Aidone. Si è chiuso, su Morgantina, un sipario che ha svelato tutta la disorganizzazione. Luci e ombre della stagione teatrale

Con una superba Pamela Villoresi nei panni di una Medea enfaticamente tragica, donna più che madre, consapevole e decisa nei suoi propositi di vendetta contro l’uomo-Giasone debole, meschino, che si lascia trasportare non dall’amore ma dall’opportunismo becero che vince sulla passione e sull’amore paterno, si è chiusa a Morgantina una stagione teatrale che ha registrato più ombre che luci. La Villoresi ha tenuto la scena quasi da sola con un cast ridotto all’osso (oltre alla nutrice, una corifea recitava le parti del coro e del pedagogo) come vuole la moda del momento -interpretazioni originali o necessità di risparmio?- , vedi il racconto teatrale di Vincenzo Pirrotta nelle “Supplici a Portopalo”, il lunghissimo monologo di Elisabetta Pozzi “Cassandra”, la narrazione delle vicende degli “Argonauti” di Virginio Gazzolo: la narrazione, la riflessione, il ragionamento che sovrastano e prevalgono sul dramma, l’azione in divenire.
“Pathos” e “Medea” (“Teatri antichi” – Circuito “Epicarmo”) che hanno richiamato un discreto pubblico, riscuotendo lunghi e convinti applausi, hanno in qualche modo compensato l’apertura in tono minore segnata dai quattro spettacoli del circuito dei Teatri di Pietra; “Le Supplici a Porto Palo” l’unico spettacolo portato a Morgantina nell’ambito del “Circuito del Mito”, -guarda caso l’unica serie di spettacoli con ingresso gratuito!- nonostante la gratuità non ha raccolto un grande pubblico a causa della mancata pubblicità, della programmazione quasi in sordina, come è avvenuto, del resto, per tutti gli spettacoli del Circuito del Mito annunciati dalla Regione oggi per domani, o quasi! A tal proposito, se ci fosse stato qualche dubbio questo è stato fugato dal lungo articolo di Fabio Tracuzzi sul La Sicilia, in cui Giancarlo Zanetti, direttore artistico di questo circuito fin dalla sua nascita, definisce la promozione “Sbagliata e insufficiente oltre che inefficiente”, e l’Assessore Regionale Tranchida giustifica le gravi carenze nella promozione e nell’informazione con i tempi della burocrazia, a fronte del grosso impegno finanziario a carico dei Fondi Europei (PO FERS), più di 7 milioni di euro per oltre 500 spettacoli in oltre 100 siti…e pensare che alle origini di questo circuito, nato da un’idea di Franco Zeffirelli, il teatro di Morgantina era stato uno dei siti di punta, oggi non si è riusciti ad avere voce in capitolo neppur per averne qualcuno più di quest’unico……
Si è chiuso, almeno su Morgantina, un sipario che aveva svelato tutta la disorganizzazione che sta alla base di questi eventi che, dal momento che nascono e sopravvivono solo grazie al generosissimo contributo regionale, o europeo, devono sottostare ai tempi della burocrazia e alle esigenze dettate in buona parte da interessi “politici”; il risultato è stato una crescita dei cosiddetti “circuiti” – dei “Teatri di pietra”, “del Mito”, “di Epicarmo”- , delle relative locations sparpagliate per tutta la Sicilia, del numero degli spettacoli; della quantità, insomma, a scapito della qualità.
Ai “primordi” l’obiettivo forse era creare degli eventi di qualità che potessero diventare nel tempo appuntamenti annuali attesi e riconoscibili come quelli di Siracusa e Taormina, ma il progetto si è perso per strada: la dipendenza dai finanziamenti pubblici porta a conferme tardive dei relativi calendari con la conseguente corsa dell’ultimo momento che non consente una adeguata promozione e meno che meno il loro inserimento nei circuiti turistici nazionali ed internazionali; le esigenze e le pressioni delle varie comunità e dei numerosi politici, preoccupati di portare qualcosa nei propri feudi elettorali, fanno sì che gli eventi vengano spalmati su un’infinità di siti e così, volendo accontentare tutti , alla fine si scontenta tutti. Uno spettacolo non si nega a nessuno e in tempi di vacche magre, in cui le serate dei “cantanti” sono poche e di poca qualità, sfoggiare nel programma dell’estate paesana qualche spettacolo culturale, o pseudo tale, fa sempre bene!
Chissà se a conclusione di tutta la programmazione viene redatto un monitoraggio che permetta di capire se ne sia valsa la pena o se si è trattato solo di un’operazione assistenziale e in perdita? Certo è l’ennesima dimostrazione di quello che sempre accade in Sicilia: una manifestazione resiste fino a quando c’è il finanziamento pubblico, in mancanza è destinato a morire: sono rari gli eventi che riescono a mantenersi in vita con le proprie forze! D’altra parte molte delle locations sono in piccoli centri e non è pensabile che questi possano garantire da soli una congrua presenza di pubblico pagante, e quindi?
La logica e il buon senso suggerirebbero di tornare a pochi luoghi vocati e a un numero congruo di spettacoli di qualità che attraggano turisti e cittadini motivati e paganti, la “ragion di stato”, leggasi logica clientelare, chiede invece di favorire il numero più alto possibile di clienti produttori e fruitori che si spartiscono la ricca torta; il risultato sono tre carrozzoni attraverso i quali si veicola di tutto, di più e ovunque; buon per gli spettatori se in mezzo a tanta mediocrità ogni tanto hanno la fortuna di assistere ad uno spettacolo per il quale sia valsa la pena pagare un biglietto e sobbarcarsi la fatica del viaggio, come è accaduto per questi due ultimi spettacoli a Morgantina in cui gli spettatori erano in gran parte “forestieri”, turisti o estimatori provenienti dai paesi vicini, Piazza Armerina ed Enna soprattutto. Non s’è visto il Sole portar via Medea sul suo carro, poiché probabilmente sulla scena di Morgantina non era logisticamente possibile farlo apparire, ma la bravura e la bellezza di Pamela Villoresi, di Silvia Budri di David Sebasti hanno saputo ugualmente scaldare il cuore e illuminare la notte.

Franca Ciantia