Provincia Enna: resoconto risultati aree tematiche

La relazione del Presidente della provincia regionale di Enna, Giuseppe Monaco, con il resoconto dei risultati raggiunti dalle aree tematiche:
Il Programma della nuova Giunta è presentato al Consiglio Provinciale, nel contesto delle prerogative e dei ruoli reciproci di confronto e di collaborazione finalizzati soprattutto alla crescita e allo sviluppo della nostra provincia. Comune è la consapevolezza della difficoltà e delle potenzialità del nostro territorio, verso cui si deve finalizzare il nostro impegno nel quadro delle sfide presenti ai vari livelli internazionali, nazionali e territoriali. In questo contesto serve dare vitalità alle nostre istituzioni in un rapporto stretto con le forze sociali, economiche e civili della nostra comunità. Il Cardinale Romeo, in una recente intervista su La Sicilia, in occasione della visita del Papa a Palermo avverte con preoccupazione “una certa analogia tra Italia e certi paesi del Terzo Mondo e soprattutto nel rischio di una progressiva scollatura, sempre più profonda ed evidente tra il paese reale e quello politico: quando questo accade i parametri si alterano e si rischia che la promozione del bene comune sia sempre più lontana dagli interessi reali e dai bisogni della gente. Si registra allora un degrado sociale e si crea anche una passiva assuefazione alla morte e alla violenza. La società non percepisce più i bisogni reali e la politica si chiude nel suo mondo”.
In un incontro a porte chiuse con i sindacati europei, giorno 11 Giugno 2010, il Presidente della Commissione Barroso, avrebbe espresso grande inquietudine sul futuro democratico in Europa, minacciata dalla bancarotta come Grecia, Spagna e Portogallo. Secondo alcuni giornali, avrebbe parlato addirittura di possibili tumulti e colpi di Stato. La Commissione europea ha smentito le parole attribuite al proprio Presidente, ma l’allarme non è inverosimile e molti lo condividono. La tentazione che potrebbe farsi strada è quella di considerare la democrazia, come un lusso che ci si può permettere in tempi di prosperità, e che bisogna sospendere in tempi in cui prevale l’emergenza e la crisi economica. Piuttosto occorre riaffermare la vitalità democratica, e partire dalla necessità di dare piena credibilità allo stato ed alle istituzioni ai vari livelli;infatti è difficile ritrovare e/o perseguire la prosperità se interi territori o intere attività economiche sono dominate da forze che sprezzano la legalità e si organizzano in poteri criminali. E pertanto necessita reagire alla crisi di legittimità con una rifondazione del senso dello stato e non con una sua dissoluzione, con istituzioni forti, con un welfare sociale reinventato e con un nuovo patto tra i cittadini e autorità pubbliche, prefigurando uno sviluppo in grado di reggere alle sfide della globalizzazione per affrontare e risolvere i problemi che quest’ultima ha procurato al paese. E’ significativo, al riguardo, ricordare che l’associazione antiracket di Enna è stata ammessa quale parte civile nel processo contro presunti esponenti di Cosa Nostra. A livello regionale si moltiplicano i colpi inferti al racket delle estorsioni e aumentano i cittadini che si ribellano alla legge dell’omertà, di conseguenza crescono le indagini che tendono a smantellare interi settori dal controllo del territorio esercitato attraverso il particolarissimo sistema del racket del pizzo. Occorre superare l’empasse istituzionale e politico attraverso la messa in campo delle strategie di fare sistema nel quadro di un disegno di regia unitaria ai vari livelli. Necessita reagire per cambiare definitivamente il destino di lento e progressivo impoverimento del paese assicurando al tempo stesso un periodo di equilibrio, crescita, stabilità e slancio. Ciò è tanto più forte per la provincia di Enna, che oggi vive questa sfida, ed a questa sfida si presenta con tutte le risorse di cui il suo territorio dispone. Risorse naturali, nella pienezza dei sui panorami, boschi e percorsi naturalistici, Risorse culturali, con la Venere di Morgantina, la Villa del Casale, la preziosità dei ritrovamenti di resti di città, di oggetti, di necropoli, ed altro ancora, risorse umane con l’intelligenza e l’orgoglio che contraddistingue la sua gente, la presenza di uno snodo viario e centrale per l’attraversamento della Sicilia: l’autostrada Catania – Palermo, oggi forte attrattore per gli insediamenti industriali e commerciali. Il progetto per la realizzazione dell’asse viario Nord/Sud (Santo Stefano di Camastra / Gela) che riproporrà il tema della centralità dell’isola e vedrà affermare definitivamente il tema della centralità di Enna con la sua città e la sua provincia nelle prospettive di sviluppo della Sicilia superando così talune impostazioni che accentuavano i confini tra la Sicilia occidentale e la Sicilia Orientale.
IL CONTESTO DI RIFERIMENTO
Nell’ultimo rapporto SVIMEZ si evidenzia che nel periodo 2000-2008 il Mezzogiorno è cresciuto la metà del Centro-Nord con andamenti diversi nei vari anni. Gli ultimi dati rilevano che si è avuto un più accentuato aggravamento, con la recente crisi finanziaria ed economica internazionale che pesa soprattutto sui territori più svantaggiati quali le regioni meridionali e la Sicilia. La forte contrapposizione tra Nord e Sud, oggi, rischia di allargare il divario e ostacola la ripresa economica nazionale. Al peggior andamento del Mezzogiorno ha concorso una ridotta efficacia della politica regionale di sviluppo nazionale e comunitaria, conseguente ad una diminuzione della spesa pubblica per investimenti assai inferiori a quanto programmato. I dati relativi alle spese in conto capitale servono a smentire l’idea, di un Sud inondato da un fiume di pubbliche risorse, se si considera come la spesa in conto capitale aggiuntiva (comunitaria e nazionale), sia valsa negli ultimi anni solo a compensare il deficit della spesa ordinaria che è stata pari nel 2007 ad appena il 21,4% del totale nazionale. Nelle carenze di fondo, sono da evidenziare la dispersione delle risorse aggiuntive da finalizzare all’accelerazione dello sviluppo sul territorio in una eccessiva molteplicità di interventi, in assenza di azione di sistema, rispondenti troppo spesso a domande localistiche, le lentezze e gli scoordinamenti nella concezione, progettazione, e realizzazione degli interventi stessi, tradottisi spesso nella formazione dei residui passivi. Tutto ciò ha fatto emergere i limiti di una progettazione consolidata, sia delle spese pubbliche sia delle imprese, finalizzate piuttosto ad acquisire finanziamenti rispetto alla nuova impostazione che richiedeva una più attenta riconsiderazione del ciclo programmato finalizzato soprattutto a creare l’effetto leva dello sviluppo sia per le imprese che per le comunità locali. Chiaramente si sono evidenziate le carenze nel creare le sinergie necessarie tra le politiche regionali e quelle territoriali, nonché tra progetti dei vari territori, in modo da creare un coordinato e forte sistema regionale con l’articolazione dei sistemi urbani e territoriali al fine di ottimizzare la potenzialità e vitalità. Con il ciclo attuale del 2007-13 si rischia di non andare a rivedere i limiti evidenziati. Soprattutto è da evidenziare che l’approvazione dei programmi operativi nazionali (PON) e regionali (POR) – Fondi FERS, FSE, FEASR (rispettivamente fondo europeo per lo sviluppo regionale; fondo sociale europeo; fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) – e dei relativi cofinanziamenti nazionali ha però reso operative solo parzialmente la nuova programmazione per i ritardi nella definizione dei piani attuativi regionali(PAR) delle risorse nazionali per le aree sottoutilizzate (FAS), a supporto ed ad integrazione di quelle comunitarie, così come indicato dal quadro strategico nazionale (QSN) nell’ambito della più generale strategia della comunità per migliorare la coesione sociale. Sostanzialmente si è rinviata – sine die – la redazione da parte delle Regioni del Documento Unico di programmazione (DUP) che avrebbe dato una visione completa delle strategie regionali per la programmazione di sviluppo di ciascuna regione, attraverso una lettura integrata degli impieghi di tutte le risorse comunitarie, regionali e nazionali disponibili. Ed in questo quadro di riferimento si parla di federalismo. Un federalismo che dovrà essere solidale e riconoscente del ruolo delle autonomie locali, tale da affermare un’idea forte di autonomia e di federalismo non autoreferenziale ma aperto e dinamico. Un federalismo attento alla funzione del benessere sociale accorto degli obiettivi di efficienza nell’allocazione di beni e servizi al fine di ridurre i divari tra le varie regioni e territori del paese. La legge n. 42 del 2009 invece, anche se limitatamente al sistema di finanziamento delle funzioni autonome propone uno schema di perequazione orizzontale il cui obiettivo è quello di ridurre ma non eliminare i divari tra le capacità fiscale media e quella di regioni povere. Diventa quindi decisivo concertare per il finanziamento di tali funzioni un sistema di perequazione verticale ed un valore indice di solidarietà che annulli le differenze tra le capacità fiscali. Sul piano dei principi richiamati dalla stessa legge, si deve affermare che l’Italia resta una Repubblica in cui le responsabilità concernenti le scelte pubbliche vanno articolate sul territorio, ma rinviano comunque al ruolo forte dello stato, cui tocca garantire nel doppio ruolo di “assicuratore” e “di garante” di ultima istanza le regole dell’equità nei confronti dei cittadini e di democraticità nei modi di determinazione delle scelte. Sul tema del federalismo si deve poter avviare un dibattito a livello regione Sicilia sul tema del federalismo, a cui devono concorrere sia i cittadini siciliani sia i vari soggetti sociali ed istituzionali, a partire dagli enti locali per le rifluente che si pongono per un riassetto dei poteri, in una logica di una vera “governance multilivello” tra regione ed enti locali con la definizione di ruoli e competenze e risorse specifiche nel quadro del principio della sussidiarietà e della individuazione dei livelli ottimali di governo e delle potenzialità di sviluppo territoriale e regionale. Un recente fornisce dati da attenzionare particolarmente nel dibattito e nelle conseguenti scelte da definire sul Mezzogiorno e sul federalismo. Infatti, emerge in tale ricerca, approfondita dall’economista Savona e ripresa dal presidente Napolitano, che “la massa dei trasferimenti pubblici che prende la via del sud viene restituita alle altre regioni sottoforma di acquisti, dato il divario commerciale” più precisamente si evidenzia che dalle regioni meridionali fuoriescono risorse per un montante di 72 miliardi l’anno, ma di acquisti netti e di questi ben 63 vanno al centro Nord”, mentre i trasferimenti pubblici sono stimati in 45 miliardi. Occorre pertanto sottolineare che il modello in cui si guarda la realtà produttiva andrebbe rivista dal momento che il cuore del federalismo si sposta sul prelievo fiscale. Diversamente non si riesce ad invertire la contraddizione pesante a carico delle regioni meridionali che consiste proprio nel fatto che non riuscendo ad esportare nel resto d’Italia esse sono condannate a perdere i trasferimenti pubblici a loro destinati (come anche gli investimenti privati) che si riversano nei territori da cui proviene il flusso delle importazioni. Contestualmente al federalismo, si deve considerare il problema dello sviluppo e della competitività delle regioni. Si tratta, a partire dal preannunciato Piano nazionale per il Sud, di definire una rinnovata politica di finanziamento, con strumenti ad hoc, delle infrastrutture ivi dislocate. Ciò dovrà costituire un percorso obbligato a rendere possibile la stessa definizione del federalismo fiscale, favorendo la crescita economica dei territori avendo minore livello di benessere e rendendo così effettiva la relativa e reale autonomia finanziaria stabilita dalla legge. Occorre dare coerenza ad una tale impostazione, tra l’altro posta a base dell’art. 117 della Costituzione e della stessa legge n. 42, in modo di concretizzare l’innovazione istituzionale del federalismo che dovrebbe realmente consentire un autogoverno responsabile delle popolazioni con la maggiorazione della spesa e della qualità dei servizi per i diritti di cittadinanza. Necessita rispetto ad un certo degrado preoccupante della vita sociale e politica, promuovere le condizioni sociali di trasformazione di una società consapevole ed attenta nel quadro di un buon funzionamento del sistema istituzionale di tipo federale. Ancor più nel Mezzogiorno si chiede di superare una certa “intermediazione impropria” in cui si viene ad esercitare una certa invasività della politica, in tutti gli aspetti della vita economica e sociale con il rischio spesso palese di bloccare le potenziali vitalità delle istituzioni e dei gruppi intermedi. Occorre battersi per concretizzare soprattutto il principio della “governance multilivello”, che da un lato assegni a gli enti locali il ruolo propulsivo di produrre servizi amministrativi e sociali, educativi, culturali e d all’altro ha la funzione di integrazione dei territori. I fattori fondamentali riguardano sia lo sgombrare il campo dal rischio del municipalismo e della frammentazione, sia di declinare la politica nazionale e regionale sulla specificità dei territori predisponendo adeguati correttivi che tengono conto delle diverse condizioni economiche e sociali. In questo quadro il federalismo fiscale non è sinonimo di frantumazione, ma è un tema che si inserisce in un ragionamento più ampio sul ruolo degli enti locali, in un’analisi che mette in evidenza la radice autenticamente democratica del diritto di autogoverno, le connessioni tra questo e lo sviluppo umano delle popolazioni, nonché lo sviluppo economico dei territori che sono alla base della politica europea di coesione economica sociale e territoriale. Su tale impostazioni nell’ Assemblea Nazionale delle province d’Italia svoltasi a Catania il 19-20/10/2010, si è presentato, come Provincia di Enna, un ordine del giorno su “Mezzogiorno, programmazione 2007-13 e manovra finanziaria”.

IL CONTESTO EUROMEDITERRANEO

La crisi finanziaria e la conseguente recessione economica hanno, d’altro canto, mutato in modo significativo i fondamentali economici dell’economia italiana ed europea, fondamentali sulla base dei quali era stata costruita la strategia di Lisbona, Goeteberg erano stati determinati e quantificati gli interventi di politica economica regionale sia nazionale che comunitaria, all’orizzonte del medio periodo 2007-13, ma quando è avvenuto, ha accelerato la ridefinizione della strategia a Lisbona, portando alla rinegozzazione dei contenuti e degli obiettivi della stessa, tuttora in corso, e tracciando il nuovo orizzonte di riferimento al 2020. Più precisamente, nella nuova politica europea per la crescita e l’occupazione, Europa 2020,con le sue tre priorità tematiche al cui raggiungimento la Sicilia, al pari delle altre regioni europee, è chiamata contribuire:
1) Sviluppare una economia basata sulla conoscenza e innovazione;
2) Promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e competitività;
3) Promuovere un’economia con più alto tasso di occupazione, che favorisce la coesione sociale e territoriale.
Con Europa 2020 si propone, infatti, una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva dell’U.E, basata su 5 obiettivi che guideranno il processo e saranno tradotti in obiettivi nazionali:
 Il 75% delle persone di età compresa tra i 20 e 64 anni deve avere un lavoro;
 Il 3% del Pil dell’U.E. deve essere investito in R. (ricerca)e S.(sviluppo) ;
Il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato;
 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà.
La Rood map della strategia Europa 2020 prevede, di conseguenza, che gli obiettivi nazionali dovranno essere presentati entro scadenze compatibili con l’elaborazione dei programmi europei, anche alla luce delle strozzature che ostacolano la crescita dell’U.E. che la Commissione sta già individuando e che formeranno oggetto dei programmi nazionali di riforma, da attuare a partire dal 2010, quando saranno individuate le azioni e le procedure attraverso le quali rafforzare la cooperazione tra le istituzioni europee e i singoli Stati membri. Attualmente è in itinere la bozza di piano di riforma nazionale (PNR) approvata dal Consiglio dei Ministri, presentata il 12 novembre a Bruxelles. Si apre una fase impegnativa che dovrebbe portare ad una estesa informazione e concertazione con i vari soggetti istituzionali e sociale del paese in modo da pervenire ad un documento condiviso a livello nazionale, prima dell’esame definitivo da esitare in primavera 2011 in sede Europea. L’impostazione di Europa 2020 sollecita una maggiore forza, come afferma un recente documento del CNEL, l’approccio unitario della programmazione dello sviluppo economico delle regioni dell’U.E. unitarietà che in Italia è venuta meno proprio con la riprogrammazione anticiclica dei fondi FAS. Diventa necessario, quindi, che ci si attrezzi ai vari livelli con un approccio unitario sulle politiche di sviluppo e della coesione economica, sociale e territoriale. Si tratta soprattutto di procedere al completamento del ciclo programmatorio definito nell’ambito del Q.S.N. 2007/13 e al contempo di operare le opportune riforme in grado di eliminare i “colli di bottiglia” che attualmente rendono spesso contorto e farraginoso il processo di utilizzazione delle risorse nazionali e comunitarie per lo sviluppo regionale. Occorre puntare ad un sistema istituzionale di governo regionale finalizzato ad impostare strategie delle politiche di sviluppo con una governance multilivello, in cui si prevedono anche poli di eccellenze, o attraverso apporti specifici delle varie realtà territoriali a cui concorrono aree vaste, centri urbani di grandi e medie dimensioni e piccole comunità in coerenza all’Agenda Territoriale dell’U.E., che è alla base della coesione territoriale. Infatti l’Agenda Territoriale e il suo programma d’azione propone di assicurare lo sviluppo armonioso dei vari territori, di completare e rinforzare la coesione socio-economica e di trasformare la diversità in un punto di forza che contribuisce allo sviluppo sostenibile dell’intero territorio dell’Unione Europea. In questo contesto ci si deve impegnare nel partecipare alla riflessione che si è aperta a livello Europeo sul forum delle politiche per l’agricoltura e lo sviluppo rurale per una riforma della politica agricola comunitaria (PAC), diretta sia al servizio di tutta la collettività Europea, sia a consentire agli agricoltori di ricavare dalla propria attività un reddito soddisfacente al proprio sostentamento, non solo nelle aree più produttive ma anche in quelle più marginali. In ambito europeo, dovranno essere attribuiti alla nuova PAC anche i compiti di incentivare presso gli agricoltori la fornitura di cosiddetti “beni pubblici” (ambiente, paesaggio, tradizioni locali), in modo da contribuire fattivamente agli obiettivi complessivi delle politiche dell’U.E. Ciò dovrà essere accompagnato da misure di semplificazione delle regole della PAC e dalla scelta di mantenere al suo interno le politiche di sviluppo rurale con una definizione programmatoria a livello regionale e la presenza di misure di salvaguardia di un livello minimo di reddito agli agricoltori. Questo indirizzo programmatorio della nuova PAC, potrebbe contribuire ad affrontare in modo più efficace i nodi strutturali della produzione nella provincia di Enna, che oggi conserva intatte, perché non ancora aggredite pienamente dall’antropizzazione e cementificazione le sue risorse naturali. Più in generale, per un rilancio della politica di coesione ci si impegnerà ad investire sull’economia reale, al fine di sostenere il piano europeo di ripresa economica, con un ruolo attivo del Bilancio dell’U.E. che dovrebbe essere attorno al 2% del P.I.L. Si deve poter superare, per il dopo 2013, come si preannuncia nella quinta relazione europea sulla coesione, la diatriba avutasi alla vigilia della programmazione 2007 – 2013 per mantenere le risorse previste nella passata programmazione dal momento che in taluni Stati si sosteneva di prevedere le risorse finanziarie solo per i paesi più poveri, evitando il raccordo diretto tra politica monetaria, finanziaria ed economica, con una separazione netta tra la politica di coesione e la strategia di Lisbona e delle ulteriori evoluzioni della stessa. In questo quadro la stessa S.V.I.M.E.Z. ribadisce l’esigenza di mantenere e rafforzare nei prossimi anni una politica europea per territori, e critica fortemente un approccio burocratico, che si concentra più sulla correttezza delle procedure che sulle valutazioni degli obiettivi perseguiti. Prefigurare un nuovo modello di governance, politiche di sviluppo territoriali, saranno gli obiettivi quantitativi da raggiungere pur in presenza di esiguità di risorse, rafforzando il sistema territorio. Chiaramente occorre prevedere, contestualmente i meccanismi sia nella fase ascendente che in quella discendente, di garantire il ruolo effettivo del partenariato istituzionale a vari livelli a partire dal quelli locali territoriali. Nel piano Nazionale per il Mezzogiorno si deve fissare l’opzione fondamentale per sostenere una crescita di lungo periodo, puntando soprattutto sui settori strategici, e su raccordi stretti con la spesa nazionale ed aggiuntiva che consenta di definire la premialità. Consistenti investimenti nell’innovazione, delle energie rinnovabili, delle reti idriche, dalla telecomunicazioni e delle infrastrutture di trasporto sono, in ogni caso, necessari per fronteggiare le sfide ambientali, il riequilibrio territoriale e la concessione urbana ed aumentare la competitività. Così si viene a definire la tipologia della crescita da un modello “ad alta intensità di beni di consumo” ad un modello”ad alta intensità di beni pubblici e beni di consumo” (che riduce la emissione di CO2). Il piano nazionale per il Sud, nella formulazione presentata al CIPE il 26 Novembre 2010, declina i criteri di:
– concentrazione delle strategie, della programmazione e delle risorse su pochi obiettivi prioritari (infrastrutture e beni pubblici, ricerca e innovazione, istruzione e competenze) rilevanti per lo sviluppo del Mezzogiorno;
– maggiore orientamento ai risultati, sostenuto da un rafforzamento della valutazione e dalle definizioni di target e indicatori di risultato misurabili, legati direttamente alla policy;
– attenzione specifica ai progressi che occorre promuovere e garantire (le priorità “orizzontali” sicurezza e legalità, certezza delle regole, funzionamento della pubblica amministrazione, sistema finanziario per il territorio, semplificazione della Pubblica Amministrazione) per creare nel Mezzogiorno un ambiente favorevole e pre-condizioni adeguate al pieno dispiegamento delle sue potenzialità di sviluppo. Attualmente è aperto il confronto con le Regioni e le Autonomie Locali con riferimento in particolare ai livelli di governance, che rischia di spostare in modo prevalente verso il potere centrale l’intero impianto del piano. Soprattutto di devono individuare le risorse aggiuntive per rendere credibili gli obiettivi posti di superare i divari specie infrastrutturali in raccordo al federalismo solidale. Non vi si può limitare soltanto a mettere insieme soltanto le risorse attualmente individuabile attorno a 75 miliardi circa, cifra inferiore a quanto individuato in precedenza dal momento che si sono avuti sottrazioni dall’attuale FAS, che adesso dovrebbe chiamarsi Fondo per lo Sviluppo e la coesione con il proposito di dare unità programmatica e finanziaria agli interventi nazionali aggiuntivi rivolti al riequilibrio economico e sociale per le diverse aree del Paese. Piuttosto si deve affermare con linee di intervento e progetti operativi che il Mezzogiorno si pone come principale “frontiera” della crescita nazionale. In questo senso la Germania può rappresentare un punto di riferimento, su cui incide soprattutto per gli alti livelli di crescita il positivo modello di unificazione attuato con la ex Germania dell’Est in termini di governance e di notevoli risorse impegnate nel ventennio. Una tale impostazione permette di dare forza per orientare, nel quadro di “Europa 2020” programmazioni nazionali ed europei di investimenti strategici con forti esternalità per il sistema economico e per la coesione sociale e territoriale. Si tratta di fissare, come propone il Prof. Mario Monti, nel suo rapporto per una nuova strategia per il mercato Unico Europeo, nuove regole prudenziali e contabili, maggiori incentivi per il partenariato pubblico-privato (P.P.P.) e le finanze di progetto. La logica di breve termine che ha caratterizzato i flussi dei capitali negli ultimi anni ha prodotto effetti negativi sull’economia e sul sistema finanziario mondiale, soprattutto sulle aree svantaggiate degli stessi paesi sviluppati, impegnati ad una crescita più complessiva ed equilibrata dei sistemi territoriali. La convergenza con il resto del paese e dell’Europa in termini di standard di servizi essenziali, infrastrutture e competitività rispetto all’area euro mediterranea, possono e devono costituire i pilastri su cui devono caratterizzare la specificità del Mezzogiorno nel quadro continentale e nazionale. In questo quadro il Mezzogiorno potrebbe diventare una regione cardine, il ponte del partenariato e del libero scambio euro mediterraneo. Si verrebbe a cambiare, così, l’attuale ruolo di zona emarginata e sottoutilizzata a quelle più avanzate per il dialogo e la cooperazione tra l’Italia, l’Europa ed i paesi del Mediterraneo. Ciò richiede, nel contempo, che si deve affermare per l’U.E. che la regione Mediterranea è un’area di importanza strategica vitale, non solo in termini politici ed economici, ma anche per la protezione dell’ambiente, per la gestione delle risorse marittime, del commercio delle merci e servizi e dei rifornimenti energetici nonché per i problemi della sicurezza del rafforzamento della democrazia, per il pluralismo politico, per la promozione dei diritti umani e della libertà e più complessivamente per la prosperità dei paesi mediterranei. In questo quadro, la Sicilia può diventare una piattaforma strategica del Mediterraneo, anche nel contesto della crescita dei flussi commerciali e quindi finanziari, con le regioni asiatiche del Medio ed Estremo Oriente e con la Cina. Ciò richiede di approntare una impegnativa progettualità che parte dal superamento degli ostacoli interni ed esterni che impediscono la sua evoluzione moderna e dinamica. Non è sufficiente sottolineare che la Sicilia è l’isola maggiore e centro di gravità del Mediterraneo, in passato luogo d’incontro tra le culture e può vantarsi di una storia plurimillenaria, di un ricco patrimonio archeologico e di monumenti tra i più importati “giacimenti culturali” del pianeta. Si tratta di sviluppare azioni e progetti mirati nel contesto delle opportunità presenti degli attuali programmi euromediterranei per poter rimuovere la conflittualità ed i contrasti aperti in termini culturali, religiosi e di immigrazione.
LE LINEE STRATEGICHE
Nel definire le linee programmatiche provinciali occorre fare riferimento alle evoluzioni dei processi in corso a livello nazionale ed europeo ed occorre avere la consapevolezza che si è al punto di una reale svolta storica in cui si possono mettere a dura prova le stesse istituzioni pubbliche e sociali Nei nostri territori diventa ancora più essenziale superare il mero approccio emergenziale, che spesso è stato alla base anche di relazioni più mirate all’acquisizione di mero consenso elettorale e gli scontri continui miranti all’ acquisizione di potere. Ciò può determinare la destabilizzazione e l’impossibilità a promuovere un confronto convergente sulle problematiche della prospettiva dei nostri territori. Si tratta di mettere lo sviluppo socio-economico al centro degli interessi, tenendo presente che la crescita economica implica sia la giustizia sociale che il merito, l’operosità, la libertà di impresa affrontando i problemi strutturali che non abbiamo voluto o saputo affrontare. Soprattutto la capacità di crescita dipenderà dalla capacità a fare sistema del saper lavorare e vivere in rete per cogliere nuove opportunità di crescita economica, sociale e culturale. La recente normativa nazionale 2011-12 con le “ misure mirate urgenti finalizzate alla stabilizzazione finanziaria e alla competitività economica”, confermate dal Documento di Finanza pubblica (D.P.F.) ha determinato pesanti tagli per far funzionare la scuola e i servizi scolastici , il trasporto pubblico locale, l’attività della protezione civile, gli interventi per la casa e soprattutto per le politiche sociali, interessando soprattutto una pesante diminuzione dei trasferimenti agli Enti Locali. Ulteriori tagli potrebbero avere effetti importanti anche sulla nostra provincia con la preannunciata ed imminente manovra finanziaria regionale,che prevede allo stato attuale nel testo presentato all’ARS una pesante taglio dei trasferimenti fortemente contestati dall’Ancisicilia e dall’URPS con conseguenze particolarmente pesanti per la provincia di Enna. Soprattutto la nostra Provincia per i minori introiti delle entrate RCA per il basso indice di tasso di motorizzazione, dovrebbe usufruire maggiormente delle compensazioni di riequilibrio attraverso il sistema dei trasferimenti regionali. Chiaramente si è di fronte ad una situazione delicata che mette a dura prova la tenuta dei conti finanziari del bilancio della provincia, che si presenta molto compresso e in sofferenza specie in confronto ad altri periodi in cui la spesa pubblica era più consistente nell’erogazione dei servizi a seguito di maggiori trasferimenti nazionali e regionali; ma soprattutto negli anni si sono accumulati ulteriori competenze, in assenza di risorse adeguate aggiuntive da trasferire, che hanno reso precario l’equilibrio del bilancio se non la stessa formulazione di bilancio per i prossimi anni al fine di evitare un reale dissesto finanziario. Soprattutto si è determinato un rapporto squilibrato tra le spese correnti e quelle per investimenti. Ormai gli investimenti per le infrastrutture sia materiali che immateriali sono presenti soprattutto nelle spese aggiuntive comunitarie e nazionali da attivare attraverso la progettualità finanziaria nei programmi operativi comunitari e nei programmi di attuazione FAS. In questo quadro di riferimento occorre progettare il futuro, creare le condizioni per un solido apparato produttivo fondato sulla cultura d’impresa, la civiltà del lavoro, l’etica delle istituzioni, la tutela delle pari opportunità e il riconoscimento del merito ed andare oltre lo scenario attuale e ritrovare la via di una crescita forte, finanziariamente sana, socialmente giusta ed ecologicamente sostenibile. Inoltre, dallo scenario federalista in divenire, dobbiamo anche lavorare sia entro la compatibilità da definire sull’intervento regionale e provinciale, sia anticipando gli scenari del federalismo in divenire e dei trasferimenti nazionali in base ai costi standard definiti a livello nazionale. A tal fine può rappresentare un’anticipazione il raggiungimento degli standard da conseguire entro il 2013 con riferimento ai quattro macro obiettivi, (istruzione – servizi socio sanitari – servizi idrici – gestione dei rifiuti urbani), al fine di raggiungere la premialità la Sicilia dovrebbe raggiungere una spesa attorno a 720 miliardi in caso di performance positiva. In ogni caso è da valutare che si registra un esperimento di transizione della finalità del campo di interventi della politica regionale, che passa dalla fissazione di obiettivo di equilibrio, e quindi della compensazione di uno svantaggio iniziale, alla definizione di uno standard minimo di servizio quale condizione irrinunciabile di cittadinanza. E’ da precisare che un tale meccanismo inserito nel quadro strategico nazionale 2007-13 non può rappresentare un percorso sostitutivo in termini finanziari in ambiti di spettanza nazionale delle risorse ordinarie con la conseguenza di condurre a ridimensionare il ruolo delle infrastrutture, del capitale produttivo e dell’impresa, vanificando ulteriormente la pretesa di interventi aggiuntivi. Comunque l’impianto degli obiettivi di servizio che richiedono la concertazione di vai soggetti istituzionali e sociali ha aperto la strada ad una politica di sviluppo efficace e controllata, attenta allo sviluppo umano oltre che economico, meno velleritaria e più programmatica e coerente con l’orientamento che si delinea in modo sempre più chiaro negli orizzonti delle nuove politiche di coesione europea.

La nostra provincia non sfuggirà alle sfide della globalizzazione che offrirà potenzialità e contraddizioni emerse nei vari paesi e nelle diverse aree.
Dalla rilevazione dell’impatto prodotto dalla globalizzazione anche sui paesi meno progrediti si ha che la povertà si è ridotta in vent’anni del 40%. Nel 2015, i poveri estremi si ridurranno della metà: dai 1,8 miliardi del 1990 a 920 milioni. Cinesi ed Indiani, nel 2050 raggiungeranno il 50% del complesso globale, contro il 10% di adesso. Vi deve essere la consapevolezza che il mondo è diviso in due (una parte cresce,l’altra ristagna) nel contesto di una stima di crescita mondiale attorno al 4,2 per il 2010. E’ da sottolineare che i paesi dell’Eurozona sono distanti dalla crescita media rispetto ad altri, come la Cina e l’India,il Brasile,la Russia viaggiano a ritmi più elevati. Tra i maggiori sette paesi europei l’indicatore del P.I.L. per l’Italia si presenta più contenuto attorno all’1% specie in confronto ai valori previsti nella misura del 3,4% per la Germania e la Polonia. In questo quadro di difficoltà di ripresa economica per l’Italia, è da evidenziare che dalla relazione dell’ISTAT al Parlamento per il federalismo fiscale, emerge un paese spaccato, e diviso in due, una parte del fare – il Nord – produce una ricchezza doppia rispetto all’altra, consuma di più ed esporta di più;l’altra sostenuta dalla domanda ed offerta di servizi a fronte di una ridotta spesa pubblica. Il PIL pro-capite nel Mezzogiorno vale circa la metà rispetto al Nord a fronte di 17.900 euro nel Mezzogiorno, al Nord e oltre 31.000 euro a persona maglia nera d’Italia e la Campania dove il PIL pro-capite è pari a 16.900 euro per testa, invece, Bolzano con 34.000 euro è la Lombardia con 33.000 euro per abitante. La situazione migliore se si guarda al reddito disponibile delle famiglie. Nelle Regioni meridionali è pari al 64,1% rispetto a quello del Centro-Nord, il che vuol dire che un abitante del Sud può spendere quasi il 36% in meno rispetto al Nord. In Campania la disponibilità del reddito pro-capite è di 12.000 euro in un anno, in Sicilia di 12.000 euro, contro i 20.700 di Bolzano e i 20.600 euro della Lombardia. Il saldo tra esportazioni e importazioni in percentuale del PIL, per l’Italia è del 36%. Se a fronte di un saldo positivo in quasi tutte le Regioni del Nord è negativo per il 21,8% del Mezzogiorno, con punte del 30,3% e del 27,5% in Calabria e in Sicilia. La Provincia presenta, sulla base degli indicatori del mercato del lavoro, una situazione di contrasto alquanto preoccupante, in cui emerge soprattutto una scarsissima occupabilità delle donne, una elevata quota di popolazione inattiva anche giovane, una notevole presenza di occupati indipendenti ( su 51 mila unità occupati 14 mila rientrano nella categoria del lavoro autonomo) la forte concentrazione di occupati nei servizi ( 36 mila su 51 mila occupati) che al netto della Pubblica Amministrazione segnala una ampia area di occupazione nei servizi a bassa qualificazione. La scarsa presenza di lavoratori impegnati nei settori manifatturieri ( 9 mila occupati di cui 4 mila delle costruzioni), oltre ad evidenziare il basso tasso industrializzazione delle province evidenzia piuttosto una struttura del mercato che complessivamente manifesta livelli bassi di qualificazione professionale della forza lavoro.
Complessivamente la Provincia di Enna conta una popolazione di età (da 15 anni e oltre) pari a 147 mila unità in cui emerge un elevato numero di non forze di lavoro (inattivi) con un totale di 86 mila, mentre gli occupati sono 51 mila e le persone in cerca di occupazione sono 9 mila unità. Il tasso di disoccupazione provinciale è 15,2 % dato che risulta maggiore sia al corrispondente valore regionale pari al 13,9 % che di quello meridionale pari al 12,6%. Purtroppo le prospettive sull’occupazione rischiano di essere ulteriormente negative, dal momento che non si avvertano segnali di fuoriuscita dal ciclo economico debole, ma soprattutto si è di fronte ad una possibile ripresa che non produce posti di lavoro almeno nel breve periodo. Più precisamente per la Sicilia sono da evidenziare i recenti dati del centro studi della Banca d’Italia di Palermo che evidenziano deboli segnali di ripresa economica rispetto al già grave dato sull’occupazione diminuita del 2,6% nel primo semestre. Parimenti si ha un dato altrettanto preoccupante fornito dal CERDFOS secondo le cui rivelazioni su 2.700.000 famiglie in Italia che si trovano nella soglia di povertà relativa,il 18% pari a 480 mila famiglie,sono in Sicilia. Soprattutto è da segnalare che a soffrire di più sono i giovani, il cui tasso di disoccupazione raggiunge il 38,5% (Italia 25,4%) che diventa 44’2% se si considera il segmento femminile. Nel delineare la direttrice di uno sviluppo della nostra provincia occorre sottolineare che i fattori un tempo determinanti, (la grande scala produttiva, la vicinanza dei mercati di vendita, la concentrazione dei servizi, la disponibilità di manodopera) stanno progressivamente perdendo importanza rispetto ad altri fattori di attrattività. Infatti diventano sempre più decisivi altri fattori su cui possiamo come provincia lavorare per innescare un nostro sviluppo socio-economico: la qualità dell’ambiente, la sicurezza e i confort di vita, l’accessibilità telematica ai servizi, l’identità e la riconoscibilità dei prodotti, la qualità dell’accoglienza, l’integrazione sociale, la preservazione dei valori culturali tradizionali. Ciò richiede la volontà: da un lato di valorizzare quanto meglio siamo in grado di produrre e offrire nel nostro territorio, dall’altro di attrarre meglio disposto a localizzarsi qui e compensare quanto del nostro meglio è invece indotto a crescere altrove. La società dell’informazione e le sue nuove tecnologie, promuovono, con la stessa rapidità, globalizzazione e localismo come la faccia di una stessa medaglia. Il nostro impegno, quindi, deve finalizzarsi, in particolare a portare avanti la sussidiarietà orizzontale, affidando alla formazioni sociali del volontariato e del no – profit, alla imprenditorialità diffusa, insomma la capacità di autorganizzazione della società in modo di concorrere alla rappresentazione primaria degli interessi e della identità comunitaria delle popolazioni. Laddove questa capacità di autorganizzazione non possa giungere vi sarà l’azione diretta dei soggetti pubblici, che dovrà inspirarsi ai principi di sussidiarietà verticale, di differenzazione e di adeguatezza, nel senso di affidare ai livelli istituzionali più adatti e più vicini ai cittadini, la gestione dei servizi. Soprattutto si deve poter avviare e concretizzare il rapporto di reciproca collaborazione tra soggetti pubblici, privati e “terzo settore” per definire la scelta strategica e piani di azione locale, che si trova la chiave di volta di un possibile successo dei sistemi territoriali. La Provincia di Enna deve comprendere i cambiamenti in corso, la criticità e le sfide odierne, per cogliere ed utilizzare le debolezze in occasioni di opportunità e di sviluppo. L’azione amministrativa della nuova giunta, pur riconoscendo i limiti posti dalla spesa pubblica, le difficoltà nel definire politiche di sviluppo e promozione dell’ente vuole cogliere la sfida che oggi si pone con una incessante azione nel proporre progetti, offrire soluzioni innovative, liberarsi dalla tentazione di aggravare il divario ed il non operare in modo saggio per il benessere del bene comune. Le linee programmatiche che l’ente Provincia intende mettere in campo in tema di Sviluppo locale possono essere sinteticamente raggruppate nei seguenti punti:
• Programmazione economica – sociale, progettazione integrata e attivazione risorse finanziarie regionali, nazionali e Comunitarie con particolare riferimento alla attuazione degli interventi per grandi infrastrutture di reti (viarie, idriche, ambientali) che connotano la centralità delle province nel sistema regionale.
• Valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale nell’ottica del rafforzamento dell’identità culturale locale e dell’intervento turistico.
• Realizzazione di un sistema integrato di servizi in tema di formazione, lavoro e creazione di impresa.
• Fare governance di multilivello, ovvero rafforzare il coordinamento e le relazioni interistituzionali con l’amministrazione provinciale, i comuni ennesi e delle province vicine per lavorare sinergicamente ed in maniera completa a progetti comuni.
• Valorizzazione del ruolo del terzo settore, cooperazione e sussidiarietà per la definizione delle politiche sociali in ossequio ai bisogni della gente.
• Promozione di partenariati Pubblici/privati attraverso l’analisi delle potenzialità, delle fattibilità e delle strumentazioni che la Provincia può mettere in campo.
• Attivazioni Protocolli di Intesa finalizzati alla promozione e creazione di impresa anche con soggetti responsabili della promozione delle politiche attive del lavoro per la qualificazione dei servizi a supporto della creazione di impresa anche verso i nuovi bacini occupazionali. Valorizzazione delle risorse umane presenti nell’ente, rimotivazione e sviluppo delle competenze manageriali.
• Attivazione di tutte le misure urgenti in tema di sostegno allo sviluppo del settore primario, sostegno alle politiche di promozione e commercializzazione dei prodotti locali.
• Contenimento della spesa pubblica e rispetto nell’assicurare i servizi essenziali alla collettività.

PROGRAMMA DELLA GIUNTA PROVINCIALE PER AREE TEMATICHE

AREE TEMATICHE
Infrastrutture pubbliche – edilizia scolastica e patrimonio – edilizia sportiva e riqualificazione

La programmazione degli interventi non può non essere traguardata nella consapevolezza di non disporre di risorse immediatamente disponibili, anzi nell’avere preso atto di drastiche riduzioni nei trasferimenti dallo Stato agli Enti periferici, e quindi anche alle Province. Ne consegue la necessità e l’obbligo di una oculata, tempestiva e saggia utilizzazione di tutto quanto la Provincia di Enna dispone e di tutto quanto alla Provincia di Enna è stata accreditata sulle carte di programmazione della Comunità Europea, dello Stato e della Regione Siciliana.
Pertanto le azioni saranno soprattutto finalizzati a due precisi obiettivi:
1°) utilizzo delle risorse da trasferimento (sia esso Comunitario che Statale e/o Regionale) nella maniera più veloce possibile e contemporaneamente senza le incertezze dei tempi di predisposizione degli atti di supporto (atti progettuali, atti approvativi e concessori, selezione dei soggetti interessati a mezzo bandi di gara) e le incertezze del rispetto dei tempi di realizzazione e completamento delle opere medesime ( esecuzione dei lavori, rendicontazione degli stessi, collaudazione), con propedeuticità obbligata, a tutto quanto prima detto, del controllo della sicura qualità e della sicura garanzia di realizzare l’opera progettata così come prevista;
2°) utilizzo delle attuali disponibilità patrimoniali dell’Ente con grandissima accortezza e senza distrazione alcuna, e ciò per consentire di integrare e stabilizzare, in maniera pienamente legittima e responsabile, le risorse economiche dell’Ente Provincia a vantaggio di un equilibrio di bilancio sempre più difficile da raggiungere per non incorrere nel rischio di un dissesto economico dell’Ente. Con riferimento alla “Riqualificazione delle rete viaria e dei servizi di trasporto pubblico” occorre partire dal recupero della programmazione stabilita dal Consiglio Provinciale nella sua cronologia, la realizzazione degli interventi viari così come indicati dallo stesso piano, anche se con qualche modesta e concordata rimodulazione nelle priorità, ma più che altro con l’impegno di evitare di perdere risorse già assegnate. Intanto è opportuno impegnare le poche risorse destinate agli interventi manutentivi in maniera oculata e senza distrazione alcuna.
Per quanto concerne gli interventi puntuali gli stessi verranno affrontati in seguito.
Per quanto concerne “Edilizia scolastica; patrimonio” occorre intanto evidenziare che l’edilizia scolastica provinciale è ricca e complessa, e è ben distribuita sul tessuto della stessa Provincia. Non vi è dubbio che la stessa, anche nel rispetto delle attuali normative, abbisogna di interventi sia di tipo strutturale che non strutturale, e da ciò deriveranno alcune anomalie funzionali che intenderemo affrontare, come già in parte lo sono, con la collaborazione degli studenti e dei Dirigenti scolastici. Comunque fino ad oggi si è dovuto affrontare la emergenza dell’avvio dell’anno scolastico con una serie di problematiche che spesso poco hanno a che fare con le strutture alloggiative, ma si ritiene opportuno, avviato l’anno scolastico, affrontare, con un quadro generale di tutte le strutture scolastiche e di tutte le rispettive e relative problematiche, con evidenziazione delle priorità, e nell’ambito delle disponibilità economiche assegnate, esaminare e rivedere tutto il sistema gestionale delle stesse, sia dal punto di vista della ordinarietà che della straordinarietà. Vorremmo guardare con attenzione ad ipotesi di finanza di progetto, come ad una possibile rimodulazione della destinazione degli edifici rispetto alla specificità degli insegnamenti.
Sul “patrimonio” è opportuno evidenziare che lo stesso, tanto vasto quanto poco conosciuto, abbisogna di un attento esame per le modalità e la qualità dell’utilizzo. E’ una risorsa poco o affatto utilizzata dall’Ente Provincia, e pertanto occorre in maniera attenta ma comunque immediata rivederne le destinazioni e gli usi. Anche il cronoprogramma delle dismissioni già previsto è necessario che venga rimodulato perché lo stesso sia congruo con le possibilità immediatamente attuabili delle dismissioni. Le “infrastrutture” , rappresentano certamente un campo delicato e di grande impegno; basterebbe accennare ad alcune grosse opere, alcune oggi sul tavolo, altre di prossima attenzione, quali l’asse viario Nord – Sud e l’incidenza dello stesso nel quadro economico dei fondi FAS 2007/2013 per non dire dell’incidenza già nel fondo 2000/2007 , nonché della futura tratta ferroviaria che dovrebbe tagliare fuori alcuni territori appartenenti a più Province (Enna –Caltanissetta – Agrigento). Altre problematiche sono collegate al campo dei rifiuti solidi, e a quello delle acque, e ciò comunque nell’ottica di una programmazione generale regionale, che a tutt’oggi non ci è chiara.

Risorse umane, Affari Generali ed Innovazione

Non c’è dubbio che ogni sistema produttivo, pubblico o privato, deve fare leva prioritariamente sulle proprie risorse umane le quali, se efficacemente combinate con le dotazioni strumentali e provvidamente sorrette da un’adeguata componente manageriale, potranno garantire elevati gradi di rendimento. Partendo da questo assioma l’Amministrazione Provinciale intende favorire un incisivo processo di valorizzazione di tutto il suo personale dipendente, onde migliorarne ed incrementarne la produttività. Ruolo cruciale deve assumere, a tale proposito, un sempre più forte spirito di intraprendenza della dirigenza, dalla quale possano, così, diramarsi segnali vigorosi e tangibili di efficienza ed efficacia verso i propri collaboratori, in modo da coinvolgerli in un circuito virtuoso di stimoli, senso di appartenenza e spirito di servizio.
Le parole chiave di tutto questo contesto sono:
– Reattività dei dirigenti.
– Revisione degli assetti organizzativi che devono essere sempre più orientati a modelli agili, semplici e fluidi. Ciò anche per evitare situazioni di sotto utilizzo e/o improprio impiego delle unità lavorative, oltre che per eliminare disequilibri quali quantitativi nella distribuzione del personale fra le varie articolazioni operative.
– Motivare i propri collaboratori e farli sentire più partecipi al divenire dell’Ente.
– Dialogo continuo e forte sinergia fra i vari Settori, onde favorire anche processi lavorativi trasversali che coinvolgano diverse articolazioni organizzative e rendano più solleciti, completi e qualificati i servizi alla collettività.
– Coesione incondizionata fra i dirigenti.
– Valutazione e, quindi, miglioramento di un sistema di verifica e giudizio dei dirigenti, messo in atto non da molto tempo e, quindi, in fase di rodaggio.
La valutazione sarà orientata, soprattutto, alle capacità, competenze e professionalità individuali, nonché sugli stili organizzativi delle proprie strutture, che privilegino modelli snelli e chiari, in quanto validi presupposti per un effettivo qualificato svolgimento delle attività di pertinenza. Il processo di valutazione dovrà anche interessare il restante personale, con un marcato circuito di giudizi che ogni dirigente dovrà, sistematicamente, porre in essere all’interno della propria struttura operativa. Tutto ciò al fine di consentire di misurare il grado di apporto alla performance dell’Amministrazione da parte di ciascun dirigente e permettere, anche, di calibrare gli incarichi del dirigente stesso e, conseguenzialmente, il suo percorso professionale. Il personale non dirigente potrà, inoltre, cogliere forti spunti di efficienza ed efficacia per il proprio divenire lavorativo. Tutto quanto precede trova la sua estrema sintesi nel fondamentale ed ineludibile criterio della meritocrazia che sarà, quindi, punto di riferimento di ogni processo di sviluppo di ciascuno rapporto di lavoro.
– Revisione dell’intera struttura tecnico amministrativa. Ciò comporterà un’adeguata rielaborazione degli ambiti delle competenze dei Settori e, conseguenzialmente, un migliore riassestamento quali quantitativo degli stessi, collegato, anche, alla sopra citata calibrazione degli incarichi e del percorso professionale dei dirigenti. Dopo quanto fin qui riportato, occorre dire che molta attenzione sarà dedicata alla “ Formazione Continua “ la quale, in conseguenza delle esigue risorse di bilancio, dovrà essere attuata in modo particolarmente razionale ed efficiente. Essa sarà svolta, il più possibile, “In House “ , con le nostre professionalità e con quelle delle viciniore analoghe realtà. Saranno anche privilegiati gli eventi formativi e di aggiornamento attuati in forma consorziata con le altre pubbliche amministrazioni. La formazione dovrà, inoltre, essere attuata con tempestività ( magari anticipando i tempi delle innovazioni che si profilano all’orizzonte ) e secondo una scala di priorità legata, soprattutto, alle esigenze operative innovative più imminenti ed ineludibili, pretendendo un incisivo processo di comunicazione di ciò che si è appreso, ai colleghi interessati agli eventi formativi, cui non hanno potuto partecipare ( effetto moltiplicatore). Particolare interesse sarà anche dedicato alla INFORMATIZZAZIONE Sebbene l’apparato organizzativo del nostro Ente presenta un certo livello di informatizzazione esso, comunque, si rivela ancora non molto adeguato ad affrontare le continue e stringenti sollecitazioni derivanti dalle incessanti e complesse incombenze di legge, oltre che dall’oggettiva esigenza di velocizzare ed affinare i processi operativi. L’Amministrazione, pertanto, compatibilmente con le conclamate asfittiche risorse di bilancio, si attiverà, quanto più possibile, per un potenziamento dell’apparato informatico. Ciò anche perché si dovranno realizzare, a breve, due obiettivi di forte valenza, peraltro, imposti dalla vigente normativa: Il Protocollo Informatico e l’Albo Pretorio On Line . Gradualmente sarà messo on line ogni tipo di informazione/comunicazione all’interno ed all’esterno dell’apparato burocratico.
Il nostro sito Web sarà incessantemente incrementato, aggiornato e reso più facilmente consultabile e chiaro. Tutto questo ad esclusivo beneficio del principio di trasparenza ed integrità, che, unitamente a quello della meritocrazia, rappresenta importante materia del D.Lgs. 150/2009. In altri termini si dovrà provvedere a dare corso a quanto di più o meno innovativo, è prescritto nel D.Lgs. 27 ottobre 2009 n. 150.
– Personale Precario – I forti tagli finanziari imposti dalla L. n. 122/2010 ( manovra Tremonti ) comporteranno, già nel bilancio 2011 un forte disavanzo.
Se si considera che il bilancio del nostro Ente si attesta in appena 30 milioni di euro circa, si comprende bene come il suddetto disavanzo è destinato a compromettere non solo la continuità dei contratti di lavoro del personale precario, ma forse anche l’avvenire del nostro Ente Provincia. L’Amministrazione ha avviato un suo “piano di contrasto” basato su ogni tipo di intervento che il contesto in cui si muove consente. Sta agendo sia sul fronte dei risparmi di spesa che sull’incremento delle anguste entrate proprie, ma aldilà delle più o meno comprensibili ( a volte anche stucchevoli ) resistenze che, nel suo percorso va incontrando, tutto ciò è decisamente insufficiente. Per superare il grave momento occorre un deciso ed incisivo intervento della Politica e cioè dei nostri rappresentanti politici, i quali nelle sedi opportune possano imporre ed ottenere un livello di tagli finanziari più tollerabile per la bistrattata e depressa situazione socio economica della nostra Terra. Per tornare sul problema dei precari bisogna dire che in questa Amministrazione è molto forte la determinazione di non fare perdere 86 posti di lavoro. Perché tanti sono i dipendenti a cui il 31/12/2010 scadrà il contratto di lavoro, già oggetto, peraltro, di due precedenti proroghe trimestrali dall’1/7/2010. La Regione ha già assegnato la sua quota quinquennale, la quale, però, copre solo il 40% circa della spesa complessiva. La restante quota del 60% ( circa 800.000 euro annui, tanto per intenderci ) la dovrà procurare la Provincia. E qui sta il problema: c’è un disavanzo di 4.500.000 per il 2011 da ripianare. Una cosa è certa: non saranno risparmiate energie, idee ed azioni. Saranno impiegate, sicuramente, tutte le competenze professionali di cui si di dispone e sarà tentata ogni formula e tipologia di soluzione affinchè il problema, in un modo od in un altro, venga risolto.
E venga risolto senza recare, il più possibile, pregiudizio ad altre critiche situazioni socio economiche che più o meno direttamente sono collegate.
Qualche spiraglio sembra che già si intraveda.

Programmazione economica- sociale- Politiche di Sviluppo – Politiche Comunitarie e FAS – Attività
Produttive – Formazione Professionale – Politiche attive del lavoro.

I. L’Amministrazione intende improntare la propria azione, in continuità e consonanza con gli strumenti di Programmazione e Pianificazione territoriale messi a punto dall’Ente nel precedente biennio, ai quali si fa espresso rinvio:
a) Il Patto per lo Sviluppo, sottoscritto da ben 108 soggetti del partenariato Istituzionale ed economico-sociale;
b) Il Piano Territoriale Provinciale, copianificato di concerto con tutti gli Enti preposti alla tutela e alla gestione del territorio;
c) Il Progetto Integrato di Sviluppo Territoriale (P.I.S.T.) “Centro Sicilia”, elaborato insieme ed in rappresentanza dei venti comuni della Provincia;
d) Il Piano di Sviluppo Turistico finalizzato al riconoscimento del Distretto per la valorizzazione della Venere di Morgantina, elaborato insieme ai comuni ricadenti nel costituendo distretto e condiviso con un vasto partenariato costituito da operatori privati del settore;
e) Il Piano di Sviluppo Locale previsto dall’Asse IV del P.S.R. (Attuazione Approccio Leader) e approvato da 17 Comuni e da diversi soggetti privati.
Al fine di coordinare e gestire i processi avviati con i suddetti strumenti programmatici, è intendimento della Provincia realizzare un modello di “governance” del territorio innovativo sulla base di quanto già prefigurato nel “Patto per lo Sviluppo”. A tal fine, essa opererà in totale sinergia con le principali Istituzioni locali e, fra esse, in primo luogo con i Comuni, con i rappresentanti dell’imprenditoria locale e direttamente con i cittadini fruitori di servizi pubblici che verranno resi. In particolare, nel rapporto con i Comuni, la Provincia si proporrà, con lo stesso spirito di servizio che ha caratterizzato la stesura del PIST “Centro Sicilia” e del PISU, quale soggetto coordinatore delle progettualità integrate e di rilievo sovracomunale. In tal senso, verrà gestita la fase negoziale inerente la seconda finestra del PIST con la Direzione Regionale della Programmazione (Ottobre-Novembre 2010) e si procederà alla presentazione della progettualità PIST entro il termine previsto della terza finestra (Maggio 2011). Sempre in ambito PIST, un ruolo strategico sarà attribuito alla costituzione ed implementazione degli “Organismi Gestionali” delle due reti previste:
1) Rete per la riqualificazione urbana, i servizi integrati per l’inclusione sociale e la qualità della vita;
3) Rete per la valorizzazione, manutenzione e gestione delle risorse ambientali e culturali nonché per la valorizzazione del ruolo della comunità locale e dell’identità culturale.
La prima rete sarà alimentata in principal modo dal sistema integrato dei servizi previsti al successivo punto III. La seconda rete sarà realizzata con le finalità e le modalità sviluppate nel successivo punto II. Relativamente alla attivazione delle risorse finanziarie pubbliche, forte della pluriennale esperienza maturata dal IV Settore nell’utilizzo e nella gestione dei Fondi Comunitari, la Provincia fornirà ai Comuni e a soggetti che ne faranno richiesta la necessaria informazione e assistenza tecnica per potere accedere ai Bandi pubblici che verranno emanati dalla Regione, specie con riferimento al FESR, prevedendo la possibilità di implementare in modo strutturale un “UFFICIO EUROPA”e di creare rapporti con TECLA. A beneficio della comunità e dell’imprenditoria locale verrà, inoltre, attivata una penetrante attività di monitoraggio e vigilanza nei confronti della Regione sulla realizzazione delle principali opere infrastrutturali previste nel territorio. Particolare attenzione sarà rivolta alle seguenti opere:
• Completamento Itinerario stradale NORD-SUD- Gela- Santo Stefano di Camastra nell’ambito del Piano Nazionale per il Sud; (l’ex P.A.R. – FAS 2007-2013, prevede una spesa prevista pari a circa 566 milioni di Euro);
• Potenziamento o completamento Sistema Idrico Integrato – Interventi inerenti Diga Olivo, Ancipa-Pozzillo, Pietrarossa, Pozzillo (ex P.A.R. – FAS 2007-2013, spesa prevista pari a circa 195 milioni di Euro);
• Progettazione definitiva e realizzazione Autoporto Dittaino (Linea Intervento 1.2.1.1. FESR);
• Valorizzare rete ferroviaria Catania-Enna-Caltanissetta-Palermo.
II. La Provincia intende promuovere un accordo con i Comuni, altri soggetti pubblici o privati e le parti sociali per attuare interventi che rafforzino la qualità dell’offerta formativa in funzione della migliore capacità di percepire e analizzare i reali bisogni dei territorio. In particolare, si prevede un’azione di sistema intesa a potenziare, ampliare e qualificare nel territorio i Servizi di informazione, orientamento e consulenza per la creazione di impresa e le azioni educativo-formative tendenti all’inserimento nel mercato del lavoro. A tal fine, il partenariato pubblico-privato può creare le condizioni per accedere al FSE, predisponendo la necessaria progettualità in consonanza con le azioni già individuate nell’ambito del Patto di Sviluppo. La gestione del sistema dei servizi integrati realizzata da Provincia, Comuni, enti pubblici e da organizzazioni del privato sociale, dovrà tenere conto dell’articolazione territoriale e funzionale, della complessità del raccordo e della integrazione orizzontale e verticale dei servizi in una logica unitaria e di ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali. Un primo passo rilevante da compiere è l’implementazione di un processo di pianificazione, programmazione e controllo attraverso il quale fissare con chiarezza il passaggio dalla missione alle finalità strategiche e da queste agli obiettivi che, nel continuo, devono essere perseguiti e raggiunti. Un secondo passo da effettuare è la redazione di un bilancio che contiene, armonizzandole fra loro, informazioni sui servizi dislocati nel territorio, sulle dotazioni strumentali, sulle risorse umane professionali, sull’andamento finanziario ed economico della gestione, sull’efficienza e sull’efficacia gestionale e sociale. Per la gestione del sistema integrato di servizi si potrebbe costituire un Ufficio di Coordinamento e di uno staff tecnico:
– L’Ufficio di Coordinamento si porrà a supporto del partenariato pubblico-privato e curerà per i rapporti con i servizi degli enti locali, delle istituzioni scolastiche, della Regione e del privato sociale il medesimo Ufficio curerà inoltre, il rapporto con le Reti di collaborazione promosse nel territorio per garantire una costante consultazione e partecipazione nella programmazione delle politiche e sul piano operativo un’auspicabile condivisione e sinergia nell’attuazione delle azioni.
– Lo Staff tecnico del partenariato pubblico-privato redigerà il Programma annuale dell’offerta e dei servizi, delle attività e degli eventi, e, inoltre, si occuperà della progettazione di azioni ed interventi.
La Provincia Regionale, i Comuni e gli altri enti pubblici individueranno il personale ed i servizi per la costituzione dell’ufficio di coordinamento e di staff. Anche le organizzazioni del privato sociale indicheranno propri rappresentanti ed esperti. Gli Enti Pubblici ed i soggetti privati coinvolti nella gestione dovranno avviare ed alimentare un idoneo meccanismo di rendicontazione e di comunicazione dei risultati. Nella gestione si ha il dovere e la responsabilità di informare i stakeholder interni ed esterni, attivando un flusso di comunicazione dei risultati ottenuti che consenta lo sviluppo della collaborazione nella condivisione di progetti, programmi ed attività ed il perseguimento della Mission pubblica di promozione di politiche efficaci. In una logica del controllo dei risultati si potranno sviluppare modalità dinamiche di adeguamento e riorientamento operativo nel rispetto dei bisogni da soddisfare. Il partenariato pubblico-privato nel proprio insieme, con le risorse organizzative e finanziarie disponibili o attivabili, principalmente tramite il Fondo Sociale Europeo, potrebbe promuovere e sostenere :
1. l’integrazione tra i sistemi scolastico, formativo e produttivo, per valorizzare e qualificare le risorse umane e orientarle verso sbocchi professionali e lavorativi;
2. attività di formazione, specifica e congiunta, per operatori scolastici ed aziendali sui temi dell’alternanza scuola/lavoro, dell’organizzazione scolastica e d’impresa, dell’imprenditorialità giovanile e del ricambio generazionale all’interno delle aziende;
3. azioni di orientamento nella scuola nonché la sperimentazione di una metodologia operativa per le attività di consulenza orientativa;
4. la realizzazione di interventi formativi nei confronti di operatori dei servizi territoriali per l’informazione e l’orientamento;
5. l’innalzamento della qualità dell’efficacia e dell’efficienza del sistema formativo;
6. azioni di Informazione, orientamento, counselling, bilancio delle competenze e consulenza individuale per l’accesso al lavoro e ad esperienze formative;
7. Servizi di consulenza per l’accesso al lavoro dipendente e allo sviluppo individuale, per l’accesso a percorsi formativi/professionali personalizzati, per la realizzazione di stages/tirocini;
8. la realizzazione di misure di work esperiences nelle diverse modalità (stage formativi, tirocini formativi, borse lavoro, piani d’inserimento professionali, etc..)
9. l’attuazione di interventi finalizzati alla creazione di nuove opportunità lavorative attraverso insiemi di attività integrate (formazione, supporto, consulenza)
10. percorsi integrati di alfabetizzazione, informazione, pre-formazione e orientamento finalizzati all’inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro o all’accesso alle misure di politica attiva del lavoro
11. azioni di orientamento e di counselling a carattere psicologico-orientativo da svolgersi all’interno della FP e della scuola;
12. l’implementazione di progettualità diverse ed integrate, svolte in partenariato con espressioni molteplici del mondo sociale e del lavoro, intese a supportare la diffusione della cultura di impresa nella scuola e nella formazione professionale;
Un ruolo significativo si intende attribuire ai servizi da offrire al pubblico per la creazione di impresa. A tal fine , appare opportuno partire dal potenziamento e dalla messa in rete del servizio già attivato da diversi anni dalla Provincia Regionale e rivolto a giovani ed adulti, donne e uomini, occupati e inoccupati in possesso di un’idea imprenditoriale da sviluppare e realizzare. Tale servizio dovrà meglio raccordarsi con soggetti operanti nel sistema dell’orientamento e dell’auto imprenditorialità, facendo interagire la Pubblica Amministrazione ed il privato sociale per la definizione e per la attuazione di una comune strategia operativa. In particolare, si potranno promuovere nuove professioni e nuove attività imprenditoriali legate al patrimonio artistico, alla creatività/espressività, alla cultura, alle tradizioni, alle energie rinnovabili e all’ICT, con la prospettiva che i giovani si organizzino in gruppi e si propongano per la gestione dei servizi collegati. I servizi relativi alla creazione di impresa da erogare nel sistema integrato provinciale con l’apporto delle specifiche competenze e risorse dei soggetti coinvolti possono essere i seguenti:
 INFORMAZIONE E CONSULENZA SUGLI STRUMENTI LEGISLATIVI A SOSTEGNO DELL’AUTOIMPRENDITORIALITÀ E DELL’AUTOIMPIEGO, SULLE MODALITÀ DI RELAIZZAZIONE DI UN PIANO D’IMPRESA, SULLE PROCEDURE BUROCRATICHE E SECNDO LE SPECIFICHE ESIGENZE DI APPROFONDIMENTO SI EFFETUA ANCHE UNA:
Ricerca delle Opportunità
 Analisi delle tendenze del mercato del lavoro e dei fabbisogni futuri;
 Segnalazioni dei trend formativi e occupazionali;
 Individuazione di imprese, settori e comparti a forte domanda di lavoro.

Analisi dei Fabbisogni Formativi
 Progettazione di percorsi formativi ad hoc;
 Informazioni sui corsi di formazione imprenditoriale e manageriale organizzati in ambito provinciale.
 ORIENTAMENTO ED ASSISTENZA PERSONALIZZATA nella scelta delle diverse tipologie di strumenti di finanziamento utilizzabili e sulla scelta della forma giuridica .
 ACCOMPAGNAMENTO ALLA PROGETTAZIONE ed assistenza alla redazione del Business plan.
 ATTIVITÀ DI ANIMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE, mediante la realizzazione di eventi divulgativi e seminariali rivolti ad aspiranti imprenditori e lavoratori autonomi interessati ad acquisire le informazioni necessarie sulle opportunità di avviamento di un’attività autonoma.
 FORMAZIONE rivolta ad aspiranti imprenditori nella fase di predisposizione del business plan e programmi formativi per imprenditori, figli di imprenditori, professionisti, manager e collaboratori della piccola impresa.
 FORMAZIONE ED AGGIORNAMENTO degli operatori degli Enti Pubblici e del privato sociale.
 TUTORAGGIO E CONSULENZA nella fase start-up e di gestione primo anno delle imprese costituite a seguito dei servizi erogati.

La logica con quale si vuole operare nell’ambito dello sviluppo delle attività produttive, risponde al bisogno di lavorare sinergicamente ed in maniera complementare per lo sviluppo del territorio provinciale. La realizzazione di importanti azioni di sviluppo nel territorio dipendono infatti dai finanziamenti regionali sul territorio volti a migliorare l’accessibilità territoriale, la dotazione infrastrutturale ed il capitale sociale del territorio. Con le vicine amministrazioni provinciali invece è opportuno usufruire di momenti di confronto e di scambio di buone prassi ed esperienze innovative.
Linea guida dell’azione provinciale sarà quella di promuovere una cultura imprenditoriale, all’altezza delle opportunità offerte dall’attuale contesto normativo, istituzionale e finanziario, con forme innovative di partenariato pubblico privato. Attraverso l’analisi delle potenzialità, delle fattibilità e delle strumentazioni che la Provincia può mettere in campo in virtù del ruolo che L’Amministrazione ha come programmazione e come Amministrazione aggiudicatrice. Il dibattito in corso fra enti pubblici, sindacati ed associazioni di categoria è incentrato sulla crisi economica e sul taglio delle risorse che possono essere destinate alle attività produttive. La Provincia di Enna deve comprendere i cambiamenti in corso per cogliere ed assecondare le capacità del proprio territorio identificandone e ridefinendone continuamente i caratteri essenziali, i nodi critici e le potenzialità. Il ruolo della provincia, deve pertanto essere quello di proporre nuovi progetti che colleghino sempre più strettamente gli attori del territorio con le dinamiche e le risorse locali per iniziare a costruire le basi di una nuova programmazione dello sviluppo locale.
Le linee di azione che saranno perseguite sono:
• La promozione di azioni informative e di sostegno alle differenti forme di incentivazione all’impresa che vengono rese disponibili dai differenti livelli di amministrazione territoriale. Si tratterà di potenziare l’accesso informativo alle numerose opportunità offerte alle imprese dal Programma Operativo FESR 2007-2013 e dall’’iniziativa comunitaria Jeremie che renderà disponibili microcredito agevolato e garanzie anche per le PMI ennesi
• La rete tra impresa, specie per in tema di artigianato, in linea con le linee di programmazione regionale da perseguire con iniziative mirate per cercare di agevolare l’obiettivo di far fare sistema;
• La ricerca e l’innovazione da intensificare con un rapporto stretto tra il tessuto produttivo del territorio e il mondo universitario e della ricerca.
Nel quadro della collaborazione da sviluppare è da sottolineare l’importanza del protocollo d’intesa che a giorni sarà siglato tra Provincia e Italia Lavoro, per realizzare congiuntamente nel triennio 2010 – 2012 interventi ed azioni nell’ambito della tutela dell’occupazione, della mobilità territoriale e lo sviluppo economico, delle transizioni tra formazione e lavoro, dell’inclusione sociale e lavorativo e dell’immigrazione e la mobilità internazionale del lavoro. Si tratta di sviluppare le iniziative per l’attuazione nel territorio del programma AR.CO e lavoro e lavoro sviluppo, per la qualificazione dei servizi per il lavoro, per azione di sistema nella gestione delle miniere e degli interventi “anticrisi” e per altri interventi per l’atmosfera delle politiche attive del lavoro. Contestualmente sono da sviluppare iniziative operative per l’attuazione del protocollo d’intesa, soprattutto dal Ministero del Lavoro e dall’UPI il 27 luglio scorso, in cui si prevedono impegni della previsione di un piano di miglioramento dei centri per l’impiego sulla scorta dell’esperienza francese dei contract de progè, agli osservatori provinciali sui fabbisogni di competenze e di figure professionali dei sistemi produttivi locali, alla possibilità di accesso per i CPI alle banche dati amministrativi e anche agli interventi per migliorare la qualità delle politiche attive, rivolte alle persone immigrate, alla promozione dell’apprendistato e dei tirocini formativi e di orientamento. La sottoscrizione del Protocollo può consentire di avere un coinvolgimento con la Regione, soprattutto con l’Assessorato al Lavoro, mediante l’istituzione di un tavolo triangolare Governo – Regione – Provincia, in modo da pervenire ad una implementazione dell’accordo in un’ottica di efficientamento, standardizzazione e omogeneizzazione dei servizi per i lavoratori e le imprese su tutto il territorio. Occorre impegnarsi anche per un piano triennale del lavoro in Sicilia, in raccordo con quello nazionale, con cui si pone con forza la disponibilità di professionalità corrispondenti ai nuovi processi produttivi che riguardano sempre più le piccole imprese, la cooperazione, il mondo delle professioni e il lavoro autonomo, ponendo l’esigenza di una regolazione semplificata e adattabile, coerente con le esigenze di qualificazione. Si tratta di adottare un piano di azione per il lavoro, costruendo, in una visione di sistema, una condivisione tra i vasi soggetti pubblici e sociali partendo dalle Province. Nella progettazione delle politiche e di misure per favorire l’occupabilità e l’occupazione occorre concentrare nel nostro territorio sulla base degli indicatori del mercato del lavoro a livello provinciale soprattutto su :
• l’incentivazione del lavoro femminile, priorità assoluta per la realtà provinciale favorendo sia l’ingresso di giovani donne che di lavoratrici over 50;
• lo sviluppo di misure tese a favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro privilegiando , promuovendo lo strumento dell’apprendistato soprattutto in relazione ai mestieri ad alta spendibilità professionale (cuoco, cameriere, carpentiere, installatore di impianti, commesso, infermiere ecc.) nonché per le professioni ad alta qualificazione(laurea e post laurea) utilizzando l’apprendistato di terzo livello;
• il collegamento stretto tra misure di politica attiva e programmi di sviluppo locale sostenendo con appositi interventi la domanda di lavoro da parte delle piccole e medie imprese manifatturiere e di servizi presenti nella realtà provinciale.
E’ da sottolineare in particolare le potenzialità dell’apprendistato, specie per l’artigianato sulla base anche dell’indicazione del rapporto Excelsior 2010 di UnionCamere che prevede difficoltà per le aziende a trovare taluni professionalità. L’approvazione del collegato lavoro permette di stipulare contratti d’apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione anche a 15 anni, intercettando quindi quella fascia di giovani di età dell’obbligo destinati alla dispersione scolastica. Diventa, quindi, urgente come sollecitano le vari organizzazioni professionali, superare i ritardi attuativi della Regione al fine dello sbocco dei fondi bloccati dal 2003. Parimenti occorre superare i ritardi nella erogazione di finanziamenti agevolati previsti per le imprese commerciali per aiutare le piccole e medie imprese in difficoltà nel settore del commercio. In questo quadro occorre fare una verifica delle aree artigianali e delle aree produttive nel territori, a partire dalle modifiche legislative in itinere sulle aree di sviluppo industriale. In riferimento alle costituzione dei distretti si tratta di pervenire a creare la rete, ossia le interrelazioni su un territorio tra gli attori (economici e non ) del sistema; le politiche manageriali e, in particolare, la gestione delle risorse umane e la formazione, la tecnologia in raccordo alla formazione e al rapporto con l’Università e gli istituti di ricerca. Soprattutto decisivi diventano le politiche di governance, al di fuori delle logiche di blocco corporativo o di casta, per implementare “sistemi per l’innovazione” particolarmente nei settori delle risorse energetiche e ambientali e culturali di possibili potenzialità nel nostro territorio. Di questo processo si devono finalizzare le basi e i vari fondi finanziari in modo da consentire, da subito, sia di dare possibilità di sopravvivenza alle imprese anche attraverso il sostegno di soglie dimensionali per fronteggiare la concorrenza nel mercato locale ed avere sinanco prospettive di internazionalizzazione specie nell’area del Mediterraneo. Ma soprattutto sulle linee di intervento occorre favorire un riposizionamento strutturale, aumentando la quota di valore aggiunto prodotto in attività innovative e accelerando la trasformazione produttiva delle conoscenze generate nella ricerca pubblica, attraverso un ruolo decisivo di raccordo della Università con le imprese e il territorio. A questi obiettivi dovrebbero traguardarsi le potenzialità legate alla crescita delle microimprese e delle imprese nella costituenda zona franca urbana di Enna, che deve potersi realmente concretizzarsi superando le incertezze e il sostanziale blocco che si è avuto a livello nazionale nel bando del 2008 ove per la Sicilia si erano ottenuti risultati positivi per Catania, Gela ed Erice. Le ZFU introdotte attraverso una contrattazione in sede di Commissione Europea in base alla sperimentazione avviata in Francia, devono poter concretizzarsi anche nelle zone urbane delle città minori, su cui si potrebbe intervenire sul disagio e degrado sociale con la possibilità di innescare una diffusa imprenditorialità in una logica di rete per il riscatto di aree emarginate e di saldatura e coesione di riqualificazione urbana e territoriale. Adesso occorre impegnarsi unitamente agli altri territori interessati alle zone franche urbane per superare la grave stasi avutasi a livello Governo nazionale che tutt’ora ha bloccato l’operatività delle 22 ZFU già selezionate nel bando Nazionale 2008 sopracitato. Nella riprogrammazione in corso per il periodo 2007 – 2013 occorre impegnarsi realmente per una rimodulazione mirata per una concentrazione delle spese, attraverso azioni di sistema, su obiettivi prioritari e su base territoriale, nel quadro di un raccordo stretto tra programmazione regionale e progettazione territoriale. Come Provincia si è impegnati per una utilizzazione integrata dei vari programmi (FESR, FSE, ARS e PAR-FAS) per concretizzare una tale strategia con interventi sulle infrastrutture materiali (Strada Nord – Sud, Sistemi idrici) ed immateriali (banda larga e ricerca), in rapporto ai modelli integrati territoriali per la valorizzazione delle risorse naturali, culturali, turistiche, agro energetiche e produttive. Fondamentale diventa affrontare il sostegno alla questione decisiva della progettualità, attraverso l’approntamento del “parco – progetti”, se si vogliono dispiegare in termini ragionevoli, gli effetti positivi degli interventi dei programmi comunitari sull’economia sia dal lato della domanda, sia dal lato dell’offerta. Si tratta di comprimere i gravi ritardi riscontrati nella filiera progettuale anche al fine di riportare l’aggiuntività reale delle risorse nei tempi della programmazione che in questa fase è traguardata alla contabilizzazione degli interventi entro il 2015 con il rispetto delle varie scadenze annuali anche al fine di evitare il disimpegno delle risorse finanziarie assegnate. In questo quadro si richiede una forte innovazione istituzionale attraverso l’aggregazione degli enti locali con obiettivi di servizio lo svolgimento efficace ed efficiente di funzioni al giusto livello territoriale, semplificando i ruoli dell’azione degli enti locali e delle istituzioni intermedie, eliminando sovrapposizioni di competenza, con le conseguenti sinergie economiche. In questo contesto saranno dunque favoriti i processi aggregativi di funzioni, che portano efficienza e qualità e si muovano verso la modernizzazione amministrativa. Ciò è, del resto, richiesto dall’evoluzione del dibattito in corso e delle sfide dell’esercizio associato e di aggregazioni delle funzioni. Contestualmente necessita attenzionare attraverso programmi comunitari, le reti con le altre autonomie locali europee per costruire uno spazio privilegiato di dialogo, entro il quale i rappresentanti dei poteri locali hanno la possibilità di dibattere problemi comuni, di confrontare le rispettive esperienze e di approfondire progetti comuni su temi e ambiti specifici.

Politiche Sociali e Socio Sanitarie – Associazionismo e Volontariato – Pari Opportunità e Politiche giovanili.

Considerate le molteplici funzioni affidate all’ assessorato e considerate le notevoli riduzioni di risorse finanziarie che affliggono la Provincia Regionale di Enna ci proponiamo, dopo una lunga riflessione, sull’ attuale situazione finanziaria, sulle iniziative già messe in atto dalla precedente gestione, sui punti di forza e di debolezza delle progettazioni suddette, di affrontare le problematiche esistenti, cercando di garantire in atto quanto è compito d’istituto nel miglior modo possibile.
Sarà sicuramente garantita:
• L’assistenza ai ciechi rieducabili,l’assistenza diretta, le rette ricovero, i contributi per acquisti sussidi didattici.
• Le attività rieducative, didattiche e domiciliari in favore dei non vedenti.
• Il finanziamento all’Unione italiana Ciechi per il segretariato sociale non vedenti ed ipovedenti.
• L’ assistenza ai sordomuti rieducabili presso vari istituti, le spese per le rette, i contributi per acquisto sussidi didattici.
• Il Finanziamento all’ Ente Nazionale Sordomuti sez. di Enna per l’ istituzione servizio interpretariato e dello sportello informativo per sordomuti e all’ENS .ONLUS per il servizio assistenza alla comunicazione non udenti.
• Il progetto giovani per il recupero e l’inserimento dei ragazzi entrati nel circuito penale .
• Il finanziamento per il servizio di trasporto alunni disabili e assistenza igienico personale a soggetti portatori di handicap.
• Riguardo alle politiche giovanili una particolare attenzione sarà dedicata all’Accordo di programma quadro “giovani protagonisti di sé e del territorio” che coinvolge tutto il territorio provinciale. Al progetto di accompagnamento della rete per il rilancio del quadrilatero formativo che coinvolge i comuni di Barrafranca. Pietraperzia e Villarosa, ed una sua possibile realizzazione su altri territori.
Alla gestione del punto decentrato EURODESK IT079.
Al sistema informativo della rete provinciale EURODESK ed EURODESK INFORMA.
Al progetto UExte -2010 l’Europa delle opportunità per i giovani “a scuola l’Europa”.
In merito alle pari opportunità si è verificato che in atto non vi sono risorse economiche disponibili dedicate. Notevoli difficoltà vi saranno per il 2011 per i contributi normalmente erogati per la solidarietà sociale se persistono le attuali previsioni di contrazione delle risorse economiche. Da un attento studio delle risorse umane, strumentali ed economiche, si è deciso di rendere disponibili le competenze del personale dei servizi, le reti telematiche, e le economie residue per una programmazione in ambito sociosanitario, per le pari opportunità e per le politiche giovanili , che miri ad un costante sostegno in termini di raccordo, coordinamento, promozione di strategie finalizzate alla costruzione condivisa di un sistema di interventi integrati, che permetteranno di affrontare problemi locali in termini di sistemi di reti integrate, che su singole problematiche, coinvolgano i comuni, l’ASP, il terzo settore, l’associazionismo e, di volta il volta, le agenzie territoriali interessate. Solo grazie alla possibilità di fare sistema sarà possibile accedere ai vari fondi regionali, nazionali, ed europei. Se riuscissimo ad uscire dal particolare, dall’interesse individuale del piccolo borgo e ad allontanare la trappola dell’assistenzialismo a vita, che ci invischia in una rete che soffoca ogni energia vitale, se riuscissimo a liberare le energie vitali che vi sono nell’associazionismo e nel terzo settore e in tanti delle strutture pubbliche, rendendoci protagonisti del nostro futuro e formassimo un sistema provincia, questo ci permetterebbe di accedere a pieno titolo a nuove risorse economiche per le problematiche relative alle politiche dell’integrazione, dell’inclusione per le fasce di popolazione svantaggiata sia per problematiche fisiche che psichiche, che economiche o di degrado sociale. La nostra realtà provinciale con un ampio territorio ed una popolazione di meno di 180000 abitanti, con qualità di vita peculiare, ha delle connotazioni molto diverse da altre realtà a maggiore intensità di popolazione; queste caratteristiche ci permetteranno di mettere in atto delle progettazioni originali in merito alla prevenzione per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza , per le politiche giovanili, la valorizzazione della terza età con tutte le problematiche correlate, delle pari opportunità e dei problemi dell’integrazione multietnica . Abbiamo condotto uno studio sulle realtà dell’associazionismo e del terzo settore, ed abbiamo evidenziato la presenza di un fervore e una ricchezza di contenuti e di risorse e di servizi che va ben al di là di quanto le nostre istituzioni conoscano. Se riuscissimo a immettere nella rete provincia questa carica di energie,entusiasmo, competenza, creatività, ed incanalarla verso obiettivi comuni da realizzare per il bene e la crescita della nostra comunità, aiutandoli ad uscire dal particolarismo, insieme, usufruendo delle risorse umane, strumentali ed economiche della Provincia, potremo costruire percorsi comuni e qualificati che di certo ci permetterebbero di migliorare la qualità di vita e di accedere a nuove risorse economiche. La Provincia Regionale di Enna ed i venti Comuni della provincia, in data 30 marzo 2010, hanno sottoscritto il Protocollo d’Intesa per la realizzazione delle attività previste dal progetto “Potenziamento, ampliamento e qualificazione dei servizi integrati per il contrasto allo spopolamento e la valorizzazione delle potenzialità espresse dalle nuove dalle nuove generazioni”. La Provincia Regionale ha predisposto ed approvato il progetto per l’acquisizione di beni e servizi, al fine di poterlo candidare al finanziamento nell’ambito delle opportunità offerte dal P.O.R Sicilia 2007-2013, dell’APQ Giovani ovvero da ogni altra fonte di finanziamento si rendesse disponibile ed a tal fine è stata delegata ai sensi dell’art.6 del protocollo d’intesa ad espletare il ruolo di capofila.
Le azioni indicate all’Art. 2 del succitato protocollo prevedono:
• la creazione di una rete integrata di Centri di aggregazione giovanile nei comuni della provincia
• la creazione e messa in rete di nuovi Servizi di Informazione ed Orientamento e potenziamento di quelli già attivati
• il potenziamento e messa in rete del servizio Creazione d’Impresa attivo presso la Provincia Regionale di Enna
• il potenziamento, sviluppo e qualificazione del sistema informativo implementato dalla Rete Provinciale Eurodesk. Nell’ambito delle sopraccitate azioni è prevista l’attivazione di Centri di aggregazione giovanile, di laboratori giovanili, dei servizi Eurodesk per l’informazione ed l’orientamento nell’ambito della cultura, formazione e mobilità internazionale, dei servizi Creazione d’Impresa per l’informazione e l’orientamento nell’ambito della cultura all’autoimprenditorialità e all’autoimpiego.

PROGRAMMA AGRICOLTURA
Il benessere socio-economico della nostra provincia è da sempre condizionato dal ruolo economico ed occupazionale svolto dal settore agricolo. I noti cambiamenti degli scenari economici e sociali riconducibili alla globalizzazione e le conseguenti emergenze legate alla salvaguardia dell’ambiente, ai mutamenti climatici ed alla disponibilità di derrate alimentari e di acqua per soddisfare il fabbisogno delle popolazioni, impongono una politica che rivaluti il ruolo strategico legato alla multifunzionalità del settore primario.
In estrema sintesi all’agricoltura, intesa in passato come attività capace di produrre reddito, economia ed occupazione, oggi si attribuisce un’importantissima funzione nell’ambito della tutela e salvaguardia dell’ambiente, per lo sviluppo del turismo, per un’alimentazione sempre più corretta ed inoltre, per la sopravvivenza socio-economica di vaste aree del pianeta con la precisa finalità di contrastare i crescenti danni ambientali e gli squilibri riconducibili alla industrializzazione e allo sviluppo delle aree metropolitane.
L’Ente Provincia consapevole della gravissima crisi attraversata dalle aziende agricole operanti nel territorio e delle sempre più esigue risorse economiche per sostenere e favorire lo sviluppo del settore primario, intende assumere un ruolo di coordinamento e di programmazione efficiente al fine di contribuire attivamente a rimuovere gli ostacoli che penalizzano la ripresa economica e lo sviluppo del settore in esame.
Le priorità individuate riguardano:

1. La riorganizzazione del Servizio Agricoltura e Sviluppo Rurale all’insegna di una struttura che attraverso la programmazione e l’erogazione di servizi reali possa fattivamente contribuire alla risoluzione delle problematiche agricole attualmente causate da ritardi e inefficienze dei servizi pubblici. L’obiettivo è quello di agevolare i raccordi tra i vari livelli istituzionali in modo da favorire lo sviluppo delle imprese attraverso l’utilizzazione di servizi, opportunità e risorse economiche regionali e comunitarie.
2. L’attivazione di sistemi relazionali “pubblico-privato” concreti con la finalità di :
– accelerare i processi riorganizzativi delle aziende agricole;
– favorire la qualificazione delle produzioni attraverso il riconoscimento di marchi di qualità o di tutela (D.O.P., I.G.P., etc…;
– incrementare la vendita diretta dei prodotti;
– agevolare i rapporti intersettoriali tra produttori, trasformatori e distributori;
– favorire lo sviluppo della multifunzionalità delle aziende agricole;
– coinvolgere attivamente le aziende per rallentare i fenomeni erosivi e ridurre il rischio di propagazione di incendi.
3. La tutela del territorio e la razionale conservazione e distribuzione dell’acqua in agricoltura. Verrà potenziata l’azione di coordinamento avviata dall’Ente con il coinvolgimento dei Comuni e degli agricoltori al fine di dotare il territorio di una struttura tecnico-amministrativa regionale con specifiche competenze nell’ambito della conservazione e distribuzione dell’acqua in agricoltura. E’ inoltre prioritaria la progettazione e realizzazione di interventi per contenere i danni causati dai dissesti idrogeologici del nostro territorio e per salvaguardare e migliorare la viabilità rurale.
4. Sostegno e valorizzazione del comparto zootecnico. In sinergia con l’Assessorato Sanità e Agricoltura della Regione Sicilia, l’ASP di Enna e le Associazioni degli allevatori, verrà avviato un percorso per superare la gravissima questione legata allo stato sanitario degli allevamenti con particolare riferimento alla brucellosi in quelli ovi-caprini. E’ inoltre prevista un’azione specifica per favorire la commercializzazione e il consumo di carne fresca e di prodotti zootecnici locali.
5. Sviluppo rurale relazionale. Attraverso un intenso rapporto di collaborazione intersettoriale all’interno dell’Ente ed anche con i soggetti giuridici ed economici con specifiche competenze in agricoltura operanti nel territorio, sarà realizzato un programma per favorire lo sviluppo rurale (che attraverso la centralità delle aziende agricole e le produzioni agro-alimentari tipiche potrà contribuire allo sviluppo di un turismo eco-sostenibile) che punta sull’ospitalità agrituristica, sulla fruibilità delle aree naturalistiche e sulla conoscenza del patrimonio artistico e culturale del territorio. Il potenziamento dell’attività dell’Osservatorio in Agricoltura, permetterà, inoltre, un confronto più attento tra il mondo produttivo e le Istituzioni; l’obiettivo è quello di avviare programmi sinergici comuni.
6. Sviluppo di un Centro Euro-Mediterraneo per la valorizzazione dell’olivicoltura. Nell’ultimo quinquennio la Conca pergusina oltre a essere famosa per la presenza del lago, della Riserva Naturale e dell’autodromo, è stata ulteriormente valorizzata dalla presenza di un campo di raccolta e conservazione di oltre 400 varietà di ulivo che rappresentano una base di partenza di straordinaria rilevanza per lo sviluppo della ricerca e sperimentazione scientifica nell’ambito del settore agroalimentare, della farmaceutica e dell’ingegneria ambientale. Attraverso accordi di collaborazione con Istituti di Ricerca, Università, Regione Sicilia, Associazioni operanti nel settore olivicolo, verranno avviate precise iniziative per il completamento degli obiettivi sopra menzionati.
7. Realizzazione e/o partecipazione a mostre, fiere e mercati per la promozione e commercializzazione dei prodotti agro-alimentari locali. In collaborazione con la Camera di Commercio di Enna, i Comuni e la Regione Sicilia verranno programmate e realizzate nel territorio provinciale mostre, fiere e mercati per favorire la commercializzazione dei prodotti agro-alimentari con il preciso obiettivo di razionalizzare le spese e dare ampia diffusione alle iniziative in modo da favorire la vendita dei prodotti da parte delle aziende locali. La stessa metodologia verrà messa a punto per agevolare la partecipazione delle aziende a mostre e fiere a carattere regionale, nazionale ed internazionale.

Politico Culturali – Valorizzazione dei beni culturali – Spettacolo Arte e Musica – Pubblica Istruzione Sport e Tempo libero.

Prima di trattare gli aspetti programmatici dell’aera tematica in epigrafe, si ritiene premettere alcune snelle considerazioni di carattere generale.
Tutti i processi mirati alla promozione del territorio ed a garantire l’attuazione di autentiche politiche di sviluppo necessitano di un rapporto d’intensa collaborazione tra le componenti sociali, economiche, culturali e le pubbliche amministrazioni. Si rivela, pertanto, alquanto prioritario ricomporre e consolidare i rapporti tra tutte le componenti della società e gli organismi di governo del territorio. Pena il fallimento di qualunque politica di sviluppo, anche perché è, ormai, da tempo radicato nei cittadini un forte sentimento di sfiducia nelle organizzazioni politico-istituzionali in quanto le stesse dimostrano d’ interpretare male il ruolo di servizio a cui sono preposte e non riescono a dare adeguate risposte ai gravi problemi emergenti, finche non si farà un convinto ed esteso utilizzo dello strumento della concertazione. Inoltre occorre rivendicare con determinazione la centralità del territorio e le specificità e specializzazioni locali come fattori di competitività, contro le tendenze omologanti della globalizzazione che sta generando un’intensa e diretta competizione tra culture e luoghi di potenziali attività economiche, con il risultato di affermare un nuovo statuto delle stesse culture e degli stessi luoghi. Da ciò deriva l’urgenza e la necessità di governare tale dimensione con la convinzione che, il bisogno di misurarsi con i processi di globalizzazione, comporta, nell’interesse della collettività, la necessità di enfatizzare e valorizzare al massimo le specificità territoriali, messe a dura prova dalle tendenze omologanti dei flussi internazionali. Dall’ottimizzazione di quanto esiste ed è già stato attivato, si potranno evitare incolti e depauperanti processi di cancellazione di quanto precedentemente realizzato. Oggi, una delle poche positività che la crisi economica ci propone, è la riconsiderazione, come attenzione prioritaria per l’attuazione politiche di sviluppo sostenibile, della cultura del “recupero” da considerare nella sua più ampia accezione. noltre è da rilevare che negli ultimi anni si sta sempre più consolidando per le Provincie Regionali ed in particolare della Provincia di Enna, il ruolo di coordinamento delle realtà comunali, a supporto della definizione e dell’attuazione di tutti gli interventi integrati di gestione e trasformazione del territorio. Tale ruolo risulta determinante, specie nella nostra realtà, costituita da un vasto territorio insediato da piccole entità comunali che hanno grandi difficoltà nell’affrontare la gestione dei servizi primari.

Valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale nell’ottica del rafforzamento dell’identità culturale locale e dell’incremento turistico.
In riferimento a quanto evidenziato in premessa, si ritiene prioritario il recupero delle identità locali, con le radici culturali della nostra realtà territoriale. In tale contesto assumono un ruolo centrale i beni culturali quali espressione della memoria storica delle varie generazioni e testimonianza tangibile di civiltà. Oggi il settore culturale si rivela, senza dubbio, uno dei settori trainanti dell’economia locale e ad importante fattore di promozione occupazionale e, come tale, occorre spendere ogni energia per promuoverlo e svilupparlo. In tale logica bisogna indirizzarsi, più di tutti, verso il Museo Diffuso; o museo Territorio. Tale tipologia è caratterizzata dal rigoroso mantenimento del patrimonio nel sito originario, tranne in casi di oggettiva impossibilità dovuta alla scomparsa del contesto originario. Ciò perchè il museo diffuso consente la completa restituzione di tutti i caratteri identitari di un bene incluse le componenti sociali, evitando inoltre che le comunità locali vengano depauperate del loro patrimonio culturale con il rischio di perdere testimonianze tangibili delle proprie radici. L’itinerario tematico integrato è dunque l’elemento strutturale del museo diffuso, il concetto d’itinerario esprime in sé una dimensione dinamica di percorrenza che abbinata al concetto di tematismo diventa proposta di un percorso reale che ricollega le opere legate al tema prescelto individuate nel territorio e nel contempo ci consente di deriva la connotazione di sistema integrato.
Circa il complesso e articolato punto programmatico in esame, la Provincia intende coordinare, da un lato, con riferimento ai soggetti privati, la nascita e l’implementazione dei soggetti consortili pubblico-privati che supporteranno la realizzazione del MUSEO TERRITORIO ed il funzionamento dei Distretti turistici in corso di riconoscimento ai sensi dell’art.7 della L.R. n. 10 del 15.09.2005 e dell’art. 74 della L.R. n. 6 del 14.05.2009, dall’altro lato, con riferimento ai soggetti pubblici che operano nei settori della valorizzazione, promozione e gestione dei beni culturali ed ambientali, la nascita di un Distretto Culturale, che si sviluppi parallelamente ed in piena sinergia con i costituendi Distretti turistici.
In relazione a questi ultimi, nel territorio provinciale con molta probabilità, il riconoscimento regionale riguarderà, in attuazione del D.A. n. 4 del 16.02.2010, il Distretto Turistico Regionale per la “Valorizzazione della Venere di Morgantina” (nel quale ricadranno i Comuni di Enna, Aidone, Piazza Armerina, Leonforte e Centuripe), il Distretto “Tirreno-Nebrodi” (nel quale ricadranno dieci comuni dell’Area del Centro-Nord della Provincia) e il Distretto turistico-tematico per la valorizzazione della Civiltà Mineraria (che vede presente i Comuni di Enna, Valguarnera, Villarosa e Pietraperzia). E’ del tutto evidente che, in coerenza con il programma di valorizzazione del MUSEO TERRITORIO, i costituendi Distretti Turistici sono fondati su un turismo “culturale non di massa”, che per essere competitivo presuppone un offerta territoriale al tempo stesso vasta ed unitaria, fatta di itinerari e percorsi che mettano in rete l’intero patrimonio materiale (Beni archeologici, architettonici, storico-culturali, museali, ambientali, paesaggistici, ecc.) ed immateriale (feste religiose, tradizioni popolari, eventi, cultura enogastronomica, ecc.). Al fine di ottimizzare la funzionalità di tale sistema, si ritiene assolutamente necessario realizzare un “Osservatorio Culturale” gestito dall’”Organismo Gestionale di Rete” prefigurato nel PIST “Centro Sicilia” e integrato con i Dirigenti delle neo istituite strutture periferiche del Dipartimento dei Beni Culturali. In tal modo, il processo costitutivo del Distretto Culturale potrà avvalersi, oltre che del ruolo di coordinamento della Provincia, dei seguenti soggetti:
• Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali;
• Parco archeologico della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina;
• Parco Archeologico di Morgantina e Aidone
• Parco minerario Floristella – Grottacalda
• Museo Giuseppe Alessi (comprendente il Museo Varisano e di Centuripe)
• Azienda Forestale;
• Il Consorzio Rocca di Cerere ed il Geoparco Rocca di Cerere;
• Società Consortile del Distretto Turistico Regionale per la “Valorizzazione della Venere di Morgantina” (in corso di riconoscimento);
• Società Consortile del Distretto Turistico Regionale “Tirreno – Nebrodi” (in corso di riconoscimento);
• Società Consortile del Distretto Turistico Regionale per la valorizzazione della Civiltà Mineraria (in corso di riconoscimento).
Da qui, in sintesi, si può passare al seguente elenco di interventi prioritari:
– Strutturazione del Museo territorio.
– itinerario archeologico. Influenza della cultura greca – La cultura Siciliota-Evento prioritario il rientro dell’Afrodite di Morgantina.
– Costituzione, gestione e coordinamento dei distretti turistici.
– Accoglienza aumento della capacità ricettiva , progetto quartieri albergo.
– Valorizzazione delle tipicità territoriale.
– Consulta dei gruppi e delle Associazioni culturali, Proloco ecc.
– Osservatorio per il recupero dell’identità locale.
Per quanto riguarda gli altri settori di competenza considerato anche l’attuale condizione di crisi economica in generale l’obiettivo principale da perseguire sarà l’ottimizzazione e l’integrazione dei servizi esistenti per cui per i settori, Sport e Pubblica Istruzione, si prevede le sintetica sequenza di interventi di seguito elencate.
Sport
-Conferma della Consulta per lo Sport
– Completamento, riqualificazione, integrazione e messa in rete delle strutture e delle attrezzature sportive presenti nel territorio.
– Organizzazione di un programma integrato d’iniziative a carattere provinciale e d’interesse locale e sopralocale.
Pubblica istruzione
– Istituzione della consulta degli istituti scolastici superiori.
– Riassetto degli istituti scolastici provinciali. Statalizzazione dei licei linguistici.
– Costituzione e gestione dell’Istituto Tecnico Superiore – Risparmio energetico.
– Programmazione d’interventi e coinvolgimento delle scuole nelle attività didattico culturali.

Risorse finanziarie – Politiche delle entrate – Provveditorato – Patrimonio – Monitoraggio e controllo società partecipate e dei Concorsi

Il quadro finanziario degli Enti Locali si inserisce in un contesto di finanza pubblica particolarmente indebolito dalla crisi economica che ha investito l’economia italiana già a partire dalla seconda metà del 2008.
Di tali cambiamenti è stato necessario tenere conto nella stesura del Bilancio 2010 per operare scelte che considerassero da un lato, l’impossibilità di aumentare le entrate da trasferimenti e tasse, e dall’altro la necessità di garantire ai cittadini alcuni fondamentali servizi, nonostante l’aumento tendenziale dei costi di gestione. Le normative entrate in vigore nell’ultimo anno, inoltre, hanno irrigidito la gestione, sia per la parte corrente che per quella in conto capitale, con una serie di limiti e divieti: riduzione tendenziale della spesa del personale, riduzione dell’indebitamento, inasprimento del Patto di stabilità. Era quindi inevitabile contenere il più possibile le spese non strettamente necessarie alla gestione dell’Ente, per consentire il mantenimento dei servizi di assistenza ( servizi sociali, viabilità ecc.) soprattutto in un momento così difficile per la cittadinanza provinciale. La nostra Provincia presenta una crescita economica “disordinata e altalenante”, poco industrializzata e troppo terziarizzata. Essa, infatti, ha nel commercio e nelle costruzioni i suoi punti di forza, ma anche questi vengono indeboliti dalla grave crisi economica e finanziaria che si riflette in sede locale con un calo dei consumi, un aumento della disoccupazione e delle persone in difficoltà e, conseguentemente,una maggiore richiesta di assistenza. Questo è lo scenario in cui si muove la provincia di Enna e tutti dobbiamo averlo chiaro, così come è doveroso fare una breve analisi congiunturale della finanza locale. La finanza locale italiana è da tempo attraversata da notevoli cambiamenti normativi e rappresenta un fenomeno dinamico, sempre in evoluzione. In estrema sintesi è utile ricordare alcuni cambiamenti: numerose competenze e funzioni sono state delegate dal centro alla periferia; c’è stata l’introduzione del Patto di Stabilità Interno con regole che sono cambiate di anno in anno diventando sempre rigide e con scarse capacità di premiare gli enti virtuosi; l’amministrazione statale ha imposto vincoli sempre stringenti alla politica del personale, limitando la possibilità di assumere nuovi dipendenti; l’introduzione del Testo Unico per gli Enti Locali ha vincolato le entrate da indebitamento per il solo finanziamento di spese per investimenti; le maggiori entrate per gli enti si sono spesso tramutate in equivalenti tagli dei trasferimenti erariali. E’ pacifico che dette evoluzioni normative si sono riflettute e hanno condizionato l’operato dell’amministrazione provinciale in termini economico -finanziari, e da un analisi dell’evoluzione delle principali grandezze di bilancio come i trasferimenti erariali, si evidenziano differenze in termini di valori e di scostamenti percentuali particolarmente significativi (15,81%).

La seguente tabella rappresenta i dati analizzati:

Entrate 2005 2006 2007 2008 2009 Scostamento
Titolo I Entrate tributarie 7.901.260,23 8.748.446,57 8.366.367,57 8.269.463,01 7.888.697,66 0,16%
Titolo II Trasferimenti 30.112.416,51 28.647.044,35 28.295.525,78 27.150.316,15 25.503.046,71 15,31%
Titolo III Entrate extratributarie 1.191.684,65 1.548.563,89 1.365.659,52 1.743.904,75 1.170.174,45 1,81%
Totale 39.205.361,39 38.944.054,81 38.027.552,87 37.163.683,91 34.561.918,82
Spese 2005 2006 2007 2008 2009 Scostamento
Titolo I Spese correnti 35.880.708,84 35.088.645,86 35.081.689,64 37.008.086,35 33.878.914,31 5,58%
Totale 35.880.708,84 35.088.645,86 35.081.689,64 37.008.086,35 33.878.914,31

La progressiva e inesorabile riduzione dei trasferimenti erariali, che rappresentano una fetta importante del Bilancio provinciale, hanno portato l’Ente a dover operare in spazi di manovra ristrettissimi dove ogni riduzione di entrate difficilmente potrà essere compensata da azioni di contenimento della spesa, in particolar modo della spesa sociale. Si vuole rimarcare questo aspetto perché si ritiene che una riduzione delle capacità finanziarie dell’Ente comporta necessariamente una ridefinizione del suo ruolo e quindi un ricalcolo del suo peso politico nel quadro generale dell’amministrazione pubblica. L’ultima manovra finanziaria delineata dal decreto legge 78/2010 convertito nella legge 122/2010, si è abbattuta dunque su una situazione di fatto già particolarmente compromessa, acuendo situazioni di squilibrio e senza che vi sia una effettiva equità di sacrifici tra i livelli di governo. In un contesto di forte contenimento della finanza pubblica e soprattutto di importanti sacrifici che vengono richiesti alle Province mediante un patto di stabilità che è disegnato in maniera sperequata tra gli enti, il taglio dei trasferimenti erariali avrà il sostanziale esito di aggravare e rendere ancora più evidente questo squilibrio. La nostra Provincia attualmente ha trasferimenti statali per circa 9 milioni di euro. Nel 2011, i trasferimenti diretti subiranno un taglio del 32% , vale a dire che la Provincia incasserà dallo Stato 2 milioni e 900 mila di euro in meno. Nel 2012 il taglio sarà del 50%, tenendo conto anche del fatto che indirettamente la Provincia subirà sempre per l’anno 2010 e 2012 dei tagli in conseguenza della riduzione dei trasferimenti dallo Stato alla Regione. La Provincia sarà costretta a fare delle scelte, a riallocare le risorse solo su alcuni servizi e settori che rientrano nelle competenze fondamentali dell’Ente tagliando fuori o riducendo drasticamente tutti gli altri. Non si tratta di creare allarmismi ma di far sapere ai cittadini ciò che sta accadendo nel nostro Paese. Con questa manovra il Governo ridisegna completamente il rapporto tra Stato, Regioni, Province e Comuni. Una manovra che non condividiamo assolutamente nell’impostazione dove a pagare saranno le fasce più deboli della popolazione, perché i sacrifici pesano solo sugli Enti locali che si vedranno costretti a tagliare i servizi sociali. In questo modo il federalismo è destinato a morire ancora prima di vedere la luce. E la situazione è particolarmente pesante per la nostra Provincia, che vive soprattutto di finanza derivata. In parallelo al problema dei tagli c’è poi quello del Patto di stabilità. Il Governo, anziché premiare gli Enti più virtuosi come la nostra Provincia, allentando i rigidi parametri del Patto, con questa manovra ha attuato un forte inasprimento delle sanzioni in caso di sforamento. Da una parte vengono tolti soldi, dall’altra non possiamo spendere quelli che abbiamo in cassa: una situazione paradossale. Sarebbe auspicabile rivedere i parametri del Patto e consentire così alle amministrazioni locali di immettere risorse sul territorio. Queste risorse, una volta liberate, potrebbero essere di aiuto ad azzerare l’impatto della manovra sugli Enti locali e rappresentare il volano per una ripresa economica della territorio provinciale. Purtroppo la logica conseguenza di tutto ciò, è che per il 2011 l’amministrazione provinciale dovrà attuare una politica di rigore ed operare con un Bilancio “rigido”, pietrificato, lontano da quel Bilancio che contraddistingue il carattere, lo stile, l’identità di una amministrazione delineandone gli obiettivi, le strategie, e le finalità. E’ difficile attuare un programma improntato su tagli e limitate risorse da impiegare; questa amministrazione sarà chiamata a fare delle scelte coraggiose, razionali ed efficienti. Nel 2011 la nostra Provincia dovrà fare i conti con 2 milioni e 900 mila euro in meno di risorse disponibili e quindi la spesa corrente dovrà essere tagliata di pari importo. Saremo quindi costretti a ridimensionare tutte le spese rispetto a quanto fatto e previsto nel corso di questo 2010; servirà una vera e propria ristrutturazione intervenendo su alcune tipologie di spesa e di entrate che consentiranno di garantire i servizi essenziali e fondamentali dell’Ente.
Le spese che potrebbero essere oggetto di un’attenta analisi improntata su principi di efficacia ed efficienza, dove per efficacia si intende la capacità di raggiungere un determinato obiettivo, mentre per efficienza la capacità di raggiungerlo con la minima allocazione possibile di risorse sono:
PARTE SPESA
1. – Quote associative erogate ai consorzi ed associazioni-
Si deve procedere ad un’analisi dei costi di gestione e verificare se soddisfano i requisiti di efficienza ed efficacia, il perdurare di disavanzi di bilancio negli anni potrebbe legittimare l’Ente ad adottare misure volte a non erogare più la quota associativa, trasferendo questa “economia” su altri capitoli di spesa.
2. – Servizi esternalizzati –
Anche per questa voce di spesa bisogna procedere preliminarmente ad un’analisi dei costi di gestione e verificare se soddisfano i requisiti di efficienza ed efficacia, e successivamente attraverso un “piano economico” si individueranno i settori e le risorse in dotazione dell’Ente necessarie per garantire quei servizi che attualmente vengono coperti dall’aziende esternalizzate, nell’ipotesi di un mancato rinnovo del contratto o per scadenza dello stesso.
3. – Statalizzazione del personale docente e non docente dei Licei linguistici – .
La statalizzazione del personale docente e non docente dei due licei linguistici della Provincia è una procedura necessaria per garantire il prosieguo dell’attività didattica nel futuro. Gli attuali parametri che caratterizzano il Patto di Stabilità Interno e i tagli dei trasferimenti erariali per l’anno 2011, condizionano qualsiasi provvedimento destinato a salvaguardarne la stessa “sopravvivenza”.

PARTE ENTRATE
4. – Inventario beni immobili e piano delle alienazione di beni disponibili –
Il censimento, la valorizzazione, nonché la prescritta redazione dell’inventario dei beni immobili dovrà rappresentare una delle priorità assolute di questa amministrazione. Questa operazione permetterà all’Ente di raggiungere una duplice finalità: la prima di valorizzare il patrimonio immobiliare dell’Ente, e la seconda di individuare gli immobili che potrebbero essere oggetto di alienazioni così come previsto dall’art. 58 del D.L. 112/2008;
5. – Fitti attivi –
La Provincia ha una limitata attività impositiva. Le maggiori entrate tributarie sono rappresentate dall’imposta di trascrizione su beni mobili e dall’addizionale sull’energia elettrica. Queste due imposte sono state già oggetto di aumenti nella misura massima del 20% così come previsto dalla legge. Pertanto, è necessario attivarsi su altre voci delle entrate quali i fitti attivi; bisogna rivedere tutti i contratti in comodato gratuito stipulati dalla Provincia con enti e/o organismi e trasformarli in regolari contratti di locazione a titolo oneroso.
Gli interventi sopra illustrati sono il segnale di un’amministrazione responsabile che vuole da un lato far fronte a questa difficile situazione economica che si presenterà nel 2011 e dall’altro di evitare un immobilismo senza prospettive.

Organizzazione del territorio e tutela ambientale – Protezione civile – risorse energetiche – Valorizzazione delle aree naturali protette.

Il ruolo della Provincia Regionale nell’ambito delle politiche ambientali e territoriali è ampio e diversificato, difficilmente riassumibile in poche righe ma certamente caratterizzato intanto dalla caratterizzazione “programmatoria” e di sintesi e rete delle diverse realtà territoriali che compongono la provincia stessa. In tal senso la Provincia Regionale di Enna si è da tempo dotata di un Ufficio di Piano che ha elaborato il Piano Territoriale Provinciale PTP, in fase di ultimazione, strumento principe ed irrinunciabile per una visione complessiva ed organica delle fenomenologie umane e territoriali ma anche delle future programmazioni sul territorio stresso. Il piano è quasi ultimato ed il programma della Giunta prevede l’affidamento dell’incarico professionale per la redazione dello studio tecnico-geologico a corredo del Piano. Lo stesso Piano si porrà come strumento di base per le scelte strategiche che l’Amministrazione intenderà intraprendere nei tempi medio lunghi. Onde garantire la competenza scientifica dell’Ente si è provveduto all’insediamento del Consiglio Provinciale Scientifico, organismo consultivo di alto livello, con rappresentanti delle Università, degli enti preposti alla tutela ed alla valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente naturale, delle principali associazioni ambientaliste. Lo stesso organismo, previsto dalla LR. 98/81 e segg. Consente alla Provincia Regionale oltre che agli enti gestori delle Riserve Naturali ricadenti in toto o in parte nel territorio della provincia, di ottenere giudizi tecnico scientifici che, seppur non vincolanti, rappresentano una importante acquisizione valutativa. Sempre nell’ambito della protezione naturale, la Provincia Regionale intende agire per il mantenimento ed il rafforzamento di tutte quelle strategie di rete tra gli Enti gestori delle Aree naturali protette ed i soggetti diversa,mente titolati ad intervenire nello stesso ambito onde garantire da un lato la massima tutela dei patrimoni ambientali, dall’altro la fruibilità compatibile e consapevole degli stessi patrimoni. Non a caso la Provincia Regionale di Enna ha primeggiato nella presentazione della Rete Ecologica Provinciale e nella presentazione del Piano di gestione del SIC Lago di Pergusa. Concluso positivamente anche l’iter di redazione ed approvazione dei piani di gestione affidati alla provincia ed in particolare dei SIC Lago Pozzillo, Lago Ogliastro e Monte Chiapparo. Prima tra le strategie sinergiche da rafforzare è certamente il mantenimento dello status di European and Global Geopark, status riconosciuto alla area centro meridionale del territorio e che andrà esteso anche a parte dell’area settentrionale. Tale status, che ha il beneficio degli auspici dell’UNESCO, è stato ottenuto mediante gli sforzi di una delle partecipate della Provincia, la società consortile Rocca di Cerere, che ottenuto il riconoscimento nel 2001, sesto Geopark al mondo, ha sempre seguito le vicissitudini ed ottemperato alle richieste del network così come ultimamente testimoniato dal riconoscimento conferito al territorio dal Ministro per L’Ambiente della Repubblica Greca in sede del 9° meeting internazionale dei geoparchi. La strategia deve ora passare dalla realizzazione del Distretto Rurale, Culturale, Turistico di Qualità Rocca di Cerere Geopark, costituito con protocollo tra diversi enti nel 2009 e pronto ad assumere la gestione complessiva del Geopark stesso facendo del progetto “Ecomuseo Solphopolis” la base della valorizzazione dell’importantissimo patrimonio geologico e paesaggistico che contraddistingue in maniera unica il nostro territorio. Nel ruolo di Ente Gestore della Riserva Naturale Speciale del Lago di Pergusa, la Provincia Regionale di Enna intende non solo continuare a garantire tutte quelle attività che garantiscono il mantenimento del patrimonio ambientale della area umida e del bacino, ma anche iniziare il percorso per il definitivo riavvicinamento dell’uomo al lago con la strutturazio0ne di quei percorsi che vadano, al minor impatto ambientale possibile, a consentire la fruizione del lago e dei suoi aspetti ecologici. In tal senso la apertura definitiva del Compendio di Villa Geracello di Zagaria, sede della Riserva stessa oltre che del laboratorio territoriale provinciale per la educazione ambientale, ma anche la implementazione del Visitor Center del geopark all’ingresso del lago, la partecipazione, in protocollo di intesa con Comune di Enna, Università Kore e ERSU Enna, al bando ministeriale per la creazione di infrastrutturazioni urbane e periurbane per il bike sharing, la implementazione dei sentieri natura e la creazione di punti attrezzati per il birdwatching, la regolamentazione della fruibilità sportiva e ricreativa del complesso di strutture di proprietà provinciale e oggi in uso all’Ente Autodromo. Su Pergusa, una importante azione di governo sarà quella della acquisizione di nuovi fondi, speciali, per garantire le costose politiche di tenuta del complesso ambiente naturale e del bacino con la importante presenza umana. Basti pensare al costo annuo affrontato per la lotta biologica alle zanzare, compito non istituzionale dell’ente ma che, se non effettuato getterebbe nella crisi sanitaria un importante quartiere ennese. Tornando alla più ampia visione del patrimonio ambientale, un’altra azione già programmata è quella del rilancio del Centro Archimede, sito in Villarosa e creato attraverso l’uso di fondi PIT in collaborazione con il CUTGANA della Università di Catania. Già in relazione alla partecipazione dei comuni al bando per le azioni di contrasto e mitigazione della desertificazione (2..3.1.4 del PO FESR 2007 2013 Interventi di prevenzione dei fenomeni di desertificazione), il Centro è stato messo nelle condizioni di offrire ai comuni del territorio la struttura tecnica utile ad affrontare la prima fase progettuale dello stesso bando e si potrà proporre come struttura di monitoraggio delle azioni avendo, tra l’altro, a suo curricolo, il più importante studio sulla desertificazione effettuato in Sicilia. Inoltre il centro Archimede potrà in breve offrire ai comuni della provincia ogni supporto tecnico e scientifico per la realizzazione di procedure valutative di complessità ed importanza quali VIA VAS e VINCA. Durante l’anno scolastico appena iniziato, la provincia proporrà agli istituti superiori la esposizione della mostra itinerante “Ennaturalmente” dedicata al patrimonio naturalistico dell’ennese e costituita da ben 62 pannelli grafico fotografici che illustrano in maniera esaustiva e appetibile dal grande pubblico la notevolissima biodiversità del nostro territorio. In risposta alle esigenze del mondo delle nuove professioni ambientali è in animo della Amministrazione addivenire alla costituzione di un Albo Provinciale delle Guide Ambientali Escursionistiche consentendo così un primo ordinamento nelle more della realizzazione di quanto previsto dalla normativa regionale ed anche ovviando al sempre più frequente abuso professionale nel settore.
Protezione Civile: va ultimato il piano provinciale già in stato avanzato per gli ambiti del rischio incendi e del Rischio idrogeologico con la caratterizzazione del rischio sismico. I piani sono realizzati direttamente dagli uffici e senza consulenza esterna e già ampiamente integrati nei Piani Regionali.
Rifiuti: La situazione certamente non rosea del settore rifiuti investe il territorio provinciale con effetti sia ambientali che economici e sociali di grande preoccupazione.
Sin dall’insediamento la Giunta ha lavorato affrontando le singole tematiche e tentando di aprire la strada all’inversione di rotta ferma restando la necessità di un intervento speciale che passi dall’impegno della Regione. In tal senso sono stati sentiti e coinvolti i Commissari per la bonifica e per l’emergenza. In particolare la provincia si è fatta carico di una azione di conoscenza e diffusione delle metodologie meno impattanti per il trattamento delle discariche dismesse e quindi per l’abbattimento degli impatti ambientali ed economici del post mortem, mentre per la gestione del ciclo dei rifiuti sono stati visionati gli stabilimenti CIR di Gagliano Castelferrato e di Compostaggio di Dittaino, per giungere alla apertura del primo ed al potenziamento del secondo in modo da abbattere i costi esosi ed insostenibili dell’attuale ciclo di raccolta e confinamento.
Energia: Intrapresa la strada di riassestamento della APEA, la provincia si avvia a consegnare il piano Energetico Provinciale, in fase di ultimazione, consentendo così l’acquisizione di un importantissimo strumento di programmazione e confronto che possa divenire riferimento per le diversissime proposte che interessano il territorio nei diversi campi della produzione di energia alternativa.
Acque: Attenzionando in generale la politica di gestione delle acque, che rappresenta una delle note più salienti del territorio ennese, va valutata e programmata la possibilità che il territorio stesso, che fornisce acqua per diversi scopi a gran parte della regione, possa avere da questo anche un vantaggio economico anche sottoforma di royalties. Di contro è pressante una attività di conoscenza dello stato biologico ed ecologico dei corpi idrici per il quale si sta attuando la ricerca dei fondi necessari e delle sinergie con altri enti. Infine, pressante è la definizione di nuove metodologie e tecniche che possano rinnovare la distribuzione della preziosa risorsa senza gli sprechi e gli squilibri che ad oggi si registrano. In tal senso la Provincia eserciterà il suo importantissimo ruolo di coordinamento e di pressione politica verso la Regione e il Governo Nazionale per la attuazione delle nuove politiche sostenibili.

CONCLUSIONI

Il programma fin qui tracciato, è il frutto di un’onesta ed attiva analisi della situazione che la nuova Giunta ha trovato all’atto del suo insediamento. Esso è anche frutto della lucida e tenace consapevolezza di doversi adoperare con straordinario impegno, professionalità ed incondizionato spirito di servizio, puntando, senza remore, sul sinergismo, sulla coesione e sulla cooperazione; per farla breve: sul gioco di squadra. La più volte menzionata L. n. 122/2010 ( manovra finanziaria estiva Tremonti ), con i suoi drastici tagli ai trasferimenti finanziari, ha creato una condizione di difficoltà gestionale drasticamente grave. A ciò è da aggiungere che la Giunta ha dovuto registrare, ad inizio del mandato, un’attività propulsiva sostanzialmente quasi stagnante. Non vale, comunque, soffermarsi più di tanto sul perché ed sul per come di tutto ciò. Qui conta, ora, rimettere in moto il meccanismo. E proprio su questo punto si sta già adoperando la nuova Giunta.
Il documento in rassegna, come emerge da ogni sua parte, si snoda ( e non poteva essere altrimenti ) su due direttrici: 1) contrastare la profonda ed estesa emergenza; 2) promuovere e sviluppare dinamiche di sviluppo.
Non c’è dubbio che la realizzazione di tutto ciò non può prescindere da una sano, saggio, leale ed intelligente confronto con il Consiglio Provinciale.
Pur nel rispetto dei rispettivi ruoli, infatti, i due organi istituzionali ( Giunta e Consiglio ) devono dialogare e confrontarsi continuamente, senza preconcetti, in modo costruttivo e concludente, quindi, senza altri fini se non quello del bene e dell’interesse della comunità. Ciò con la lucida consapevolezza che il raggiungimento di tale superiore finalità è legato non solo alla valenza del presente programma, ma anche alla fluidità di azione e, quindi, alla tempestività della sua realizzazione. Sarà, certamente, cruciale un incalzante rapporto con le istituzioni statali e regionali. Saranno preziosi anche gli impulsi che si riceveranno dal coinvolgimento delle parti sociali, dei portatori di interessi diffusi e del così detto “ Terzo Settore “. Saranno inestimabili, anche, e soprattutto, le sollecitazioni dei cittadini. Gli intensi interventi in tema di trasparenza ed integrità che, come si è visto, rappresentano dei punti cardini del presente documento, faciliterà il virtuoso, imprescindibile e continuo dialogo con i cittadini. Questo programma trova la sua essenza nella “ logica del fare “. Un “ fare “ proficuo, concreto, tempestivo ed incessante, volto alla sopravvivenza della nostra provincia e, contestualmente, alla sua ripresa e crescita socio economica.
Esso è, infatti, rivolto a creare ogni possibile presupposto di occupazione e speranza ai giovani ed a tutti gli altri che, in atto, sono in cerca di lavoro. Esso è rivolto ad assicurare una migliore qualità di vita per tutti ed il recupero della dignità di una provincia che è stata e continua ad essere troppo bistrattata.
I lavori sono già iniziati ed i primi risultati sono riassunti nei fogli allegati, in appendice, al presente elaborato. L’impegno, la determinazione ed il senso civico e di schietto sacrificio, non manca a questa nuova Giunta, formata da persone di buona volontà e di comprovate e bene assortite professionalità.
Non si ha difficoltà, pertanto, a concludere affermando che il presente documento rappresenta il segno tangibile di un pervicace e convinto sforzo di realizzare una virtuosa inversione di tendenza. Esso è, pertanto, rivolto a tutte le persone di buona volontà, a tutti quelli che vogliono veramente bene alla nostra provincia e che, senza alcun pregiudizio, nel rispetto dei propri ruoli, non faranno mancare il loro sostegno ed il loro contributo in tutti i modi possibili.