Sanità: Cgil, in Sicilia riforma segna il passo e diritto alla salute sempre meno fruibile

Il progetto di riforma della sanita’ “segna in Sicilia il passo e, tra tagli e mancata riorganizzazione, per i cittadini diventa sempre piu’ difficile fruire del diritto alla salute”. Lo sostiene la Cgil che ha tenuto oggi sull’argomento una conferenza stampa. “La verita’- ha detto Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil Sicilia- e’ che siamo ancora fermi al piano di rientro, mentre ci preoccupa non poco quanto confermato ieri dalla Corte dei Conti e cioe’ che la regione ha continuato a mettere un bilancio una quota di compartecipazione per la sanita’ pari al 42%, contro il 49% richiesto dalla Stato, come la Cgil da tempo sottolinea. Questo- ha specificato- potrebbe avere ricadute assai negative, in termini di mancanza di risorse, con gravi ripercussioni sui cittadini”. Ma come si propone effettivanente la sanita’ nella regione? Intanto con i superticket, di cui la Cgil chiede l’abolizione. Una richiesta al governo nazionale – e per questo si sono svolte oggi iniziative in tutta la Sicilia nell’ambito della giornata nazionale di mobilitazione per un servizio sanitario pubblico, universale e di qualita’ – ma anche al governo regionale. “Non si puo’ pensare- ha detto Elvira Morana, della segreteria regionale Cgil- di mantenere a carico dei cittadini gli oltre 29 milioni che si dovrebbero recuperare con il superticket, ma il governo regionale deve trovare un’alternativa. Anche perche’- ha aggiunto- i siciliani sono gia’ penalizzati se consideriamo che l’esenzione e’ accordata sulla base di un’Isee di 11 mila euro, laddove in Italia per i bambini sotto i 6 anni e per gli over 65 si prevede una soglia di esenzione di 36 mila euro. Fa scalpore inoltre- ha sottolineato- che ci sia stato un abbassamento rispetto alla previsione iniziale di 15 mila euro perche’ questa soglia avrebbe riguardato il 63% della cittadinanza, una percentuale che dovrebbe piuttosto fare riflettere sulle reali condizioni economiche delle famiglice siciliane”, e degli anziani che sono un milione nella regione e di questi, come ha riferito il segretario dello Spi regionale, Saverio Piccione, “180 mila non autosufficienti”. Per il resto, risulta da documenti ufficialie che “sono tre le regioni italiane –ha rilevato il segretario della Fp Cgil, Michele Palazzotto – con le peggiori condizioni per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza (Lea) e tra queste la Sicilia. E che nella nostra regione- ha proseguito- da fisco e ticket, i piu’ alti in Italia, proviene il 41% della spesa di rientro, mentre gli unici risparmi ottenuti non riguardano la riorganizzazione dei servizi, ma la farmaceutica convenzionata e i tagli al personale. Noi- ha sottolineato Palazzotto- chiediamo un rilancio del sistema sanitario regionale per avere Lea come altrove”. “La sanita’ in Sicilia -ha aggiunto Renato Costa, segretario della Cgil medici- e’ di fatto diventata inaccessibile per i cittadini, per la riduzione dei finanziamenti, i tagli al personale, l’accorpamento delle divisioni, per non avere preparato alternative sul piano assistenziale”. Costa ha rilevato come “i tempi delle liste di attesa siano di fatto raddoppiati”, aggiungendo che “gia’ da ottobre, per effetto della riduzione, che noi condividiamo, dei budget, i centri privati erogano solo prestazioni a pagamento, con ulteriori disagi per i cittadini”. Per fare fonte ai problemi su esposti la Cgil ha stilato due piattaforme in sette punti ciascuna. Una e’ rivolta al governo nazionale e ha come cardini lo stop ai tagli, l’abolizione dei superticket e livelli essenziali di assistenza uguali su tutto il territorio nazionale. L’altra riguarda la regione nei cui confronti la Cgil rivendica: piena funzionalita’ delle strutture territoriali previste dalla riforma con riguardo soprattutto ai presidi territoriali di assistenza (Pta) introdotti dalla riforma regionale, particolare attenzione alla prevenzione, la costituzione degli sportelli unici per l’integrazione socio- sanitaria e il varo di una legge organica di riforma dell’assistenza . Inoltre, l’abbattimento dei ticket, l’abolizione del superticket, la stabilizzazione dei 2.324 precari della sanita’, la presa in carico da parte del Ssr della sanita’ penitenziaria. “Anche la riduzione dei fondi alle universita’- ha osservato Giusto Scozzaro, segretario della Flc Cgil siciliana- sta avendo ripercussioni sulla sanita’, se si considera il processo di depauperamento dei docenti che si e’ innescato. Anche su questo bisogna intervenire”.