Lettera aperta da Cappellano ospedale di Leonforte a Dg ASP

Non si placano le proteste per la chiusura di alcuni reparti negli ospedali di Leonforte e Piazza Armerina. Una lettera aperta è stata scritta dal Cappellano del nosocomio leonfortese al Dirigente generale dell’ASP 4 di Enna, questo il testo dell’appello.

Distinto Dott. Baldari
la presente non intende essere un atto di discolpa di facciata e insincero quanto una chiarificazione delle vicende recentemente occorse.
E’ risaputo che nelle associazioni le responsabilità sono condivise, ma è altrettanto noto che nel turbinio degli eventi non tutti rispettano lo stesso codice né hanno le stesse caratteristiche comportamentali.
Aggiungere altro a riguardo risulterebbe superfluo.
Ogni oggetto cambia forma a seconda del punto di vista dal quale viene osservato. Ebbene il nostro comitato riteneva di avere con lei un interesse comune: la salute della gente. Ci credeva così tanto da non riuscire a capire che le Commissioni, gli Enti, le Istituzioni, sono sì composte da persone ma persone che non possono dare risposte o agire singolarmente. La nostra è una visione un pò idealizzata di quello che in realtà è il governo della cosa pubblica. Non essendo perfettamente addentro a tutto ciò che concerne la gestione di una questione così importante, delicata e invasiva al tempo stesso, il comitato si è lasciato prendere la mano abbandonandosi a considerazioni che certo non hanno fatto piacere ai destinatario ma che ugualmente hanno motivazioni particolari. Sì, anche dietro la rigidezza evidente ci sono tante e diverse spiegazioni. Dai due opposti versanti siamo interessati alla vicenda dell’ospedale, ma mentre per Lei si tratta di onorare impegni nel rispetto di tempi, luoghi, regole, pianificazioni, burocrazia, dall’altro versante si tratta di garantire un servizio sul nostro territorio del quale riteniamo non si possa fare a meno. Può facilmente comprendere che quando le sicurezze vacillano la moderazione diventa un optional trascurabile. Ribadisco che quanto di spiacevole è accaduto è da addebitarsi alla grande delusione che alberga nei nostri animi, non c’è nulla di personale. Purtroppo Lei per un attimo, un breve ma spiacevole attimo, ha rappresentato quanto di negativo c’è nella burocrazia, aggravato dalla insicurezza generale che caratterizza il periodo di crisi che attraversiamo.
Ispirato dal mio ministero sacerdotale non posso non agire con scolpito in mente l’insegnamento evangelico di Cristo che invita a muoversi sempre in direzione e a vantaggio dei deboli, dei derelitti, in una parola dei “piccoli” (mt. 25, 31-46). Inoltre ricordando il mio ruolo di cappellano presso l’ospedale, identifico in tutti gli utenti del presidio, attuali o potenziali, quegli “ultimi” dei quali parla il Vangelo, che verrebbero a soffrire enormemente per una eventuale chiusura o ridimensionamento del presidio ospedaliero sul quale ha finora fatto affidamento la popolazione di tutto il comprensorio.
Le porgo le mie personali scuse per quanto, al di là delle intenzioni dell’intero comitato, possa avere offeso Lei e i suoi collaboratori. Al tempo stesso sono sicuro di trovare un’immutata disponibilità e apertura al dialogo da parte Sua e certamente le sue azioni future smentiranno nella maniera più alta la fondatezza delle accuse mosse alla Sua persona.

Don Salvatore Minuto
II Domenica di Pasqua (della Misericordia)