Enna. Comune condannato a pagare riparazione tetto di sua casa popolare

Enna. Ha fatto causa al comune perché per nove anni ha dovuto vivere al quarto piano di una casa popolare con il tetto pieno di umidità e con l’odore di muffa in tutte le stanze. Neanche i riscaldamenti portati al massimo hanno risolto il problema, e le continue proteste non hanno sortito alcun effetto. La signora Antonia Alessandra, 74 anni, vive in una casa popolare di via della Resistenza a Enna Bassa assieme alle quattro figlie, ha affidato le sue ragioni all’avvocato Gaspare Agnello, che ha presentato ricorso al tribunale di Enna, il quale ha accolto il reclamo, stabilendo che il comune entro 4 mesi dovrà riparare il tetto e effettuare i lavori di manutenzione straordinaria, in quanto lo stesso è proprietario dell’immobile. “Mio marito è morto nel 2003 – dichiara la signora Alessandra – già prima di morire s’era occupato, poi sono stata io ad occuparmi del problema, quando sono andata al Comune a fare le mie richieste, mi è stato risposto che non c’erano soldi; successivamente mi hanno detto che i lavori non erano di loro competenza”. L’ordinanza del tribunale è stata emessa dal collegio civile, presieduto da Elisabetta Mazza, con giudici a latere Romito e Commandatore. Ci sono stati dei passaggi prima di arrivare alla sentenza a cominciare da un accertamento tecnico preventivo, poi da un ricorso d’urgenza presentato al giudice monocratico, che pur dando atto dell’umidità e della situazione di degrado della copertura dell’appartamento, ha detto che si sarebbe trattato di una questione di “manutenzione ordinaria” (di competenza dei condomini), non straordinaria. Ora il collegio ha di fatto ribaltato la decisione. Il consulente tecnico d’ufficio, si legge nella sentenza “ha evidenziato che lo stato di degrado della copertura del condominio costituisce un evidente pericolo per l’incolumità e i lavori non appaiono differibili”. Sulla base di queste considerazioni spetta “al Comune di Enna di eseguire i lavori di manutenzione straordinaria di copertura dell’edificio condominiale”, assegnando per il completamento dei lavori il termine di 120 giorni. Per la signora Antonia Alessandra è stato un calvario, una vita difficile,vivendo in un’atmosfera penalizzante per la salute. “Le mie figlie hanno avuto anche problemi di salute – evidenzia la signora – l’anno scorso una si è sentita male e siamo dovuti ricorrere al medico”. L’avvocato Gaspare Agnello, sulla base della sentenza, ha contatto l’ufficio tecnico comunale che ha risposto di aver dato incarico a una ditta esterna per “verificare” la situazione del tetto. Una vicenda emblematica di come viaggiano le burocrazie, comune e giustizia, ci sono voluti ben nove anni per arrivare ad una soluzione e non è escluso che non si proceda per chiedere il risarcimento dei danni subiti in tutti questi anni.