Piazza Armerina. Sindaco e sfiducia (copia integrale): ancora un giro di poker

Piazza Armerina. Quanto era bravo a scrivere ed a sputare veleno e sentenze il professore Nigrelli dalle faziose pagine del suo sito Piazza Grande. Chi semina vento raccoglie tempesta. I suoi post erano un concentrato di acidità e di invidiosa acredine e livore. Per lui era facile fare il professore e come un piccolo ed insignificante diavolo (dal termine greco diaballo, calunniatore e accusatore, che ha come caratteristica dominante la capacità di mescolare verità e menzogna per confondere il prossimo e per creare divisioni e spaccature) interveniva a gamba tesa nel dibattito politico della Città in preda ad acuti deliri di onniscienza e probabilmente tormentato da una irrefrenabile invidia. Mai avrebbe immaginato il professore Nigrelli che le porcherie che scriveva sul suo sito gli si sarebbero rivoltate contro, descrivendo nei particolari esattamente la situazione che lui adesso si sta apprendendo a vivere. Basterà ai lettori leggere il post del 7 luglio 2007, cambiare opportunamente i nomi dei soggetti protagonisti e… voilà! Il gioco è fatto! Nigrelli sembra descrivere sé stesso. Come dice il vecchio detto, non sputare in cielo, che in faccia ti torna!

Traballa la sedia di Nigrelli
Il 2012 si apre con il migliore degli auspici per il popolo piazzese: l’opposizione al sindaco Nigrelli si è decisa a presentare la tanto paventata mozione di sfiducia il presidente del Consiglio, minoritario e di parte, sarà costretto a convocare la seduta per discuterla e votarla.
C’è chi gioisce, chi ostenta sicurezza e chi invece è terrorizzato da ciò che potrebbe scatenarsi all’improvviso. Una mozione di sfiducia sconvolge la normalità della politica ed innesca meccanismi difficilmente controllabili.
Sulla carta i consiglieri comunali votanti la sfiducia dovrebbero fermarsi a dodici, insufficienti a mandare a casa il sindaco. Ma in aula tutto potrebbe succedere e gli equilibri potrebbero clamorosamente sconvolgersi al termine del dibattito.
Nigrelli non dormirà in questi giorni sonni tranquilli; finalmente la sua inefficienza e la sua approssimazione amministrativa saranno portate alla sbarra e lui sarà chiamato personalmente a rispondere di tre anni di disastrosa gestione della Cosa pubblica.
Una bocciatura senza appelli firmata da nove consiglieri comunali, ma che idealmente viene sottoscritta da migliaia di cittadini, stanchi del degrado in cui è stata trascinata la Città.
È opportuno ed imprescindibile provare a disarcionare un condottiero confuso, etereo e lontano dalle reali problematiche della collettività che rappresenta.
Nigrelli si è caratterizzato in questi anni per la sua arroganza, per l’assoluta mancanza di dialogo con l’organo supremo di controllo che è il Consiglio comunale, per una incolmabile distanza con i cittadini, per la sua puzza sotto il naso che gli ha impedito finanche di percepire i nauseabondi miasmi che provengono dalla sua giunta.
Non ne ha azzeccata una, il sindaco radical chic. Dei suoi melensi discorsi snocciolati durante la campagna elettorale del 2008 tutto è stato disatteso.
Solo una promessa Nigrelli ha mantenuto: la trasparenza.
La sua azione politica ed amministrativa è così inconsistente e così approssimativa che certamente egli passerà alla storia di Piazza Armerina come il sindaco trasparente, che non lascia alcuna traccia di sé.
Adesso la parola passa ai consiglieri comunali ed alla loro coscienza, con la speranza che il canto delle sirene non incanti qualche sciagurato naufrago della politica piazzese.
I venti consiglieri comunali (anche quelli che ostinatamente continuano ad appoggiare l’amministrazione Nigrelli) dovrebbero riflettere e ripercorrere con la mente cosa sono stati questi tre anni e mezzo di legislatura e quali danni ha provocato alla Città.
La speranza è che a prevalere siano la trasparenza (questa volta intesa come linearità e chiarezza), l’onestà intellettuale e l’amore per Piazza Armerina.
Se così fosse, Nigrelli sarebbe spacciato.

Mauro Farina

La sfiducia a un sindaco eletto direttamente dai cittadini è atto di grande responsabilità ed è un atto squisitamente politico che parte dalla valutazione negativa (per la città, non per le sorti dei singoli politici) dell’attività amministrativa del sindaco e della sua giunta. Non si tratta quindi di un atto di ordinaria amministrazione o di un atto dovuto.
Il testo della mozione protocollata:

Mozione di sfiducia al Sindaco ai sensi dell’art. 10 della L.R. 35/1997, come sostituito dall’art. 2 della L.R. 25/2000.
Nel corso di oltre tre anni e mezzo di gestione del Comune da parte del Sindaco Fausto Carmelo Nigrelli e della sua Giunta sono stati inferti gravi danni all’organizzazione dell’ente, alla sua stabilità economica e all’efficacia dei servizi prestati ai cittadini. E’ evidente il grado d’insoddisfazione dei cittadini, delle categorie economiche e delle parti sociali che coinvolge le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale, che sono pertanto addivenute alla decisione di operare per il bene della comunità di censurare l’operato della Giunta di governo ricorrendo alla mozione di sfiducia per restituire al più presto la parola agli elettori. La perdita di fiducia nei confronti del Sindaco si è evidenziata in seno al Consiglio comunale con una netta prevalenza dei consiglieri ormai organicamente schierati tra i ranghi dell’opposizione tra cui figurano esponenti della sua stessa parte politica che avevano sottoscritto il suo programma elettorale. Un dissenso radicale che riguarda tutte le materie di pertinenza della vita amministrativa, dall’erogazione dei servizi sociali, alle politiche dello sviluppo economico, alla regolamentazione della viabilità e del traffico, fino alla gestione del personale e delle finanze dell’ente. In questi anni abbiamo assistito a una lenta e inesorabile decadenza della qualità della vita dei cittadini, alla vanificazione delle prospettive di crescita della comunità, alla continua perdita di posti di lavoro e alle inesistenti speranze di occupazione dei giovani. La Città ha perso importanti istituzioni come la Facoltà universitaria di Scienze della formazione degli operatori turistici, l’Esattoria Montepaschi Serit, e in ambito sanitario il Poliambulatorio ex Inam, il reparto di Ostetricia, la Guardia medica turistica; mentre sta per chiudere la Casa di Ospitalità San Giuseppe, afflitta da un consistente debito e da carenze gestionali.
Il Sindaco ha mostrato di non saper accogliere gli atti d’indirizzo provenienti dal Consiglio comunale e in più occasioni ne ha disatteso i deliberati e le indicazioni, sempre adottati con larga maggioranza, anche su questioni di rilevante importanza come avvenuto nel caso della richiesta di differimento dell’avvio della tassazione dei parcheggi e per il trasferimento del mercato settimanale in piazza Falcone e Borsellino. La compagine di Giunta ha ripetutamente invaso le specifiche competenze dell’organo consiliare nel campo del commercio su aree pubbliche e su rilevanti questioni di programmazione.
Intere parti del programma del Sindaco sono rimaste non attuate o peggio sono state stravolte.
Gli impegni elettorali, che avevano precise scadenze di realizzazione, sono state differite fino rendere improbabile che esse possano essere realizzate nell’ambito del tempo di mandato.
Per l’area artigianale che avrebbe dovuto essere realizzata entro pochi mesi si è ancora in attesa della realizzazione delle opere infrastrutturali, mentre ancora è in corso la procedura per la prenotazione dei lotti da parte delle imprese interessate. Il finanziamento ottenuto è insufficiente ad assicurare la piena funzionalità della struttura e le centinaia di posti di lavoro promessi si sono rivelati solo una promessa senza risultato.
Il mercato settimanale, nonostante l’atto d’indirizzo votato dall’aula per il suo trasferimento in piazza Falcone e Borsellino, rimane senza ragione confinato nel sito provvisorio di piano Sant’Ippolito con gravi carenze per le aree di posteggio, intere parti di esso sono state abbandonate dagli operatori commerciali con grande disagio per i consumatori.
Provvedimenti di circolazione stradale sono stati adottati dalla Giunta, senza tener conto della necessità di revisione del Piano urbano del traffico, a oltre dieci anni dalla sua elaborazione. I parcheggi, compresi quelli a pagamento, sono stati definiti in difformità dal Put e senza che al Consiglio comunale, competente per le materie di programmazione, fosse stato sottoposto il relativo Regolamento.
Carente è stato il controllo dell’amministrazione sull’esecuzione dei lavori di ripristino della pavimentazione stradale interessata dai lavori di rifacimento della rete idrica, con gravi danni all’immagine della Città e alla sicurezza dei pedoni.
Il verde pubblico è stato trascurato, i giardini comunali sono in stato di degrado, i parchi gioco sono spesso privi di manutenzione e su quelli affidati a privati l’amministrazione non vigila opportunamente. Il programma del Sindaco prevedeva l’installazione di dieci parchi gioco dislocati nei quartieri. Non solo non si sono fatti, ma sono stati lasciati in colpevole abbandono quelli esistenti. Anche l’esecuzione di progettualità già finanziate e rinvenienti dalla precedente amministrazione sono state eseguite stravolgendone le previsioni d’uso, la progettazione tecnica e i materiali da impiegare: è il caso del progetto denominato “Il Gioco della Storia” e dell’altro progetto denominato “La Casa della Cultura” che entrambi hanno subito gravi mutilazioni mai autorizzate dal Consiglio comunale.
Nel suo programma il Sindaco aveva preannunciato tempi celeri per la fine delle operazioni di restauro della Villa Romana del Casale, addirittura il 2009 doveva essere la data dell’inaugurazione del monumento restaurato. Invece i tempi si sono allungati senza che l’Amministrazione abbia tentato di svolgere un’efficace opera di coordinamento tra gli enti interessati. Tale distacco ha inoltre causato l’acquisizione da parte della Provincia di Enna delle aree destinate a parcheggio e area commerciale. Un grave danno per la comunità di Piazza Armerina che si vede così privata di alcuni elementi strategici per la fruizione del maggiore monumento della Romanità in Sicilia. In proposito va ricordato lo scontro con il Consiglio comunale sull’intenzione espressa dal Sindaco Nigrelli di attuare un biglietto unico di ingresso tra la Villa romana del Tellaro di Noto e la Villa romana del Casale di Piazza Armerina: in quella circostanza si verificò uno scontro frontale del Consiglio comunale con il sindaco e la sua Giunta, durante il quale molti consiglieri appartenenti allo schieramento del Sindaco presero nettamente le distanze dallo stesso.
Un’altra area strategica di enorme rilievo per gli usi pubblici della comunità è l’Area ex Siace, in atto destinata dal Piano regolatore generale ad Area intercomunale di Protezione civile. In seguito alla definitiva pronuncia della Corte di Cassazione, l’amministrazione avrebbe dovuto provvedere alla riassunzione della Causa davanti alla Corte d’Appello di Catania, adempimento colpevolmente taciuto al consiglio comunale e di cui si sconosce l’esito.
L’amministrazione si era impegnata a favorire nuovi posti di lavoro nelle attività turistiche e nell’attività manifatturiera. Nel campo del turismo la crisi del settore è gravissima e non si è fatto nulla per contrastarla, in attesa della fine dei restauri della Villa romana del Casale, che slitta ormai di mese in mese. L’arrivo della Dea di Morgantina, salutato come l’inizio di nuova era del turismo per le Città di Piazza Armerina e Aidone, si sta spegnendo senza aver sortito alcun apprezzabile risultato. Nell’attività manifatturiera non si è registrato alcuno sforzo di incrementarla o di costituire nuove imprese. Nel campo del settore terziario il commercio è stato penalizzato da continue fiere e mercati con operatori estemporanei e di altre realtà economiche che hanno impoverito le imprese locali fino a farne chiudere un numero rilevantissimo. Intere vie sono svuotate di negozi e altri ne hanno annunciato la chiusura a breve.
Il sindaco aveva assicurato che:
“Azioni mirate alla strutturazione dell’offerta turistica saranno affiancate da azioni volte a creare le condizioni per incentivare gli investimenti privati nei settori produttivi (turistico, manifatturiero e dell’artigianato, dei servizi) che potranno essere sotto forma di vantaggi fiscali agli investitori o di attività di sostegno in particolare alle attività di servizio al turista (bar, ristoranti, b&b, attività commerciali nel centro storico) ovvero sotto forma di: acquisto di immobili nel centro storico con comodato d’uso gratuito a favore di chi avvii attività commerciali ed artigianali; eliminazione dell’ICI sugli immobili destinati ad attività commerciali; eliminazione della TOSAP sulle attività commerciali e artigianali”.

Non risulta che nessuno degli impegni assunti sia stato realizzato. Anzi con l’accisa sull’energia elettrica applicata con delibera di Giunta ai contribuenti, nonostante il diniego espresso con regolare votazione dal Consiglio comunale, oltre che le famiglie sono state penalizzate tutte le attività produttive e in particolare gli alberghi, i ristoranti, le officine. Nessun comodato d’uso è stato attuato nel centro storico, se non con il solito criterio del “favore”. La Tosap ha semmai subito un aggravio per i costi indiretti che il nuovo regolamento adottato su proposta della Giunta comporta per gli operatori in termini di pratiche burocratiche e progettuali. Altro che eliminazione!
La Giunta aveva proposto anche un’addizionale Irpef poi annullata per l’illegittimità dell’atto con provvedimento ministeriale.

Nel campo della cultura e dell’arte il Sindaco si era impegnato: ”Non meno importanti e, quindi, oggetto di specifiche politiche di attenzione e sostegno saranno le attività culturali e artistiche, nella convinzione che la cultura costituisce oggi, più che in passato, non solo un elemento fondamentale per garantire la qualità della vita dei cittadini, ma un elemento sostanziale delle politiche di sviluppo legate al tempo libero. La promozione delle attività culturali e la valorizzazione delle personalità che  vivono e operano nel nostro territorio riguarderà ogni forma di cultura, dalla più elevata alla più popolare e sarà mirata al massimo coinvolgimento di cittadini di ogni fascia d’età e di ogni ceto sociale, con forti interazioni con il sistema scolastico e con il determinante contributo delle associazioni, a partire da quelle che hanno consolidato nel tempo un ruolo in città, fino a quelle di più recente istituzione. Sarà avviata una politica di eventi di diversa rilevanza con l’obiettivo di offrire a cittadini e turisti ulteriori occasioni di attività sociale e permanenza in città (mostre, rassegne, festival, ecc.) e con conseguenti favorevoli ricadute sul piano economico. Tali eventi coinvolgeranno anche gli artisti che operano già nel territorio e potranno concorrere a fare di Piazza un luogo centrale nella geografia di alcune forme artistiche la cui rilevanza economica è ormai assodata in Italia, come la musica e le arti visive”.
Mai il panorama della promozione dell’arte, della cultura e dello spettacolo è stato più povero nella Città di Piazza Armerina, come negli ultimi tre anni. Eccezion fatta per l’élitaria, costosa e per certi versi interessata, Piazza Jazz, lo spettacolo gratuito nelle rassegne estive è stato ridotto ai minimi termini, il teatro ha subìto un drastico ridimensionamento, perfino le iniziative delle scuole pubbliche e delle scuole private di danza, sono state confinate all’interno dei loro bacini e non sono diventate occasione di spettacolo per l’intera Città, come era stato nel passato. Le manifestazioni di livello popolare sono state praticamente annullate. Il cinema a Teatro Garibaldi ha assunto uno stile da “cassetta”. La musica classica è scomparsa da ogni programmazione. Gli spettacoli a pagamento sono stati sempre un completo fallimento. Di mostre, poi, se ne ricordano poche, di scarno interesse culturale, spesso connotate da precisi risvolti politici, sempre cari al primo cittadino e spesso destinate al sostentamento degli artisti “di casa”.  Della centralità culturale di Piazza Armerina nell’Isola si sono accorti in pochi.

Lontano, assente, disinteressato, è stato il Sindaco nelle rilevanti questioni della Strada provinciale n. 4, e dell’Ospedale “Chiello”.
Per la strada provinciale n. 4, non s’intravede speranza di ottenere una soluzione a breve, per l’Ospedale è mancata un’incisiva azione di coordinamento in seno all’assemblea dei sindaci, con il governo della Regione l’azione di difesa da parte del primo cittadino è stata tiepida e rassegnataria, non si è riusciti nell’intento di difendere un’eccellente struttura al servizio di un vasto bacino d’utenza, mentre tutta la situazione della sanità pubblica del nostro circondario è nella fase di un’esasperante e lenta agonia. Mentre si continua ad assitere alla squallida passerella di notizie manipolate e non vere, l’Ospedale di piazza Armerina si spegne lentamente come un paziente in coma in attesa di esalare l’ultimo respiro, e tutto ciò non solo supportato dal disinteresse che circonda la nostra struttura ma da dati economici che diventano ogni giorno di pù deficitari ed insostenibili. Centinaia di anni di lavoro e sacrifici persi per la mancanza di determinazione del Sindaco e del suo assessore al ramo. A parte i tiepidi tentativi di salvare il salvabile, quale è stata la proposta alternativa, perseguibile e realizzabile da parte del Sindaco? Nessuna! Oltre al danno della perdita della nostra struttura ospedaliera, con i relativi servizi sanitari si è aggiunta la beffa di avere dimostrato la incapacità di elaborare una proposta credibile, come ad esempio la permanenza di un servizio di pronto soccorso h24 con i relativi reparti di supporto come la radiognostica e il laboratorio analisi, e la creazione di due o tre unità operative di alta specialità che catalizzassero sulla nostra Città l’interesse di tutto un territorio. Perseverando sull’insostenibile richiesta dell’apertura del reparto di Ostetricia e Ginecologia, già chiuso per decreto, siamo rimasti schiacciati tra Enna, Gela, Caltagirone, senza alcuna possibilità di sopravvivenza. I servizi sanitari territoriali, invece di essere potenziati sono ormai quasi azzerati senza alcuna resistenza da parte del Sindaco che è autorità sanitaria locale e siede in Conferenza dei Sindaci per valutare e programmare il servizio in tutta la Provincia. L’integrazione socio-sanitaria non ha sortito alcun concreto risultato.

In tema di servizi sociali il Sindaco ha spesso vantato la sua azione come migliorativa di quelli esistenti e innovativa rispetto alle forme dell’offerta. In realtà ha disatteso il suo stesso programma che prevedeva la riorganizzazione dei servizi con nuove modalità di affidamento, avrebbe dovuto realizzare economie di gestione per scongiurare tagli che si sono resi necessari per far fronte alle maggiori spese derivanti dalla mancata attuazione del programma. Frattanto sono state mortificate le associazioni di volontariato delle famiglie dei portatori di disabilità, le prestazioni economiche dei lavoratori del reddito minimo sono state spesso sospese, con grave disagio per le loro famiglie.
Nell’ambito della raccolta dei rifiuti il Sindaco si era impegnato a promuovere la differenziata e forme di modernizzazione del servizio. Invece abbiamo dovuto prendere atto che nell’ambito dell’Ato rifiuti la nostra Città è tra le più penalizzate per scarsa qualità del servizio, per la mancanza di sicurezza degli operai, per la soppressione della raccolta domenicale e festiva, per il pessimo servizio di spazzamento delle vie dei quartieri, per il degrado numerico, della pulizia e dell’efficienza dei contenitori.
In tema di risorse idriche la Città ha fruito dei recuperi delle perdite conseguenti al rifacimento di larghi tratti della rete più obsoleta, tuttavia ai recuperi delle perdite, all’annullamento delle morosità per la brutale politica dei distacchi messa in campo da AcquaEnna e al recupero degli allacciamenti abusivi, non ha fatto sèguito l’ovvia e necessaria revisione a ribasso delle tariffe. Si tratta d’ingenti risorse economiche che si sono trasformate in maggior reddito per l’impresa concessionaria. Inerte è stata l’azione dell’Amministrazione Nigrelli sulla questione relativa ai prelievi dai pozzi di risorse idriche destinate a comuni fuori dall’Ambito di Enna e per le quali devono essere liquidate le relative royalties, con grave danno per l’erario.
Nonostante i rilevanti investimenti disposti dal Consiglio comunale, la condizione delle strade è ancora in pessimo stato di manutenzione; l’arroganza con cui l’apparato comunale si muove è dimostrata dalla lentezza con cui i provvedimenti di manutenzione straordinaria sono portati a compimento. Duranti i lavori di rifacimento funzione della via Ex fermata Autobus, per mesi, gli automobilisti sono stati costretti a lunghe file dall’improvvida chiusura di quel canale di comunicazione, strategico per la viabilità del centro, mentre per settimane i lavori erano sospesi o rallentati all’esasperazione. Più grave la chiusura dello svincolo Piazza Armerina sud, motivato dall’esecuzione dei lavori di canalizzazione delle acque bianche, che avrebbe potuto essere compartimentata per evitare il gravissimo disagio inferto a cittadini e turisti.
Se il sindaco si era espresso nel suo programma elettorale affermando che: “Sarà costruito un sistema di offerta di beni che, aggiungendosi ai mosaici e collocandosi all’interno del centro storico – secondo gioiello del territorio di Piazza – rappresenti la motivazione che possa portare al superamento del modello del turismo di passaggio”; la realtà sotto gli occhi di tutti è invece lontana da quelle previsioni. Anche il Simpa, Sistema dei musei, è tuttora fermo all’istituzione della Pinacoteca comunale, realizzata fuori tempo massimo, mentre tutte le altre strutture erano già esistenti e funzionali. Restano al palo il Museo della Città e del territorio, per il quale questa amministrazione ha lavorato poco, il Museo Diocesano, il Museo del Palio dei Normanni, annunciati dal Sindaco con grande enfasi e ancora del tutto inattuati.
Scriveva il sindaco nel suo programma: “Al tempo stesso la città dovrà organizzarsi per l’accoglienza potenziando i servizi pubblici di informazione al turista, con la ulteriore qualificazione professionale del personale che dovrà gestire tali servizi, con alcune azioni di formazione volte agli operatori privati (titolari e lavoratori di bar, ristoranti, attività commerciali).
Non solo non risulta che il Comune abbia potenziato i suoi servizi di informazione al turista, ma è mancata ogni forma di collaborazione con i servizi offerti da privati i quali hanno dovuto sopperire a gravi carenze sobbarcandosene i costi per intero. Nel campo della qualificazione del personale l’amministrazione si è limitata a varare un regolamento per i pubblici esercizi che richiede maggiore qualificazione, ad esempio nel campo delle lingue straniere, ma ne trasferisce l’onere esclusivamente sulle imprese.
Per coprire il vuoto delle sue realizzazioni il Sindaco ha utilizzato le sue relazioni annuali per costruire il libro delle favole: invece di resocontare sulle opere realizzate, sono state annunciate opere faraoniche che non troveranno mai realizzazione, allo scopo di alzare una cortina fumogena e per rinviare il giudizio negativo che una amministrazione, povera di idee e carente di risultati, suscita ogni giorno nei cittadini e nel civico Consesso. Nei due documenti sinora prodotti, il Sindaco usa intere sequenze al futuro e poche al passato. Egli crede che il suo mandato travalichi i cinque anni che la legge gli assegna e si proietta ben oltre: più volte ha affermato che la Città vedrà benefici dalla sua sterile azione non prima di quindici anni. Nel frattempo i giovani lasciano le loro famiglie per andare a cercare lavoro altrove e le attività economiche di Piazza Armerina languono o chiudono i battenti. I conti del comune, dopo anni di floridezza e di equilibrio, sono ormai al profondo rosso e si rischia il dissesto economico finanziario. Dagli anni in cui si attuava il “Bilancio sociale” siamo tornati ai conti della serva. Poca trasparenza, manovre discutibili, nessuna programmazione. Nel campo della spesa l’amministrazione comunale è diventata un’idrovora che sta prosciugando ogni risorsa e la Giunta richiede continui aumenti delle entrate vessando i cittadini. Le famiglie non riescono più a sostenere la raffica di tasse loro applicate dal comune: tassa sui parcheggi, tassa sulla fiera zootecnica, asilo nido, strutture sportive, spettacoli a pagamento e rassegna jazz, addizionale irpef, energia elettrica.
Significative ammissioni del fallimento dell’azione politico-programmatica della Giunta sono contenute nella relazione annuale del Sindaco, in cui lo stesso primo cittadino “confessa le sue gravi debolezze nel settore delle strutture sportive, del recupero delle periferie, della permanenza dell’Università, nella gestione delle società di ambito, nel verde pubblico, e sulla questione dell’Ospedale. Questioni non di secondaria importanza per le quali il Sindaco sembra scusarsi con il Consiglio comunale per le sue insufficienze e sembra chiedere scusa del danno arrecato alla Città.
Considerato quindi che, da quanto precede, emerge con chiarezza che il Sindaco ha violato ampiamente il “patto” sottoscritto con gli elettori; che il Sindaco e la sua Amministrazione, proprio per l’incapacità di prendere coscienza dei reali interessi e bisogni della Comunità amministrata, si sono visti negare ripetutamente il sostegno del Consiglio comunale e, in particolare, di quella maggioranza determinata dal consenso elettorale dei cittadini; che il Sindaco si è reso responsabile di un rapporto di indifferenza per il ruolo e l’azione di questo Consiglio, formato dai rappresentati del popolo di Piazza Armerina democraticamente eletti e investiti dei poteri di controllo, di analisi, e di programmazione progettuale, che il Sindaco ha disatteso il suo programma elettorale, i consiglieri chiedono che si discuta e si approvi la Mozione di sfiducia al Sindaco Ing. Prof. Fausto Carmelo Nigrelli, ai sensi dell’art. 10 della L.R. 35/1997, come sostituito dall’art. 2 della L.R. 25/2000, che stabilisce, al comma 1°, che “Il Sindaco, il presidente della provincia e le rispettive giunte cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale dal 65 per cento dei consiglieri assegnati”.