Enna Calcio: Società decide la cessione per l’assenza di ennesi

“L’Enna è in vendita, non ci sono le condizioni per fare calcio qui e se il titolo non si potrà cedere, ad Enna non si farà più calcio”. È questo il duro esito della riunione societaria che si è svolta mercoledì sera in un noto ristorante del centro storico di Enna, un incontro che doveva gettare le basi per programmare il futuro, ma l’assenza degli imprenditori ennesi ha fatto infuriare i vertici societari Antonino Spallino e Peppino Cannarozzo a cui era stata assicurata la presenza di imprenditori del capoluogo. Alla cena però era presente solo il gruppo che fa capo agli imprenditori nisseni, un ennese coinvolto da Cannarozzo, il tifoso Mario Rindone e il dott. Retta, responsabile della “Stefanel” che era stato coinvolto nel progetto attraverso uno sponsor ed opportunità di sviluppo. “Si è chiesta la partecipazione ad una decina di imprenditori ennesi che sono stati invitati ma nessuno è venuto” dice Spallino che tra la delusione aggiunge: “Ci vuole rispetto, ci avevano dato la parola che ci saremmo seduti intorno ad un tavolo per discutere del futuro dell’Enna. Noi non siamo venuti qui per far morire l’Enna. Questa sera – continuano – eravamo qui per sottoscrivere delle quote, siamo venuti con uno sponsor importante, ma non c’è nessuno” è l’amaro sfogo. Gli imprenditori nisseni hanno sottolineato che “oggi è la città che perde”. Sì perchè l’impegno del gruppo nisseno non era solo sullo sport, ma guardava anche allo sviluppo del territorio attraverso progetti lavorativi: “A questo punto visto che nessuno è interessato andremo a farlo altrove. Non abbiamo avuto né un riscontro della politica, né degli imprenditori” dice Cannarozzo che prosegue: “Visto il disinteresse non posso più disturbare questi miei amici”.
I dirigenti hanno spiegato che “oggi non ci sono debiti federali. Restano da pagare i tre allenatori per la vertenza, ma sono cifre abbordabili”. È sembrato di rivivere quanto avvenuto un anno fa quando Cannarozzo si rivolse agli imprenditori di Caltanissetta, ci furono degli incontri con alcuni ennesi che, poi, andarono via lasciando tutto nelle mani di Spallino e Cannarozzo che hanno portato a termine la stagione. “Adesso basta però, noi non siamo di Enna, abbiamo salvato l’Enna, ma ancora oggi gli ennesi non sono per nulla interessati alla squadra, quindi è meglio lasciar perdere. L’Enna non ci interessa più” dice Spallino. I dirigenti avevano chiesto al Comune strutture in grado di creare un modello, ma non è stato possibile: “In pochi anni volevamo arrivare tra i professionisti, ma a questo punto Enna non vuole”. Bisogna aprire, in tal senso, una piccola parentesi e dire che l’insufficienza delle strutture ennesi non ha permesso di realizzare un Milan Campus ad Enna, l’ennesima occasione persa per il capoluogo. Cannarozzo e Spallino, in fine, hanno ammesso che c’è già stata un interesse per il titolo sportivo dell’Enna, ma esso arriva da fuori. Mai come oggi, dunque, la fine dell’Enna è così vicina e una seria riflessione generale è più che mai opportuna.