Catenanuova. Operazione Fiumevecchio: si è costituito l’11º indagato
Enna-Cronaca - 28/05/2011
Catenanuova. Salgono a 11 gli arrestati dell’operazione antimafia “Fiumevecchio”, effettuata giovedì notte dai carabinieri comando provinciale, coordinati dal tenente colonnello Baldassare Daidone con la collaborazione delle unità cinofile di Nicolosi e di 150 uomini che hanno tenuto sotto controllo per quasi dieci ore tutto il territorio di Catenanuova.
Infatti giovedì sera si è presentato spontaneamente al comando provinciale di Catania, Vito Calì, 55 anni di Catenanuova, ex carabiniere, amico intimo di Salvatore Prestifilippo Cirimbolo, ucciso dagli stiddari il 15 luglio del 2008, il quale era ricercato in quanto nei suoi confronti era stata messa ordinanza di custodia cautelare in carcere, accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Vito Calì era stato coinvolto nell’operazione “Piazza Pulita” del 1998, quando assieme ad altre 21 persone fu accusato di spendita di banconote false, ma poi fu assolto.
Era molto amico di Salvatore Prestifilippo Cirimbolo, e secondo gli investigatori immediatamente dopo l’omicidio del catenanuovese avrebbe portato via la sua auto perché era piena di armi. Vito Calì era seguito dagli investigatori e al momento dell’arresto degli altri dieci indagati dell’operazione «Fiume vecchio», si trovava fuori Catenanuova ed era stata la sua famiglia ad avvisarlo che nei suoi confronti pendeva un’ordinanza di custodia cautelare.
Intanto giovedì pomeriggio sono iniziati gli interrogatori da parte del Gip Lauricella alla presenza del Pm Condorelli e degli avvocati difensori. Tutti quelli interrogati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Intanto i carabinieri hanno intensificato le indagini che potrebbero avere ulteriori e sviluppi ed anche probabile che gli investigatori interroghino i titolari di esercizi commerciali e gli imprenditori edili, che erano succubi delle azioni vessatorie dei due clan mafiosi che operavano a Catenanuova e dintorni.
Infatti si vogliono sapere dettagli più precisi per quanto riguarda le continue richieste di pizzo, sapere quale ruolo aveva Agata Cicero, moglie di Salvatore Leronardi, nelle estorsione e se è vero che la stessa aveva preso contatti con la camorra napoletano per lo spaccio della droga nel territorio.
In verità l’acquisto e lo spaccio della droga, secondo gli investigatori, era un’attività marginale che non aveva grande rilevanza economica per i due clan mafiosi operanti a Caternanuova; gli introiti, in base alle indagini, provenivano soltanto dalle attività estorsive nei confronti di operatori commerciali, dei titolari di aziende che lavoravano all’interno dell’area industriale di Catenanuova e nei confronti di imprenditori edili che appaltavano lavori a Catenanuova e dintorni.