Dai ragazzi ganesi ospiti a Pergusa uno “schiaffo” alle autorità preposte al mantenimento del decoro e della pulizia della città

Enna. Dai ragazzi ganesi ospiti a Pergusa presso l’hotel Miralago uno “schiaffo”, di quelli che lasciano il segno, alle autorità preposte al mantenimento del decoro e della pulizia della città. Dunque ancora un “caso” senza precedenti per una città in cui l’ordinaria pulizia e cura del verde, intesa come spazzamento, eliminazione delle erbacce e del fogliame, risulta impossibile e questo nonostante “il costo per il servizio dei rifiuti solidi urbani costa agli ennesi -stando a quando ci ha dichiarato qualche mese fa l’ex consigliere Gaetano La Martina- circa 4.400.000 euro”.
E scusate se è poco.
Dopo i numerosi articoli sul nostro quotidiano e i reportage dell’associazione “Altrementi” sul degrado di Enna, la quale per domenica ha promosso una iniziativa dal titolo significativo “Tu per Enna”, dove volontari proveranno a “iniziare a cambiare volto alla città, pulendo, spazzando, togliendo le erbacce e raccogliendo la spazzatura”, ecco il caso di Pergusa. A scendere in campo su viale dei Miti abbandonato a se stesso, un gruppo di giovani profughi del Gana. Ogni mattina si danno da fare di buzzo buono, muniti di ramazza, rastrelli e bidoni, ed hanno incominciato a liberare marciapiedi e aiuole attorno agli alberi da erbacce e rifiuti. Solo per via di alcune segnalazioni spontanee, di ennesi in transito che hanno colto il valore di un gesto così bello, l’iniziativa sta diventanto un “caso”. Che deve fare riflettere.

“Vogliamo renderci utili alla città che ci ospita –hanno dichiarato Richard, Billy, Daniel, Alex-. Non possiamo stare tutta la giornata coricati. Noi vogliamo lavorare. Speriamo che qualcuno accolga il nostro appello”. “Un’iniziativa di questo valore –dice Gaetano La martina-, e di quella che porterà avanti “Altrementi”, riteniamo che debba far meditare sulla loro discutibile gestione dei servizi pubblici i vertici di Sicilia Ambiente e dell’Ato rifiuti. La critica, però, oltre ai due bracci societari in liquidazione, investe anche l’Amministrazione comunale. In primis il sindaco Garofalo che, pur ripetendo che vuole “assicurare la tranquillità delle famiglie dei lavoratori, ma non la ricchezza”, assicurando quindi gli stipendi, non controlla se le attività che competono all’Ato vengono regolarmente espletate. Enna, è vero –conclude La Martina-, non subisce l’orrenda emergenza di rifiuti che attanaglia altre città, perchè la pazzatura quando meno viene ritirata. Ma offre di se nel complesso e in, fin troppi, casi particolari, una immagine sciatta e squallida. Una ferita aperta, nella vita quotidiana, che non cicatrizza perchè non è medicata, e si alimenta anche della poca chiarezza di come viengono impiegate sia le maestranze che gli impiegati”.

Giacomo Lisacchi