Paventata soppressione Tribunale Nicosia, grande partecipazione allo sciopero generale

Nicosia. L’adesione allo sciopero generale per protestare contro la chiusura del tribunale è stata ieri, oltre ogni aspettativa. E’ stata probabilmente la manifestazione più partecipata della storia di Nicosia, città che non ama la piazza e la protesta eclatante. Eppure ieri dalle 9 alle 13 tutto di è fermato. Saracinesche abbassate con sopra i cartelli “Chiudo per dire no alla chiusura del tribunale”, tutte le associazioni di categoria presenti con striscioni, vessilli cartelli, le scuole, i circoli, le associazioni, gli agricoltori con i trattori. Perfino le confraternite religiose che partecipano solo a processioni e riti religiosi hanno partecipato e sfilato con la gente di Nicosia. Il collegio provinciale dei Geometri è sceso in piazza con i baschetti da lavoro, gli avvocati con le toghe, gli studenti con le magliette da loro stessi disegnate “No alla chiusura del tribunale”. In una parola ieri in piazza c’era la gente, di tutte le età e fasce sociali. Almeno 4 mila persone al corteo secondo la polizia, circa 7 mila secondo gli organizzatori, ma comunque è un successo se si considera che si prevedevano 800, al massimo mille partecipanti. Un segno positivo che arriva da una città che finalmente si scuote, forse perché ormai stanca di subire uno scippo dietro l’altro. Nicosia negli ultimi 20 anni ha perduto uffici e servizi, ha visto ridurre il ruolo di fulcro dell’area Nord della provincia, per la quale questa piccola città è stata una sorta di capoluogo. Perdere il tribunale però sarebbe la catastrofe perché sarebbe la perdita di un diritto che qui è ritenuto inalienabile: quello alla legalità ed alla sicurezza. Due principi sui quali si basa anche l’economia della città che vive anche grazie alla presenza di tanti presidi istituzionali. La gente ora comincia ad avere paura di perdere anche questo riferimento. Il corteo che si è radunato in piazza Garibaldi si è snodato nel centro storico percorrendo via Fratelli Testa per raggiungere piazza San Francesco, poi la sosta davanti al tribunale con la banda che ha suonato l’Inno di Mameli. È stato un momento forte e molti dei presenti erano visibilmente commossi e anche avvocati “con il pelo sullo stomaco”, hanno tirato fuori il fazzoletto. La manifestazione ha raggiunto comunque un obiettivo importante: la popolazione ha manifestato la propria contrarietà a decisioni che se da un lato faranno risparmiare lo Stato, dall’altro riverseranno i costi sulla gente. Per tantissime persone la giustizia diverrà inaccessibile e troppo costosa, se si pensa ad anziani, indigenti, lavoratori licenziati e disoccupati da anni, per i quali raggiungere il tribunale di Enna diverrebbe difficile e troppo oneroso. D’altronde anche il capo dipartimento del ministero Birritteri in audizione in Commissione ha dichiarato che il suo compito non prevede la valutazione del costo e del disagio che deriverà ai cittadini dalla soppressione del tribunale. Il cittadino, però ieri ha dimostrato di non essere d’accordo.

Piazza gremita anche per la seconda parte della manifestazione contro la chiusura del tribunale, quando sul palco si sono avvicendati i politici, gli amministratori, gli avvocati e Maurizio De Tilla, presidente nazionale dell’Oua, che entusiasmato la piazza con un discorso politico ma diretto al cuore della gente, nel quale ha richiamato fortemente i sindaci ed parlamentari a ricordare che il loro ruolo è quello di rappresentare la gente e che se sono a ricoprire una determinata carica è perché la gente li ha eletti. De Tilla ha poi ribadito che il politico ha l’obbligo di rappresentare i propri elettori e gli interessi del territorio che rappresenta. Forte il passaggio sul voto di fiducia che viene posto dai Governi, nel quale De Tilla ha ricordato ai politici che non dovrebbero mai votare secondo gli ordini di partito ma secondo quello che è il concreto interesse dei cittadini. “Mi rivolgo ai sindaci – ha detto De Tilla – che sono coloro che hanno il dovere di unirsi e scendere in piazza a difendere i propri cittadini”. De Tilla ha ricordato la protesta in occasione della proposta di cancellare ed accorpare i piccoli Comuni in tutta Italia, chiedendo che oggi si faccia lo stesso per i tribunali. Il presidente dell’Oua non ha mancato di richiamare anche i cittadini al loro obbligo morale di difendere i propri diritti in una società nella quale ormai a dettare leggi e sistemi sociali sono quelle che ha definito “Lobby economiche e bancarie”. Tanti gli applausi della gente sui passaggi salienti relativi al diritto alla sicurezza ed alla giustizia, ma anche alla salute ed ai servizi, in una Italia nella quale ogni giorni si sacrificano ospedali, scuole, servizi pubblici in nome di un risparmio che, però non ha un ritorno diretto per il cittadino, ma per i grandi interessi economici, mentre i singoli si impoveriscono sempre più. Sul palco erano presenti tutti i deputati nazionali e regionali del territorio, i rappresentati dell’Ordine degli avvocati di Enna e Caltanissetta al fianco di quelli di Nicosia, gli 11 sindaci dei comuni che fanno capo al circondario del tribunale, la rappresentanza della Provincia di Enna. a prendere la parola, tra gli altri, il sindaco, gli avvocati Filippo Mingrino, Giuseppe Agozzino, Piergiacomo La Via, Salvatore Timpanaro, il senatore Mirello Crisafulli ed deputato regionale Edoardo Leanza. Tutti senza distinzione di appartenenza politica hanno confermato che lotteranno in tutte le sedi istituzionali per difendere il tribunale.

Giulia Martorana