Caccia, diminuiscono i cacciatori, 3.382 in provincia di Enna

In provincia di Enna diminuiscono i cacciatori sia perché i costi sono eccessivi sia perché sono in crescendo le zone dove la caccia è vietata. Sabato 3 settembre parte la stagione venatoria, la Gazzetta Ufficiale della Regione ha pubblicato ieri il nuovo calendario della stagione . Potranno essere cacciati conigli, tortore, merli, ma sarà possibile cacciare anche il cinghiale, tra qualche mese. Sono 3.382 i cacciatori, 4,61 per cento in meno rispetto all’anno scorso. Quest’anno sarà vietato sparare lungo un raggio di 500 metri attorno al tratto ennese dell’autostrada A19 Palermo-Catania, dunque dagli svincoli di Enna a Catenanuova; oltre che nei parchi e nelle riserve. “Il problema è quasi esclusivamente per gli ennesi – dichiara Giuseppe Mazza del Circolo cacciatori ennesi – Nelle altre province i cacciatori sono più tranquilli perché a Palermo, con le Madonie, arriva al 46 per cento di territorio escluso alla caccia; Messina, grazie al Parco dei Nebrodi ha già il 34 per cento di territorio vietato; lo stesso per Catania”.
Enna arrivava a stento a escludere il 20 per cento del proprio territorio. Da qui è arrivata la decisione del dirigente della ripartizione faunistico-venatoria dell’assessorato regionale delle Risorse agricole, Filippo Guarnaccia di escludere anche il territorio attorno all’autostrada.
“E’ una scelta – dicono i cacciatori ennesi – che condividiamo. In questo modo sarà escluso il 26 per cento del territorio, rispettando la legge”. Il presidente dei cacciatori Mazza, che è anche presidente dell’associazione “Regno delle due Sicilie”, sottolinea il percorso compiuto per arrivare all’apertura della caccia, le riunioni e i confronti con le associazioni ambientalistiche all’assessorato regionale. Si comincerà, dunque, con conigli, tortore e merli, mentre per le altre specie bisogna aspettare il 18 settembre. Il circolo cacciatori si riunirà lunedì alle 19 presso la sede di corso Sicilia per fare il punto della situazione e aggiornare gli iscritti sulle norme vigenti e cercare di creare una maggiore coesione tra cacciatori. “Siamo contro l’esercizio in modo indiscriminato della caccia, siamo contro i bracconieri – conclude Mazza – se non abbiamo rispetto dell’ambiente e della natura che ci circonda, saremo sempre visti come dei carnefici e distruttori degli ambienti”.
I cacciatori, insomma, sottolineano di non volere affatto danneggiare l’ambiente, perché la caccia è uno “sport nobile, rispettoso della natura e della fauna. Le zone protette, oltre all’area dell’autostrada, sono dodici cominciare dal Parco dei Nebrodi e al Parco Minerario Floristella, alle riserve Monte Altesina, Sambuchetti-Campanito, Vallone di Piano della Corte, Lago di Pergusa, Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale, che comprende Rossomanno, Grottascura e Bellia; nell’oasi di protezione e rifugio della fauna selvatica, ad Aidone, all’invaso della diga Don Sturzo; e nelle zone cinologiche di contrada Peraniera a Calascibetta, Graffagna a Nicosia e a Troina nella zona cinologica, ricadente nell’azienda faunistico venatoria
“Scippa”.