Fiera settembre di Piazza Armerina. Anva Confesercenti sfiducia assessore Ribilotta

Piazza Armerina. “Ecco come si fa a distruggere una tradizione di oltre cinquant’anni. Decine e decine di posteggi vuoti, nessun grosso padiglione come era fino a qualche anno fa a fare da chiamo, nessun grosso automarket. Solo le solite cose che settimanalmente si trovano al mercato (altra piaga di quest’amministrazione armerina). Oramai una delle fiere più grandi e più ambite del centro Sicilia non esiste più. E’ morta” è il grido di allarme di Salvatore Cimino, responsabile locale Anva Confesercenti. “Perseverare ancora a mantenere la tradizionale fiera di settembre nell’attuale sito, in queste condizioni e con questi numeri, decentrandola dalla città, significa o essere ciechi o essere incoscienti – continua Cimino – settantaquattro posteggi assegnati a fronte di trecentoventi dell’ultima fiera di settembre svolta all’interno del perimetro urbano. Di questi, settanta non alimentari (abbigliamento e cose varie)e quattro camion dei panini, più uno stand di formaggi e salumi autorizzato non si sa con quale criterio, visto che questi articoli possono essere venduti solamente da automezzi attrezzati o in centri autorizzati”.
Una dura accusa segue da parte del rappresentante Anva Confesercenti: “Qua invece ci sarebbero state le condizioni per far intervenire l’ufficiale sanitario o i NAS a cui chi di competenza, avrebbe dovuto spiegare con quale criterio e con quale autorizzazione hanno permesso il montaggio di questa bancarella che vendeva materiale alimentare deteriorabile, al sole e in mezzo alla polvere. Semplicemente vergognoso. Vergognoso come le cifre che si pagano per avere l’autorizzazione a montare uno stand alla fiera annuale di settembre. Cifre che vanno dai 215 euro per un posteggio minimo di sette metri, fino a superare le 300 euro per un posteggio più grande, con il risultato che chi è stato fortunato, ha coperto a malapena le spese. Settantaquattro posteggi e anche qualcuno in più, si possono far montare benissimo all’interno del perimetro urbano senza creare nessun disagio alla città, che poi anche se qualche piccolo disagio potrebbe crearsi, sarebbe compensato dal benessere in termini economici e di servizio, che la città e le attività commerciali locali avrebbero in cambio, perché laddove si crea movimento, si crea economia, che in questo momento di grave recessione sarebbe ossigeno puro e questo non ci vuole la laurea in economia e commercio per capirlo, basta solo un pò di buon senso. Per non parlare poi della festa che sarebbe per i cittadini piazzesi e non, perché una fiera non è solo motivo di compere. Le fiere grandi in tutte le città, sono un momento di socializzazione e di svago, specie per quelle fasce di cittadini che per vari motivi non hanno la possibilità di uscire spesso dalle mura domestiche, se non per la solita routin quotidiana. A queste persone è stato tolto anche questo diritto”.
Non certo Cimino risparmia il primo cittadino e la sua amministrazione: “Di questo credo comunque che se ne sia reso conto anche il Sindaco Nigrelli, che dall’alto della sua onestà intellettuale, nella sua brevissima visita alla fiera si deve essere reso conto della desolazione più completa che avvolgeva il sito fieristico. Da tutto questo ne tragga le dovute conclusioni lui, ma soprattutto chi verrà dopo di lui. Le attività commerciali locali sono nel baratro, ma nonostante ciò si persevera a non fare niente per loro. Questo l’assessore Ribilotta si ostina a ignorarlo, così facendo, sta danneggiando l’economia locale più di quando non lo stiano facendo i governi regionali e nazionali. Per questo motivo come responsabile locale dell’ANVA Confesercenti, per il bene di tutte le attività commerciali di Piazza Armerina, chiedo ufficialmente le sue dimissioni da assessore alle attività produttive”.