Enna, lavoratori precari sospendono protesta

Enna. I lavoratori precari, riuniti in assemblea da giorno 14 maggio presso l’Aula Consiliare della Provincia di Enna, hanno deciso oggi di sospendere la stessa e di non abbassare l’attenzione sino a quando non verrà individuato un percorso che risolva definitivamente il problema del precariato negli enti locali.
La problematica del precariato, secondo i lavoratori, va affrontata, per l’emergenza proroga dal Governo Regionale e per la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato dal Governo Nazionale. Infatti, il Governo Regionale con legge 14 maggio 2009, n. 6, aveva consentito l’esclusione dalla base di calcolo della spesa per il personale, sia delle somme finalizzate al finanziamento delle misure di stabilizzazione degli ex lavoratori socialmente utili, sia dei trasferimenti regionali a copertura fino al 90% dei contratti dei lavoratori precari; successivamente (solo dopo sei mesi) sempre il Governo Regionale ha approvato un’altra norma, la legge n. 13 del 29 dicembre 2009, abrogativa della precedente, con la conseguenza che è venuta meno la legittimazione a detrarre dalla spesa per il personale, quale base di calcolo per l’anno 2009, la quota di spesa coperta dai trasferimenti regionali e quella per i lavoratori socialmente utili. A tutto ciò va aggiunto quanto stabilito dall’art. 20, comma 9, della legge 111/2011, la quale prevede che le quote delle società partecipate vanno computate ai fini del calcolo della spesa per il personale. Alla luce di tutto ciò, la maggior parte degli enti locali si troveranno a superare il limite del 50% imposto dalla normativa e non potranno procedere alla proroga dei contratti.
Da ciò si evince che basterebbe che il Governo Regionale predisponesse un’altra norma che abroghi la legge regionale n. 13/2009, succitata e ripristini la legge regionale n. 6/2009, al fine di dare respiro agli enti locali e risolvere, al momento, l’emergenza proroga a decorrere dal 1° gennaio 2013.
Un ragionamento più complesso richiede la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. In questo caso, il Governo Nazionale dovrebbe prendere in considerazione il fatto che, per risolvere definitivamente il problema del precariato in Sicilia, dovrà prevedere una serie di deroghe alle restrizioni introdotte dalla normativa nazionale in materia di patto di stabilità, turn over, procedure concorsuali.
La riunione prevista in data 22 maggio con i gruppi interparlamentari dell’ARS è stata rinviata e a tutt’oggi la situazione rimane stagnante.
L’obiettivo dell’assemblea di mantenere alta l’attenzione e di sensibilizzare la politica a tutti i livelli è stato ampiamente raggiunto, infatti sia la deputazione regionale che quella nazionale sono state invitate a farsi carico della problematica. Sono stati coinvolti anche i Sindaci, ai quali è stato inviato un documento.
In questi giorni, i lavoratori, hanno cercato il coinvolgimento e la partecipazione delle organizzazioni sindacali, le quali, già impegnate nell’organizzazione della manifestazione regionale del 4 giugno, hanno ritenuto di non condividere questa forma di protesta.
La mobilitazione dei lavoratori precari, organizzata in pochi giorni, ha coinvolto la gran parte dei comuni della provincia di Enna e ha registrato la partecipazione di oltre 700 lavoratori, che a turno si sono avvicendati nell’Aula Consiliare.
L’assemblea ha avuto anche lo scopo di fare informazione e di formare un coordinamento costituito da due rappresentanti per ciascun ente, al fine di mantenere i contatti e di perseguire un unico obiettivo: l’inserimento definitivo nel mondo del lavoro!! Il coordinamento ha già l’obiettivo di organizzare delle assemblee finalizzate all’individuazione di azioni di protesta condivise.
Il coordinamento rimarrà in contatto con i coordinamenti già formati della Provincia di Catania e della Provincia di Agrigento, con l’auspicio che anche le altre province si aggreghino quanto prima.
I lavoratori ribadiscono che la protesta, organizzata nel rispetto della legalità e delle istituzioni, non è stata nei confronti dell’Amministrazione Provinciale e del Consiglio Provinciale; è stato scelto il Palazzo della Provincia in quanto simbolo di raccordo di tutti i comuni del territorio ennese.