Come ci dice l’autrice “Attorno ad una frase -l’emigrata più illustre- si snoda tutto il testo della commedia. Nei tre atti si intessono equivoci, pregiudizi, paure, provocazioni, reazioni emotive, sentimenti, che tracciano una linea tra il serio e il faceto finalizzata a divertire, ma soprattutto a toccare la sensibilità civile con dei messaggi di spessore culturale, umano e sociale. Il testo è scritto, pensato, ideato per un contesto che vive un momento di attesa, di svolta, di aspettative, di sogni per troppo tempo sognati e mai realizzati.
I vari personaggi si raccontano con paure, incertezze, ma anche con grande coraggio di chi scorge un barlume di speranza che, come faro, si traduce in tanti punti di forzaper inorgoglire il nostro passato,illuminare il nostro presente,far brillare di certezze il nostro futuro”.
A tutto ciò va aggiunto il fascino di un dialetto sopito, ma mai dimenticato, che attira una marea di aidonesi tutte le volte che viene loro proposto di rinfrescarlo. Come è risaputo, il vernacolo galloitalico nell’uso quotidiano è stato quasi del tutto rimosso. Ma tutta la popolazione ne mantiene ancora una buona competenza passiva e queste occasioni sono bel accolte per riprovarsi e divertirsi.
F. Ciantia