Piazza Armerina: Lo spettacolo “Respiro” affronta un’improbabile Cassandra

Piazza Armerina. All’insegna della sorpresa lo spettacolo teatrale che nella sera del 9 agosto ha chiuso la 7° edizione di Teatri di Pietra affrontando la figura di Cassandra con “Respiro”, concerto fisico per donne in acqua prodotto dalle compagnie Balletto Civile/Scena Nuda/ Fondazione Teatro Due Teatro Stabile di Parma, e diretto dalla danzatrice e coreografa Michela Lucenti.
Date storiche, come 20 marzo 1980, Atene 2 aprile 1980, Berlino 1981, si accavallano su di una scrivania dove Michela Lucenti nei panni di Christa Wolf; una scrittrice che visse a pieno l’epoca nazista e un difficile dopoguerra; trova un punto comune nella guerra di Troia, e in tutto ciò che Cassandra aveva visto e previsto senza possibilità d’ascolto. Nei suoi interrogativi e accenni di risposte, Cassandra emerge inaspettatamente negli aspetti meno conosciuti, come l’infanzia o il legame con Enea per culminare nella guerra di Troia e al suo divenir bottino degli Achei. Ciò accade attraverso il racconto ballato e cantato di tre donne che in un’atmosfera anni ’20 personificano la sacerdotessa rendendola umana e fragile, contemporanea nel dolore che sopporta affrontando la propria sorte e la meschinità della guerra, mentre la scrittrice vive il tormento del proprio tempo sentendolo vicino se non contemporaneo a quello della stessa Cassandra.
Inevitabile dunque la riflessione finale della scrittrice:”C’è ancora bisogno di Cassandra, perché la maggioranza non vuole vedere ciò che verrà”.


Forte apprezzamento da parte del pubblico piazzese per lo spettacolo del 9 agosto, concludente il circuito “Teatri di Pietra”. L’opera diretta da Michela Lucenti, “Respiro”, è  tratta dalle due opere di Christa Wolf  sulla figura di Cassandra, la cui identità è emersa nella commistione fra l’espressione dell’antico: la parola, la trama, l’impossibilità di mutare dei destini già scritti; e il sentire contemporaneo: la danza che si rende movimento attraverso la forma del balletto, la narrazione che attraversa leggera periodi storici cruciali per l’Europa come: gli anni ’20, o il dopoguerra tedesco, e ancora gli anni ’80 volti alla riflessione di ciò ch’è stato. Cassandra emerge nel lavoro comune delle rispettive compagnie: Balletto Civile, Scena Nuda/Fondazione Teatro Due Teatro Stabile di Parma.

Michela Lucenti, danzatrice e coreografa, si diploma al Teatro Stabile di Genova, nel 1995 forma la comunità teatrale nomade “Impasto”. Nel 2003 nasce il progetto Balletto Civile, un lavoro di ricerca che privilegia il canto dal vivo e il movimento fondato sul rapporto fisico tra gli interpreti

Nei tuoi lavori non troviamo il  termine  “drammaturgia” ma  “scrittura fisica”. Cioè? E  Qual è la differenza fra i due termini?
La drammaturgia è una scrittura per gli attori attraverso la parola. In molte parti d’Europa c’è già da tempo una drammaturgia fisica, cioè un grande lavoro di scrittura per azioni fisiche che non è precisamente la coreografia. In Italia c’è meno proprio come tradizione in maniera contemporanea, perché in realtà noi ce l’abbiamo attraverso la commedia dell’arte.

Nella tua arte il canto si lega  alla danza. Per  arrivare dove?
A un’idea di completezza dove l’ interprete si ricollega a se stesso, il canto è corpo e  il corpo esploso è canto

La danza di tutti i giorni invece, quella praticata delle scuole, e poi delle accademie, dove arriva?
Dipende molto dal lato umano di chi insegna. Io vengo da una “maestrina” di danza di La Spezia,  che ha formato sei persone tra cui me che attualmente,  ballano  in tutto il mondo in grandi compagnie. Le Accademie certi anni non sfornano nessun talento, accade. Tutto sta nella relazione che si instaura con chi ti sta passando un metodo, e può infondere una qualità, e li non c’è accademia che tenga

Prima la comunità teatrale nomade “Impasto”, poi il “Balletto civile”, due percorsi  distintivi per formazione e messe in scena del gruppo?
La formazione resta sempre la stessa. Ho fondato l’Impasto con Alessandro Berti, venivamo dallo Stabile di Genova e c’era in entrambi una grande scrittura fisica e un grosso lavoro sulla parola. Poi è sorta la necessità con un gruppo di attori di scendere ancora più a fondo con il movimento e la danza stessa;  quindi con Balletto Civile c’è una ricerca di scrittura fisica e movimento. “Balletto” sta  per  come azione danzata, “ Civile”  ci interessa sondare  l’attualità

“Respiro” è fra le poche opere tratte da altra opera. Perché proprio la Cassandra di Christa Wolf, ?
Piuttosto  perché Christa Wolf, nello spettacolo c’è la congiunzione di due sue opere. Io interpreto Christa, la scrittrice, che cerca di capire e realizzare cosa voleva dire il lavoro di Cassandra dal punto di vista del femminismo, e ciò che dico proviene  dal libro “Premesse a Cassandra”, mentre le ragazze e Priamo realizzano “Cassandra”.
Chi è Cassandra quando resta dentro di noi, e quando invece esce fuori?
Cassandra è la volontà, e quando esce fuori è l’azione.

Livia D’Alotto
Photo Maria Catalano