Questa arcinota poesia del grande Carlo Alberto Salustri (prego non confondere col quasi omonimo direttore del Giornale berlusconiano) meglio conosciuto come Trilussa, pseudonimo del suo cognome, ci è tornata alla mente quando abbiamo letto che a partire da luglio, circa 26 milioni di automobilisti italiani otterranno due nuovi punti per la loro patente.
Questo bonus è previsto dal Codice della Strada che stabilisce l’attribuzione di due punti ogni biennio per tutti gli automobilisti che non hanno commesso gravi infrazioni, che comportano la riduzione del punteggio della propria patente.
Per cui, scadendo il quarto biennio dall’anno in cui fu introdotta la patente a punti, quelli con la patente intonsa arriveranno a 28 punti. Ma questo a chi scrive interessa veramente poco; Quello che, invece, ci ha lasciati allibiti è la tabella stilata dal Sole 24 Ore con la classifica delle province dove c’è stato il più alto numero di riduzione dei punti ogni cento patenti. Bologna, Firenze e Pisa sono ai primi tre posti, rispettivamente con meno 276, 244 e 233 punti sottratti ogni 100 patenti negli otto anni da quando è in vigore la legge.
Indovinate in quale posizione si classifica Enna? Non ci credereste mai: esattamente in centesima posizione (subito dopo Catania, novantanovesima) su 110 province con solo 129,6 punti sottratti ogni 100 patenti.
E allora dov’è il problema, dirà l’attento lettore, se per una volta i cittadini della nostra beneamata provincia si distinguono per l’alto senso civico e per il rispetto delle norme del codice della strada?
Col ciufolo, rispondiamo noi, che campanilisti non siamo e mai lo saremo. Quella che abbiamo citato è, per l’appunto, mera statistica, il pollo di Trilussa, insomma.
La verità purtroppo, stà da tutt’altra parte ovvero che gli automobilisti ennesi, fortuna loro, sono graziati, come dire, da forze dell’ordine distratte o magari assenti perchè in numero insufficiente o, anche, perchè chiamate a compiti più urgenti.
Vogliamo esaminare alcuni casi eclatanti?
Parliamo allora delle famigerate strisce blu. Sappiamo perfettamente che il mancato pagamento del ticket non comporta sottrazione di punti dalla patente, ma l’esempio ci è agevole per dimostrare la scarsa attenzione dei controllori al problema.
C’è voluta, infatti, una interrogazione del consigliere comunale Scillia per apprendere che solo nel triennio 2008-2010 sono mancate alle disastrate casse del comune ben 811.000 euro, un vero e proprio disastro.
Venuto a galla il problema cos’è accaduto? Per una diecina di giorni i vigili sembravano colpiti da una specie di frenesia. Blocchetto alla mano e giù a multare senza pietà tutti gli abituè del parcheggio “non pago e me ne frego”, tanto non controlla nessuno. Poi, col passare dei giorni, com’è naturale , la foga si è esaurita e, se volete scommetterci, tra meno di un mese, tutto tornerà esattamente come prima.
Noi che siamo evidentemente figli di un Dio minore, ci saremmo aspettati ben altro. Un esempio? Che qualcuno chiedesse alla Corte dei Conti di individuare i responsabili dell’ammanco e, magari, di spedirgli il conto a casa.
Sai com’è: forse alcuni apprenderebbero che fare politica non significa “guadagnarci” ma, quando sbagli, anche “pagare” di tasca propria.
Ma questo è un altro discorso. Torniamo ai punti patente che vengono decurtati, ad esempio, se guidi parlottando con gli amici al telefonino. Prego, buttate un occhio attorno a voi, sostate, tanto per fare un esempio, cinque minuti all’incrocio tra le vie Roma e Pergusa, alla Balata per capirci e provate a contare quanti sono quelli che transitano a bordo delle loro auto, chiacchierando amenamente al telefono. Vi stupirete, più del 30% e, sia detto senza offesa, la gran parte sono giovani donne.
Ma l’esempio più eclatante è costituito dal semaforo tra la provinciale n.1 e la n.29 ovvero tra la Via Pergusa e la Via Scifitello. In questo caso quello che accade è veramente clamoroso. Succede infatti molto spesso che gli automobilisti che provengono da Enna Bassa sulla Via Pergusa, avendo il semaforo poco prima della curva, lo imbocchino a velocità sostenuta quando è già scattato il rosso, trovandosi quindi a tagliare pericolosamente la strada a quelli che col verde stanno muovendosi dalla Via Scifitello per salire a sinistra verso Enna. Insomma, in questo caso, una vera e propria roulette “rossa” che, prima o poi, finirà col determinare qualche grave incidente.
Ebbene, capita molto raramente che qualche pattuglia si ponga nello slargo dov’è allocata la fermata degli autobus, poco oltre il laboratorio di un materassaio. Posizione assai privilegiata per beccare come allodole tutti gli incivili che affrontano spudoratamente il rosso del semaforo come fosse, appunto, una roulet russa.
Non vorremmo apparire profeti di sventura ma la statistica ci dice che prima o poi ci sarà il botto e, come è accaduto per le zone blu, per qualche giorno assisteremo al solito spettacolo di una zona presidiata dalle forze dell’ordine. Ma solo per qualche giorno, poi tutto tornerà come prima.
Ed infine le cinture di sicurezza. Quelle proprio non aggradano a nessuno, sembra quasi che gli automobilisti le considerino come cinture di castità, più che di ritenzione, quasi un vero e proprio cilicio che è meglio evitare, tanta è la sofferenza che esse determinano.
Insomma, come è facile intuire, la provincia di Enna non occupa la centesima posizione nella classifica nazionale dei punti tagliati dalle patenti per il fatto che i suoi automobilisti sono tra i più virtuosi d’Italia, ma semplicemente perchè i controlli sono assai rari e di questo approfittano i soliti furbi, quelli che delle regole se ne fregano e che anzi pensano di essere scaltri ed intelligenti.
Sul loro quoziente intellettivo potremmo avanzare serie perplessità, quelle che invece non nutriamo affatto sulla veridicità del poemetto di Trilussa.
Ciò che rende virtuosi gli automobilisti ennesi è solo la statistica, scienza appunto inesatta poichè probabilistica. Educarli compete alle forze dell’ordine applicando in modo rigoroso il codice della strada per dimostrare a tutti che anche Enna, come Bologna o Firenze è una provincia d’Italia e non, come molti pensano, del paese dei balocchi.
Ché a difenderci per la nostra strafottenza non abbiamo neanche un Bossi e, per fortuna, non indossiamo neanche elmetti cornuti com’è d’uso tra la gente padana.
Contenti loro!
« Sai ched’è la statistica? È na’ cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perch’è c’è un antro che ne magna due»