Enna. Recuperato a Lisbona vaso Lekanis, proveniente da Centuripe

Enna – Ha fatto il giro del mondo, più di 14 mila chilometri, partendo dal territorio di Centuripe in data ignota, arrivando in Australia e poi arrivato a Lisbona, in Portogallo, acquistato da un collezionista privato. Si tratta di un vaso, un Lekànis Policromo, di media grandezza, attributi al III-II secolo a.C. di sicura origine centuripina, così come lo hanno certificato gli esperti della Soprintendenza ai Beni Culturali di Enna, che probabilmente lo avranno in custodia per poi trasferirlo nella sua sede naturale, che è il museo regionale archeologico di Centuripe. Gli esperti lo reputano un reperto di notevole importanza dal punto di vista storico perché di esemplari ce ne sono pochi e si trovano in alcuni musei americani ed inglesi, è il primo che può essere studiato in quanto appartenente al territorio centuripino, ma nel contempo si tratta di un recupero importante anche dal punto di vista delle indagini a dimostrazione che l’azione del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, diretto dal capitano Marseglia, si sta facendo sempre più concreta e si riescono ad ottenere dei risultati anche a livello mondiale.

Ieri mattina presso l’auditorium “Falcone e Borsellino” del palazzo di giustizia ennese, presenti il Procuratore della Repubblica, Calogero Ferrotti, del Sostituto Francesco Rio, del comandante provinciale dei carabinieri, tenente colonnello Baldassare D’Aidone, del capitano Luca Ciabocco, del capitano Giuseppe Marseglia e della dottoressa Bonanno della Soprintendenza ai Beni Culturali, si è fatta la cronistoria di questo vaso, che clandestinamente partito da Centuripe è arrivato, non si sa come, in Australia e poi venduto,via internet per cinquemila euro, è approdato a Lisbona presso un collezionista privato. Proprio la vendita via internet ha consentito, nel 2009, di aprire le indagini da parte della Procura della Repubblica ennese,attraverso il Sostituto Marcello Cozzolino, e poi seguita dall’attuale Sostituto, Francesco Rio, che assieme a due carabinieri del Nucleo di Tutele del patrimonio Culturale, si è recato a Lisbona e con la collaborazione della polizia giudiziaria portoghese ha incontrato il collezionista,che ha collaborato in maniera totale, restituendo il vaso, che così è potuto tornare nella sua terra di origine.


“Non c’è dubbio che la collaborazione con la polizia portoghese ha agevolato molto il nostro lavoro – ha dichiarato il dottor Francesco Rio – il vaso c’è stato restituito,chiudendo indagini che erano partite da Enna nel 2009 e che si sono concluse qualche giorno fa, apprendendo che lo stesso era stato acquistato in un’asta privata”. Soddisfatto il capitano Giuseppe Marseglia, che di reperti importanti all’estero clandestinamente, ne ha recuperato veramente tanti. “Non c’è dubbio che la nostra attività è diventata globale – ha dichiarato il responsabile del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale – e c’è una collaborazione a tutto campo da parte di tutti i paesi nel recupero delle opere d’arte, trafugate clandestinamente. Il recupero di questo vaso è la riprova che il nostro lavoro sta dando risultati eccellenti”.

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redazione-vivienna