe, batteri e funghi, licheni, e sali che “sbiancavano” le tessere recuperate, ma anche cere e vernici trasparenti di precedenti restauri che provocavano ulteriori danni. Il cantiere di restauro è stato aperto nel 2007 dalla Regione Siciliana, la Villa del Casale sarà definitivamente completata e aperta nell’autunno di quest’anno. Il lavoro dei restauratori che si sono alternati in cantiere, ha permesso di recuperare la quasi totalità dei mosaici e, dove questo era impossibile, integrare con malte neutre o colorate secondo le ultime tecniche e metodi di restauro.
La Villa sta quindi tornando piano piano alla luce: il percorso di visita, da oggi, 16 aprile, prevede alcune sale – con le famose Ginnaste –, parte del corridoio della Grande Caccia, la Dieta di Orfeo, il Triclinio con l’antistante Xistus, e adesso anche la Basilica, la palestra, e le Terme. Nella zona centrale della Villa, sugli appartamenti Nord, è già visibile la nuova struttura di copertura lignea con tetto ventilato – ormai in fase avanzata dei lavori – che sostituisce vetro e plastica della vecchia copertura realizzata dal Minissi negli anni ’60, pur salvaguardandone lo “spirito” del progetto per la riconfigurazione dei volumi e la funzione degli ambienti originari.
Una vera e propria beauty farm, quella che è ospitata nelle terme, realizzata in un punto in cui confluiscono alcuni canali sotterranei: tre ambienti – Frigidarium, Tepidarium e Calidarium oltre ai praefurnia – su cui oggi è possibile vedere la nuova struttura di protezione, realizzata in tettoie in legno lamellare, e tegumento di rame verde, secondo le linee guida del Commissario della Villa Vittorio Sgarbi che ha indirizzato il progetto redatto dal Centro regionale di Progettazione e Restauro.
Un progetto all’avanguardia che mira a ricreare condizioni ambientali favorevoli alla conservazione dei mosaici e degli intonaci dipinti, evocando al contempo una spazialità architettonica il più possibile simile a quelli originari: il perimetro della Villa – una volta completato il restauro – si presenterà rivestito da pannelli in schiuma minerale ecologici ed isolanti da pioggia e sole, elementi che in egual misura hanno contribuito al degrado della Villa e al formarsi delle temerarie muffe che hanno rovinato i mosaici, insieme alla migrazione di sali dal sottosuolo. Fenomeno favorito anche dalle precedenti coperture in plastica e vetro, sostenute da strutture in ferro collocate anche direttamente sui pavimenti mosaicati. Insomma, si era venuta a creare una vera e propria “serra” freddissima d’inverno e soffocante d’estate, colma di umidità deleteria: si è arrivati persino all’esplosione di mini “vulcani” di vapore acqueo che facevano spaccare le tessere dei mosaici.
(neutra) per le figure – che ha permesso di recuperare la lettura di gran parte dei mosaici originari. A questo punto manca soltanto il trattamento di ossalato di ammonio che sarà l’ultima operazione prima della riapertura definitiva e che coprirà le superfici musive con una patina protettiva.
anno, per il completamento delle coperture, gli impianti, un sistema di sicurezza all’avanguardia e la sistemazione a verde dell’area circostante.
Una particolarità riguarda proprio un esperimento di “archeobotanica”
in corso alla Villa del Casale: i ricercatori del laboratorio di Bioarcheologia del Centro di Restauro in collaborazione con quelli del laboratorio di Palinologia e Paleobotanica dell’Università di Modena e Reggio Emilia, hanno isolato al microscopio, durante gli scavi archeologici, pollini di piante ed essenze antichissime che una volta contornavano la Villa e che saranno riportati in vita, per ricreare un vero e proprio “giardino della memoria”.
Il biglietto è attualmente di 5 euro (metà del biglietto intero, visto che la visita non è ancora completa) ma l’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana sta pensando ad un biglietto cumulativo con il museo che ospiterà la Dea, ad Aidone, e il sito archeologico di Morgantina.
I numeri della Villa del Casale
120 milioni di tessere musive su 4.100 metri quadri di pavimentazione, dipinti m
urali, sculture, fontane, 58 colonne, per quella che è la più straordinaria “casa di piacere” del Mediterraneo, visitata ogni anno da mezzo milione di persone. La dimensione delle tessere va da 4 a 6 mm:
36.000 per ogni metro quadro, un totale di 120 milioni di tessere musive.
• 4.103 mq. di superfici pavimentali musive ed in opus sectile • dipinti murali policromi sul 70% dei 2.748 metri di murature storiche • 4 edicole e 3 sculture marmoree • 1 grande fontana al centro del grande peristilio e 7 fonti mosaicate • 58 colonne in situ delle circa 100 che adornavano i vari ambienti • 14 capitelli e 44 basi in marmo.
Il progetto di restauro, firmato da Guido Meli che ha coordinato il gruppo di lavoro del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro, è finanziato tramite le risorse liberate del POR Sicilia
2000/2006 – Misura 2.01 – Azione B.