“La Dea di Morgantina” di…stretto, anzi di…strettissimo

Primi passi del distretto turistico “La Dea di Morgantina” di…stretto, anzi di…strettissimo e per questa motivazione agile come un cerbiatto.
Solamente sei i comuni partecipanti, la componente pubblica in possesso del 51% delle quote della neo società consortile, costituita per la gestione del distretto, il 49% tutto privato: consorzi, associazioni, cooperative, imprenditori agricoli, artigiani, commercianti, addetti al settore turistico. Un impianto che temerariamente si potrebbe definire perfetto, in tempi di recessione e di circostanze territoriali da brivido. É il distretto dell’entroterra siculo, nasce ancorato ad una Dea senza nome, una ex Venere dal fluttuante panneggio che ha attraversato due volte l’oceano, portatrice del sogno di rinascita di una piccola e fiera comunità: quella degli antichi Morgeti, oggi Aidonesi.
L’ultimo respiro di un territorio destinato alla sparizione?
Lo pensano i “distretto-scettici”, quella buona percentuale di disfattisti che popola la nostra terra e che si sente perennemente investita della missione di svilire i buoni propositi dell’esercito dei volenterosi. Infinite le attese. Per troppo tempo la parola “riscatto” é stata il leitmotiv di convegni, di incontri politici e di conviviali di club service, una meta irraggiungibile, agita con ansia da prestazione, senza un adeguato programma a sostegno.

Finalmente il territorio é dotato di uno strumento solido, ma tutto da sperimentare.
Il Distretto, come primo obiettivo dovrà eliminare i luoghi comuni che da sempre connotano le sei città ed avviarle ad un processo di qualificazione dell’offerta turistica urbana e rurale.

All’interno del distretto due realtà turistiche trainanti, dal respiro internazionale: Caltagirone, non-solo-ceramiche, insignita di recente del premio”Pomme d’or” (mela d’oro) assegnato dalla FIJET (Federazione Internazionale giornalisti e scrittori del turismo) e Piazza Armerina, non-solo-mosaici, prossima alla riapertura della restaurata Villa del Casale, entrambe patrimonio dell’Unesco.
Aidone, non-solo-museo, piccola, pulita, pennellate di giallo sulle pietre delle case, panorami mozza-fiato; Enna, non-solo-architetture normanne, inconsapevole titolare del grande mito di Cerere, affacciata su uno spettacolare “mare di terra”, bloccata dalla nostalgia di un passato denso di cultura; Centuripe, non-solo-museo e “tanagrine”, orograficamente a forma di stella a cinque lombi o di rondine in volo, integra nel suo assetto architettonico medioevale; Leonforte, non-solo-Granfonte, con la splendida riserva naturale dell’Altesina e la diga Nicoletti sito ideale per gli sport acquatici.

Questo il parterre del Distretto e, da questo momento, via al marchio di qualità, via ad una più appropriata comunicazione mediale e cartacea dell’offerta turistica, alla calendarizzazione degli eventi culturali, alle sponsorizzazioni, alla creazione di “zone a burocrazia-zero”, alla sottoscrizione di contratti di rete tra imprese, alla realizzazione, insomma, di quel fantomatico SISTEMA territoriale rivelatosi, in altre zone, l’unica strategia da adottare per rispondere alle istanze di un mercato globale.

Le aziende che hanno aderito al Distretto, oltre a beneficiare dei numerosi sgravi fiscali contenuti nel DL n.70 del 2011, avranno una priorità nella realizzazione di piani di presidio e di sicurezza del territorio, nell’accesso al credito, negli investimenti e nelle relazioni con la P.A.
Il Consiglio di Amministrazione del Distretto, presieduto da Giuseppe Monaco, attuale Presidente della Provincia Regionale di Enna, ha privilegiato la strada della trasparenza e dell’efficacia, nella consapevolezza di avere dinanzi a sé un’agenda complessa e tutta in salita. Il momento storico é traducibile in un “acchianamu carusi” che il carro é pronto!


Nietta Bruno

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redazione-vivienna