Catenanuova. Il desiderio di tornare a Catenanuova, un sogno che l’emigrante Antonio Di Marco, dopo 61 anni di assenza sta realizzando in questi giorni. Era andato via a soli 9 anni, nel 1950 quando con la nave raggiunge l’Argentina. Oggi ha 70 anni ed è rimasto solo il ricordo di quelle strade ancora acciotolate bagnate dalla pioggia, della luce elettrica erogata solo due ore la sera, delle facce appena appena memorizzate nella mente di un bambino, costretto assieme alla mamma ed ai due fratelli, Prospero e Vito, a raggiungere il padre emigrato l’anno prima.
Le poche case attorno al Municipio e alla chiesa Madre di S.Giuseppe e terreni adibiti a pascolo, luoghi di raccolta che durante la festa di S.Prospero diventavano luoghi di vendita e acquisto armenti. Viva commozione quando sull’autostrada A19, in arrivo a Catenanuova scorge quel monte Scalpello che fu sua meta di pellegrinaggio a piedi fino alla vetta, emozione nel consultare gli archivi comunali per leggere il giorno e l’ora della propria nascita, la data del matrimonio in Argentina.
Non parla italiano Anabel, nata a Buenos Aires, dove lavora presso la facoltà di Agronomia, dell’ università della “capital “, ma lei, da qualche anno attraverso il web, ha voluto più bene all’Italia, alla Sicilia, a Catenanuova, e l’amministrazione comunale del sindaco Biondi, sabato 25, alle ore 18, presso il centro anziani di via Gen. Passalacqua, sta organizzando un incontro con la comunità catenanuovese, per ricordare, attraverso uno scambio di doni, questo momento culturale che lega i catenanuovesi siciliani ai nostri concittadini emigrati a 16 mila chilometri per cercar fortuna.
Carmelo Di Marco