ANCE Enna: Ritardi nei pagamenti. 35% imprese a rischio chiusura

Enna. “E’ incomprensibile come nonostante gli interventi normativi mirati a ridurre i ritardi e le insolvenze nei pagamenti di appalti pubblici si continuino a registrare ritardi ed incertezze nei pagamenti. Senza una adeguata sensibilità di amministratori pubblici e burocrati il 30 % delle imprese rischia il fallimento entro la fine dell’anno” così Enzo Pirrone, Presidente dell’ANCE, che esprime la preoccupazione delle imprese appaltatrici (per lo più imprese di costruzioni) che si vedono costrette ad anticipare somme considerevoli per conto degli enti con cui hanno appalti in corso o ultimati.
Fa presente Pirrone (nella foto): “Gli effetti sono deflagranti! Le imprese non sono più in grado di adempiere agli obblighi contributivi sui salari dei dipendenti o peggio quelli erariali. Incomprensibilmente le amministrazioni anche quando hanno soldi in cassa dinanzi ad aziende con DURC irregolare non procedono secondo legge ma bloccano i pagamenti. Ricordiamo alle amministrazioni che l’articolo 4 del regolamento generale sui contratti pubblici entrato in vigore a giugno (DPR 207/2011) prevede che il RUP debba procedere al pagamento trattenendo e corrispondendo direttamente quanto dovuto dalle aziende per oneri previdenziali ed assistenziali”.
Il Presidente Ance così conclude: “L’impianto normativo evolutosi anche in conseguenza della crisi e della volontà di serrare le file sull’annosa questione del patto di stabilità consente sin dall’origine di evitare che si bandiscano gare senza copertura finanziaria e senza un piano dei pagamenti asseverato dal responsabile. Queste norme unitamente a quelle già citate che consentono all’amministrazione di surrogare l’impresa che non ha adempiuto ad obblighi contributivi, consentirebbero di superare la maggior parte delle situazioni di ritardo. Inspiegabilmente invece tutto si ferma e si continua a procedere a gare anche con coperture finanziarie incerte ed a bloccare pagamenti con capziose scuse burocratiche. Occorre che chi gestisce la cosa pubblica comprenda l’enorme danno economico e sociale che tali atteggiamenti causano. Chiediamo che ognuno faccia la sua parte e che siano rispettate le disposizioni di legge perché si eviti il tracollo di molte imprese, in attesa di una ripresa degli investimenti che oggi ci appare ancora lontana”.

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redazione-vivienna