Leonforte. Arrestati due pregiudicati, sequestrate mitraglietta cartucce da guerra per artiglieria contraerea e fucili

Leonforte. Arrestato Vito Benintende, leonfortese, classe 1975, per detenzione abusiva di arma clandestina da tipo guerra e relativo munizionamento, e Francesco Inguì, leonfortese, classe 1964, arrestato per detenzione illegale di munizionamento da guerra ed alterazione di arma.
In particolare, nel pomeriggio di ieri, gli uomini del Commissariato Leonfortese, diretti dal Commissario Capo Dott. Salvatore Tognolosi effettuavano un servizio atto alla ricerca di armi, munizioni ed esplosivi, con perquisizioni in masserie ed abitazioni rurali del leonfortese.

In un’abitazione in uso a Benintende, con precedenti di Polizia per rapina e rissa, veniva rinvenuta una pistola-mitragliatrice predisponibile per il tiro a raffica, tipo “Scorpio”, ed altresì num. 48 cartucce calibro 7.65. L’arma, di probabile fabbricazione dell’est Europa, è in grado di sparare sia a colpo singolo che a raffica. Tale modello è stato usato da numerosi gruppi terroristici per le doti di occultabilità e la sua micidialità sulle brevi distanze, dovuta al forte volume di fuoco. Tra questi gruppi, spiccarono l’IRA irlandese e le Brigate Rosse italiane: queste ultime utilizzarono quest’arma in numerosi omicidi (tra i quali quello del presidente Aldo Moro) .
Un’altra perquisizione, effettuata sempre nella tarda mattinata scorsa, permetteva di rinvenire, nell’abitazione in uso al pluripregiudicato Inguì (con precedenti di Polizia per porto e detenzione abusiva di armi, ricettazione e truffa) n.2 cartucce da guerra, per probabile artiglieria contraerea, custodite in un armadietto (nello specifico trattasi di due “proietti da guerra da 20 mm cadauno, del tipo perforante scoppiante”), e due fucili ad aria compressa, ai quali l’Inguì aveva modificato le molle, alterandone quindi le caratteristiche al fine di aumentarne la potenzialità, e renderne energica la potenza di fuoco.
Le armi e le munizioni rinvenute nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate, mentre Benintende e Inguì, venivano tratti in arresto in flagranza di reato e contestualmente deferiti alla Procura della Repubblica di Nicosia.

Published by
redazione-vivienna