Rifiuti: E le isole ecologiche?

“Nel 2010, dice l’Ato, non io, la raccolta differenziata è stata pari all’1,15%. Io sarei curioso di sapere e capire come sia stata calcolata questa percentuale”. Così si espresse il sindaco Paolo Garofalo, nel corso del suo intervento in Consiglio comunale sull’approvazione del bilancio previsionale 2011, dove si parlò moltissimo del Piano economico finanziario 2011 dell’Ato rifiuti.

Intanto, al centro di ogni discussione di questi giorni dei sindaci, ma anche del Pd, per risolvere l’esoso costo dei rifiuti in provincia di Enna c’è anche la raccolta differenziata.
Un progetto di raccolta che per quanto riguarda Enna, secondo una lettera dell’Ato inviata al Comune che Garofalo lesse in consiglio, deve essere portata al 15%, “i cui effetti, però, sulla riduzione dei costi saranno apprezzati entro un lungo periodo”. Una percentuale sulla quale Garofalo espresse subito dei forti dubbi tanto che sottolineò: “Siamo alla fine del mese e la raccolta non è partita e probabilmente non partirà neanche il mese prossimo”.

A proposito della raccolta differenziata, considerato che amministratori e politici la ritengono la panacea di tutti i mali del servizio dei rifiuti, non si comprende perchè a Enna nessuno parla dei cinque centri zonali per la differenziata dei rifiuti solidi urbani che insieme a due isole ecologiche anni fa furono progettati dai tecnici del Comune e poi costruiti, con un finanziamento di circa 1 milione e 700 mila euro del Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, in diversi punti della città. Sono impianti sotto gli occhi di tutti che si trovano in piazza Europa, via Ottavio Catalano, via della Rinascita, via Pirandello e viale dello Sport a Enna bassa, in disuso ancor prima di entrare in funzione. I centri zonali di raccolta, che si presentano simili ad una pompa di benzina, dovevano permettere il conferimento differenziato dei rifiuti urbani. La cosa interessante di questi impianti, come ci spiegò anni fa l’ing. Biagio Alvano, dirigente tecnico del Comune e progettista degli impianti, è che tutto doveva avvenire senza impatti visivi in superfice, “perchè ogni impianto è formato da cassonetti, otto in tutto, completamenti interrati a cinque metri sotto il livello della strada, che ruotano attorno ad un centro e contengono, ciascuno, un tipo di rifiuto: vetro, plastica, alluminio, legno, batterie e pile esauste ecc”.

Il cittadino-utente doveva disporre di un badge a chip (tesserino), personale, che gli doveva permettere di introdurre i rifiuti, di pesarli e compattarli e di sapere in tempo reale quanti ne aveva prodotto per avere poi calcolata la tariffa in base all’effettiva produzione. “Gli impianti sono stati collaudati –ci disse allora l’ing. Alvano- dopo diverse peripezie, nel 2004. E subito abbiamo avviato le procedure per la consegna all’Ato, così come abbiamo fatto per le due Isole ecologiche di raccolta di contrada Venova e Scifitello, già in funzione. Consegna che è avvenuta nel 2005, dopo diversi tentativi. L’ato, a sua volta, li ha ceduti a Sicilia Ambiente”.

Giacomo Lisacchi