Ad Enna lo Stato, pur avendo propri stabili vuoti paga canoni “salati”

Enna. Sono circa 300mila gli euro che l’Agenzia delle entrate e l’Archivio dello Stato pagano di canone facendo felici i proprietari degli stabili. E il Centro studi “Sen. Antonio Romano” pone il problema “se è giusto che vadano spesi così tanti soldi per locazioni in un momento di grave crisi generale, quando invece si potrebbero utilizzare tanti edifici pubblici chiusi”.
“Spendere oltre mezzo miliardo di lire – tuona il presidente Mario Orlando – è una assurdità e uno scandalo, anche perché ad Enna di edifici pubblici vuoti e abbandonati ce ne sono diversi”. In una lettera, la dirigente dell’ufficio risorse materiali dell’agenzia delle Entrate, il 14 settembre 2009 chiede alla Regione, alla Provincia e all’amministrazione comunale di Enna “la disponibilità di immobili idonei a soddisfare le esigenze logistico-funzionali dell’ufficio ennese”.
A rispondere alla richiesta è l’ex dirigente tecnico del comune, ing. Salvatore Alberti, il quale comunica che l’amministrazione comunale non ha “la disponibilità di locali da destinare a uffici”. Aggiunge però che ci sono immobili da adibire a tale uso. Nella lettera sono elencati l’ex Palazzo delle Finanze di viale Diaz, l’ex Banca d’Italia di piazza Garibaldi, l’ex Ospedale di via Trieste, l’ex Sip di via Piave, gli ex Locali Demaniali di via Colombaia e l’ex Conservatoria Registri Immobiliari di via S. Agata.
Orlando osserva anche che i locali dell’agenzia delle entrate “non sono conformi a quanto richiesto dalle vigenti leggi perché – puntualizza – la loro destinazione d’uso è per uffici privati”. Quindi esibisce un’altra lettera nella quale l’Ufficio tecnico del Comune intima al proprietario “il rispetto della destinazione d’uso – uffici privati – di cui alla concessione edilizia”. “Nel capitolo degli sperperi degli affitti – spiega ancora Orlando – rientra pure l’Archivio dello Stato, anch’esso trasferito in un edificio privato periferico e realizzato in zona artigiana per il quale il Consiglio comunale concesse in deroga il cambio di destinazione d’uso. Con tutto il rispetto, io ritengo che l’Archivio di Stato è figlio della stessa logica dell’agenzia delle Entrate. Anche qui si violerebbero le norme vigenti in materia di destinazione urbanistica”.
“Mentre il presidente Monti – conclude Orlando – chiede rigore e sobrietà, mentre si chiedono sacrifici ai contribuenti ed è drammatica la condizione in cui versano migliaia di famiglie, questi non trovano di meglio che affittarsi locali, lasciando abbandonati quelli pubblici. Ecco perché mi rivolgerò direttamente al presidente del Consiglio per chiedere spiegazioni su esborsi così rilevanti, quanto inopportuni, tanto più dopo che il Comune di Enna ha segnalato diversi edifici pubblici vuoti lasciati a marcire”.

Giacomo Lisacchi