Lombardo: Abolire le Province, una rivoluzione per la Sicilia e per i cittadini

La politica che taglia agli altri e non ai propri privilegi non può essere accettata dalla gente. Noi abbiamo molto da tagliare. E’ disonesto chi dice che dovremmo tagliare il personale perché non si può mandare a casa chi è stato assunto.
Bisogna invece tagliare gli sprechi. Ieri la tante volte declamata eliminazione delle Province non è stata votata in parlamento. Noi possiamo farlo in Sicilia.
La prossima settimana l’assessore Chinnici definirà il testo per la creazione dei liberi consorzi dei Comuni che dovranno essere destinatari di molte competenze regionali e avranno il compito di mettere insieme i servizi.
Se in una città come Palermo c’è un unico segretario generale, un ragioniere generale o un capo dei vigli urbani perché non ci può essere una figura unica anche per 10 o 15 comuni che insieme fanno 150 o 200 mila abitanti?
Ai consorzi dei Comuni e ai Comuni stessi dovremo delegare funzioni.
Tante funzioni di una Regione che si è troppo gonfiata di personale, di leggi, di cavilli e regolamenti che si traducono in difficoltà per i cittadini. Quando la burocrazia entra a diretto contatto con i cittadini e il funzionario che deve sbloccare la pratica non si trova a 200 chilometri di distanza ma nello stesso Comune vedrete che il funzionario stesso non potrà che adoperarsi per dare una risposta immediata.
Questa è la più grande rivoluzione che possiamo realizzare. Credo che il nostro governo e l’assemblea non potranno che accogliere questa volontà.
I sindaci dei Comuni saranno eletti con la consapevolezza dei cittadini che dovranno esprimere il voto confermativo per la loro scelta. Così avremo sindaci più voluti dai cittadini e non trascinati dalle liste di supporto dei partiti. Gli assessori, in numero limitato, avranno ampi poteri.
Credo che questa riforma renderà l’amministrazione più efficiente e ridurrà gli sprechi per rispondere meglio ai bisogni dei cittadini. La Sicilia poi, piuttosto che essere l’ultima ruota del carro, abolendo le Province e puntando sui Comuni e sui liberi consorzi, intraprenderà una strada che il parlamento nazionale e le altre regioni non potranno non seguire.